Il ruolo della donna: dalla letteratura alla musica.

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Il ruolo della donna nella letteratura ha subito una lunga e lenta evoluzione: dalla donna angelo di Dante alla regina dei salotti settecenteschi. Nonostante un’inevitabile evoluzione la donna è stata raffigurata per lunghi secoli come tenera e debole, madre e moglie devota.

Tuttavia la letteratura è piena di personaggi femminili carismatici e forti, basti pensare a Elizabeth Bennet di Orgoglio e pregiudizio, ad Anna Karenina di Tolstoj, ad Isabel Archer di Ritratto di signora o a Rossella O’Hara di Via col vento. La lista potrebbe ancora continuare, ma com’è stato il mondo della letteratura con le donne scrittrici?

Sicuramente non hanno avuto vita facile, i pregiudizi del tempo costringevano le donne a seguire determinate regole di comportamento e quindi a molte rinunce. Il mondo le voleva mogli e madri ma nonostante ciò alcune donne hanno trovato il modo di dar voce alle loro idee, ricorrendo all’anonimato o a pseudonimi maschili spesso ripresi dal cognome dei loro mariti.

Vediamo alcuni esempi.

Scrittrici e pseudonimi maschili

  • Il caso più famoso è forse dato dalle due sorelle Brönte, Emily e Charlotte. Capolavori come Cime Tempestose e Jane Eyre furono pubblicati sotto il nome di Ellis e Currer Bell. Anche la terza sorella, Anne, si cimentò come scrittrice con lo pseudonimo di Acton Bell ma i suoi romanzi furono deplorati dalla critica. Caso curioso è che anche il loro unico fratello tentò la carriera letteraria ma a quanto pare non disponeva dello stesso talento delle sorelle.
  • Mary Shelley scrisse il suo Frankestein a soli 19 anni e lo pubblicò con il nome del marito. Recentemente numerosi studi si stanno occupando delle opere minori dell’autrice, considerando anche la sua attività di curatrice delle poesie del marito, poeta e filosofo. La sua stessa vita, tra un’educazione informale e la vicinanza ad ambienti radicali, fu turbolenta e degna di essere conosciuta.
  • Louis Mary Alcott fu l’autrice di Piccole donne si servì spesso dello pseudonimo di A. M. Barnard. Divenne ben presto un modello per il romanzo di formazione al femminile e con la sua opera diede un importante contributo al raggiungimento del suffragio universale e dei diritti civili.
  • George Eliot fu lo pseudonimo di Mary Anne Evans. L’autrice si servì di un nome maschile per proteggere se stessa dai pregiudizi sociali, essendo compagna di un uomo sposato, e per garantire alla sua opera una seria considerazione, al pari delle opere nate dalla penna di uomini.
Jane Austen pubblica Ragione e sentimento firmandosi come  "A lady"
Sense and sensibility- A lady

Un caso a parte è rappresentato da Jane Austen. La famosa scrittrice britannica, autrice di capolavori tuttora molto conosciuti, pubblicò il suo primo romanzo con il soprannome «A lady» cercando di riabilitare la figura della scrittrice donna nel panorama letterario. In seguito, con la pubblicazione del suo romanzo più famoso preferì firmarsi come l’autrice di Orgoglio e Pregiudizio.

Fino ad ora abbiamo fatto riferimento solo a casi passati. In realtà, problemi simili li ha riscontrati anche colei che è considerata la scrittrice più ricca del mondo. Tralasciando il caso dello pseudonimo di Robert Galbraith, l’editore consigliò all’autrice di Harry Potter di ricorrere al doppio nome, appuntando il suo in J. K. Rowling. In questo modo si sarebbe lasciato un dubbio circa il genere dell’autore, pare che ancora oggi un nome maschile sia preso con maggiore considerazione e serietà rispetto ad uno femminile.

Donne e musica

Ma nella musica la situazione è diversa? La tradizione letteraria e la storia ci insegnano che nell’antichità le donne erano ammesse ai banchetti come danzatrici e suonatrici ma queste erano esclusivamente di bassa estrazione sociale, perlopiù schiave. Le donne dell’alta società potevano solo partecipare ai riti religiosi.

Nei manuali di storia della musica raramente incontriamo nomi di compositrici femminili, certamente non per mancanza di talento. Con il tempo la situazione è decisamente cambiata, oggi sono tantissime le canzoni di cantanti donne entrate nelle nostre case e la loro voce nei nostri cuori. La musica pop offre al nostro discorso un esempio lampante.

Naturalmente la situazione è più complessa di quanto potrebbe sembrare, per lungo tempo nel rock e nell’indie ci sono state quasi esclusivamente band maschili.

In un vecchio studio una docente di un’università canadese, Norma Coates, rifletteva su come il rock e il pop fossero percepiti. Il rock è identificato con l’autenticità, mentre il pop con l’artificio e dunque subordinato al rock.

Tuttavia lo studio risale a molti anni fa, al 1997, ad oggi il mondo della musica ha aperto ulteriormente le sue porte alle donne cantanti. Vi lascio il link di un articolo contenente una sorta di “pink list” relativa al panorama musicale italiano indie degli ultimi anni: https://www.tuttigiuparterre.it/le-cantanti-donne-della-musica-indie-italiana/

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