Lo scorso 25 ottobre abbiamo conosciuto gli Astenia ed il loro nuovo singolo, intitolato “Due” (ne parliamo nel nostro articolo). Ma in realtà la band romana, seguita dall’etichetta Rivoluzione Dischi, ha già alle spalle due EP e tanto lavoro.
Noi di Indielife abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro.
Astenia è un termine medico. Cambiando un accento ecco che diventa un progetto musicale. Ci raccontate com’è nato?
Gli Astenia nascono in un pomeriggio di fine inverno di qualche anno fa nella periferia di Roma. Abbiamo scelto questo nome perché amiamo le sfumature, quelle che puntualmente fanno la differenza e sono in grado di cambiare le prospettive. Gli Astenia sono la nostra esigenza di raccontare storie, la relazione più lunga della nostra vita ma anche una terapia personale visto che, con i nostri brani, riusciamo a comunicare tutto quello che a parole non riusciamo ad esprimere nella vita di tutti i giorni.
DUE, il vostro nuovo singolo, “è una storia d’amore consumata in segreto: incontri, passione e litigi nel cuore della notte”. Da cosa vi siete ispirati per realizzare questo singolo?
DUE nasce dalle nostre esperienze personali, dai racconti di un amico e dalle telefonate disperate della persona che si siede accanto a noi in metropolitana il venerdì mattina e che ci spinge ad abbassare il volume della canzone che stiamo ascoltando. DUE è la fotografia di ogni singola coppia quando decide di spogliarsi di tutte le sovrastrutture quotidiane. Di solito tutto questo avviene nel luogo più intimo, una camera da letto spoglia, che improvvisamente si veste di tutte le fragilità che si tende a nascondere. È il racconto di un armistizio personale, due persone che lontano non riescono a stare e vicino si bruciano.
Cosa rappresenta per voi il vostro nuovo brano e cosa lo distingue dai lavori precedenti?
C’è sicuramente una nuova consapevolezza pop che abbiamo messo al centro della scrittura di questo brano e di tutto il disco in generale. Rispetto ai nostri precedenti lavori, abbiamo scelto di raccontare il nostro lato più fragile utilizzando un linguaggio più diretto. In DUE c’è tutto quello che di solito tendiamo a nascondere, il nostro lato più fragile e una fotografia a colori dei nostri lividi.
DUE è un brano che anticipa il vostro futuro album, in uscita nel 2020 ed intitolato Amarcord. Potete darci qualche anticipazione?
Amarcord sarà come aprire un vecchio album di fotografie. Scrivere questo disco è stato come tirare una linea, fare un passo in avanti e raccontare quello che c’era al di là. Abbiamo raccontato gli errori, le sfumature e gli incontri che hanno fatto parte degli ultimi anni della nostra vita. Il disco è stato prodotto da Alessandro Forte presso gli studi Pepperpot di Roma ed uscirà nel 2020 per l’etichetta Rivoluzione Dischi.
Chi sono gli artisti, italiani e non, che fanno da Muse ispiratrici a voi ed al vostro lavoro?
Nello specifico, non abbiamo degli artisti che consideriamo muse ispiratrici. Ci lasciamo ispirare da tutto ciò che porta con sé qualcosa di speciale e che riesce a toccare le nostre corde: musicisti, artisti di strada, registi ma anche solamente un verso di una poesia letta distrattamente dal libro della ragazza che incontriamo in autobus o in treno. È necessario vivere a cuore aperto e abbassare la guardia ogni tanto per sentire davvero ciò che di meraviglioso ci circonda e farlo proprio. Tutto questo è alla base della nostra scrittura e degli Astenia.
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