Si chiama Nicolas, in arte D’Avanzo, ed è un giovane cantautore e studente dell’Università di Bologna.
I suoi singoli d’esordio sono “Judith” e “Venezia che è notte (Atto I)”, lavori che anticipano il suo primo album. Noi di Infielife abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con lui.
- Ciao, per cominciare parlaci un po’ di te. Cosa fai nella vita? Com’è iniziato il tuo percorso musicale?
Ciao, sono Nicolas, in arte D’avanzo. Ad ora sono uno studente universitario, frequento
filosofia a Bologna. Il mio percorso musicale è nato un po’ per caso, come tutte le mie
passioni bene o male.
Mia sorella studiava pianoforte da un’insegnante privata, un giorno non aveva voglia di andare e mia madre, avendo già pagato le lezioni per tutto il mese, mi chiese se volessi recuperarla. Da lì cominciai a prendere lezioni.
Poi ci furono le prime esperienze come band, in cui mi riscoprii cantante, i primi concerti e poi l’esordio come solista.
- “Judith” e “Venezia che è notte (Atto I)” sono i tuoi singoli d’esordio. Ci racconti come sono nati?
Sono convinto di non essere un asso a scrivere, diciamo che non funziona il classico
meccanismo di farsi cogliere dall’ispirazione e scrivere di getto di quello che mi passa per la
testa.
Tendenzialmente ho bisogno di tre fattori che vengano a coincidere: un argomento
di cui parlare in primis, un fatto che mi sconvolga a livello emotivo e poi un secondo fatto a
livello fisico. Finora tutto ciò che ho scritto è nato così e queste due non fanno eccezione.
Nel caso di “Venezia che è notte” mi ritrovai a piedi per Venezia una notte, perché avevo
perso l’ultimo treno verso casa e mi incamminai per le zone più rurali. Era da un po’ che
volevo scrivere una canzone su di una città a me così vicina, o meglio, su come la vedevo io.
E diciamo che in quel frangente ne ho avuto l’occasione.
- “Venezia che è notte (Atto I)” ha un non so che di poetico. C’è un qualche scrittore che pensi abbia avuto un’influenza sulla realizzazione di questo brano?
Così a freddo credo che “Le città invisibili” di Italo Calvino mi abbia influenzato parecchio.
Brevi e intime descrizioni di città, colte per un loro particolare, che più di tutti saltava
all’occhio dell’autore e che ci ha voluto trasmettere, penso si avvicini molto a quello che
volevo lasciare con questo testo.
- “Judith” ha invece un tono più ironico e allegro. Ma chi è questa misteriosa Judith, “vestita color viola e crudeltà”?
Questa è una domanda un po’ personale… diciamo che è stata una persona davvero
speciale per me e che tuttora ha la sua rilevanza.
La canzone l’ho scritta perché stava affrontando un periodo difficile e a parole non riuscivo a consolarla. Il “vestita color viola e crudeltà” non è un mio giudizio, ma più come lei appariva a se stessa.
- Chi ha realizzato le splendide copertine dei due brani?
Le splendide copertine sono state realizzate dal genio di Daniele Pelizzon, che sfrutto ogni
occasione di ringraziare. Io avevo una mia idea di come dovessero essere e cosa dovessero
rappresentare, per il resto mi sono fidato ed il risultato è andato ben oltre le mie
aspettative. Grazie Pelli.
- So che è un momento di incertezza un po’ per tutti, ma hai qualche programma per il
futuro? Ci sarà un “Atto II” per “Venezia che è notte”?
Questi due singoli sono stati pubblicati in anticipazione al mio primo album.
Il disco è strutturato in modo da dividersi in due “atti” per l’appunto, il primo legato alla mia vita di provincia e a tutto ciò che mi sono lasciato alle spalle, conclusosi con il primo anno di
università a Venezia.
Il secondo invece racconta della mia vita “metropolitana”. Quindi sì, ci sarà un Atto II, ma non su Venezia.
- Grazie mille!
Abbiamo inserito i singoli d’esordio di D’Avanzo nella nostra playlist dedicata agli artisti emergenti.