‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’ è il nuovo EP del cantautore milanese Marco Sambiello alias Sammarco, da venerdì 14 gennaio negli store. A tre anni dal disco d’esordio ‘La parte migliore’ torna ora con sei tracce semplici e dirette, che racchiudono tutta l’essenza della sua poetica e dei suoi riferimenti artistici. Pubblicato da Musica Distesa su produzione dell’ex Amor Fou Giuliano Dottori, Sammarco firma musiche e testi che rimandano al più classico immaginario indie pop italiano con momenti di delicata poesia, immediate melodie e una semplicità di arrangiamenti che ha il preciso intento di rendere questo lavoro estremamente diretto.
Ti chiedo subito quali sono le cose che vorresti bruciare? E a chi ti stai rivolgendo?
Ho scritto le canzoni di questo EP verso la fine del lockdown del 2020, mi sono trovato ad affrontare me stesso in uno stato di solitudine con una relazione sentimentale finita da poco e l’impossibilità di sfogare il dolore e la frustrazione all’esterno. Quello che volevo bruciare erano le scorie le tossine e il dolore che mi portavo dentro e che mi impedivano di riprendere coscienza di me e di ripartire. Avevo bisogno di esorcizzare tutto questo per poter riprendere in mano la mia vita.
Le canzoni che hai scelto per questo EP sono sospese tra un velo di tristezza e una certa sottile ironia. Qual è il tuo stato d’animo attuale?
Sono sereno, la mia vita è cambiata molto da allora.
“Angela” sta a Sammarco come “Emma” sta a Bon Iver?
Bella domanda, senza voler scomodare un paragone così importante, visto che parliamo di una delle canzoni di uno degli album più influenti degli ultimi quindici anni, possiamo dire di sì, anche se Angela è un nome inventato che stava semplicemente bene metricamente sulla canzone. Non è la prima volta che uso un nome di donna non legato a una persona specifica nelle mie canzoni. Chiaro che il brano resta comunque autobiografico.
Come hai conosciuto Giuliano Dottori e cosa vi ha spinto a lavorare assieme?
Ho conosciuto Giuliano nel mio lavoro di tecnico del suono per Radio Popolare. Passava spesso da queste parti sia con gli Amor Fou, sia con il suo progetto solista. Ed è proprio l’ascolto dei suoi brani, il gusto, il sound e la cura che sentivo in quelle canzoni che mi hanno portato a voler lavorare con lui. Mi sono sempre trovato benissimo a lavorare con Giuliano, riesce a tirare fuori il meglio dalle mie canzoni.
Cosa è cambiato dal tuo primo album “La Parte Migliore” del 2019?
Sono cambiate diverse cose, sia a livello strettamente personale che a livello musicale. “La parte migliore” è un disco fortemente legato a una parte della mia vita, quella parte legata al diventare adulti all’entrare nel mondo “reale” con tutte le sue difficoltà e le sue paure. Il nuovo EP invece è figlio di un momento molto preciso della mia vita, è figlio di un esercizio catartico necessario a superare un momento difficile. Oggi credo di essere più maturo, e in un certo senso vedo questa maturità nel nuovo disco.
Cosa ti aspetti dal progetto Sammarco?
Mi aspetto semplicemente di continuare a scrivere canzoni e di pubblicarne, sperando che le persone le apprezzino e che rivedendocisi in qualche modo, possano provare delle emozioni, goderne in sostanza. Tutto quello che arriverà in più, se arriverà, sarà tanto di guadagnato.
Qual è il confine tra il Sammarco artista e la persona Marco Sambinello?
Non c’è confine, Sammarco e Marco Sambinello sono la stessa cosa, le mie canzoni raccontano di me di quello che provo di quello che vino, i nomi sono solo etichette. Ho scelto Sammarco per praticità perché pensavo potesse “funzionare” di più rispetto al mio nome di battesimo.
La grafica che hai usato per le copertine del singolo e dell’EP hanno un retrogusto vintage. Questa scelta è collegata in qualche modo alla tua musica?
No non lo è, o meglio, da un certo punto di vista ho sempre guardato a questo EP come a un lavoro più colorato, più caldo rispetto al mio disco d’esordio, ma è solo una sensazione, come quando ti chiedono di associare un colore a un’emozione o a un oggetto. Per l’artwork di questo nuovo EP volevo assolutamente lavorare con Alberto Ricchi che avevo già visto realizzare le copertine dei dischi di altri artisti. Adoro il suo stile. Abbiamo trovato quasi subito il mood e la direzione da prendere. Sono molto contento del risultato finale.
Quanto conta per te vivere a Milano in relazione alla tua attività musicale?
Milano è una città che offre tante possibilità, sia per suonare dal vivo, sia per restare vicino a persone ed ambienti stimolanti per il percorso artistico di un musicista. Direi che conta molto quindi.
Tra talent e Sanremo cosa sceglieresti?
Sanremo senza dubbio.
Un commento al cast di quest’anno?
Sanremo è l’evento musicale nazional popolare per eccellenza, quindi ci sta che abbracci i gusti di un pubblico il più ampio possibile nella scelta del cast, io personalmente gradirei vedere un numero maggiore di artisti giovani ed emergenti rispetto a gente arrivata, già da tanti anni tra l’altro, ma è la mia opinione personale. Con il cast di quest’anno credo che purtroppo si sia fatto un passo indietro in tal senso.
Cosa ti aspetti dal 2022?
Di continuare sulla strada che ho intrapreso, promuovere questo EP e poi pensare al futuro magari alla scrittura di un nuovo disco.