Un genuino amore per le sonorità rock e psichedeliche anni ’60 e ’70, il colpo di fulmine guardando un vecchio video di Woodstock, la capacità di far viaggiare gli ascoltatori in una onirica visione mistica.
Questo è Black Snake Moan, artista romano che da alcuni anni fa ben parlare di sé grazie a canzoni che sembrano arrivare dal passato ma che in questo 2022 saturo di urban, trap e rock annacquato hanno il sapore di una vera rivoluzione. Pacifica.
Benvenuto Black Snake Moan. Definisci la tua musica psych blues. Ci spieghi meglio?
Ciao, il mio progetto nasce dalla fusione di due generi che mi hanno inevitabilmente contaminato e stimolato creativamente, dando vita allo sviluppo di un mio linguaggio personale basato su un determinato messaggio sonoro personale. Black Snake Moan nasce dall’ascolto del Mississippi Delta Blues, Folk e Rock Psichedelico anni 60 fino a sfociare alla Psichedelia delle nuove generazioni. A mio parere Blues e Psichedelia (soprattutto quella più compromessa con l’oriente), sono due generei complementari, evocativi e ritualistici, è un flusso mantrico ed ipnotico che riassume tutte le caratteristiche di una vera e propria celebrazione rock.
Da dove nasce questa tua passione per le sonorità americane che gravitano intorno agli anni ’70?
La passione per le sonorità americane e se posso aggiungere inglesi anni 60 e 70 nascono da un pomeriggio a casa di mio zio. Avevo 16 anni quando per la prima volta mi fece vedere il concerto di Joe Cocker a Woodstock 69, (precisamente “With a Little Help from My Friends”, un vero e proprio colpo di fulmine, solo il pensiero di quella sensazione riverbera nel mio corpo come se fosse ieri; sono passati 13 anni da quel giorno e ancora mi da la stessa scossa).
Da quel giorno mi si aprì un mondo costellato di blues, psichedelia, rock’n’roll e derivati che inevitabilmente derivano tutte dal Delta Blues delle origini degli anni 20/30. La principale band che mi cambiò la vita sono in primis The Doors, rimasi totalmente stregato da questa straordinaria band che mi cambiò la vita, come i Rolling Stones, poi Beatles, The Byrds, Led Zeppelin, Love, Jefferson Airplane, Jimi Hnerix e tutte le band underground della seconda metà degli anni 60, nate consequenzialmente dal movimento culturale rock’n’roll di fine anni 50; il Delta Blues di Howlin’ Wolf, Muddy Waters, John Lee Hooker, Fred McDowell e Blues Man leggendari riscoperti grazie alle band citate precedentemente.
In seguito ho approfondito la ricerca, lo studio di determinati suoni, biografie e annedoti, discografie di molte band degli anni 60/70 fino a innamorarmene perdutamente, poiché ho sempre sentito una connessione molto forte non solo artistica e sonora, ma anche emotiva, spirituale, una vera e propria esperienza mistica.
Revelation & Vision, il tuo nuovo doppio singolo, sintetizza alla perfezione questo tuo mondo sonoro e visuale. Come e quando sono state concepite queste due tracce?
Revelation & Vision nascono lo stesso giorno durante una session in studio di registrazione, un giorno davvero ricco di ispirazione e molto stimolante; la fotografia di un determinato presente artistico musicale, uno stato emotivo molto significativo che mi ha portato a scegliere questa produzione, omaggiare una sensazione unica e indescrivibile. Revelation & Vision sintetizzano il rock psichedelico e folk blues, le mie principali “suggestioni” stilistiche di un momento molto delicato della mia vita, una vero e proprio messaggio di auto-ascolto e riflessione, un nuovo percorso da intraprendere con molta gratitudine.1
Perché proprio la scelta di pubblicare un doppio singolo in vinile? Un (gradito) ritorno ad un modo di concepire la musica meno usa e getta rispetto a quanto avviene ai giorni nostri… Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
La scelta di produrre un 7” nasce da più ragioni; prima di tutto perchè è un formato che amo ed essendo un collezionista di vinili, desideravo fare anche per la mia discografia, un formato doppio singolo in 45 giri, come era un tempo. Sono molto soddisfatto di questa scelta, in più edizioni e versioni limitate. Reputo questa pubblicazione un atto di fiducia e di coraggio in un presente discografico che vive principalmente di singoli digitali e poca fruizione di prodotti fisici, anche se il vinile negli ultimi anni è “tornato di moda”.
La collaborazione con Dead Music Records e Tufo Rock Records, etichette che hanno seguito fin dall’inizio il mio percorso artistico e personale, ha reso tutto molto più piacevole e stimolante. La scelta del formato è dettata dalla volontà di dare un senso “analogico” a questa release, un valore etico e morale, non solo artistico; questo formato fisico ha lo scopo di sensibilizzare gli ascoltatori a supportare gli artisti e le etichette indipendenti.
Le sonorità sono ispirate alla psichedelia anni 60 come in Revelation, dal sapore molto più 60s West Coast, mentre in Vision dal blues western e desert rock. L’ispirazione di questi due singoli è particolare, perchè nasce dall’ascolto del Sunshine Pop, Psych Folk anni 60, Western Soundtrack, Psych Rock più compromesso con l’oriente, raga indiano e mantra. Avevo bisogno di sperimentare, nuova energia per la produzione, dalla scrittura allla visione della mia musica. Ho voluto descrivere in questi due singoli le mie principali ispirazioni che hanno stimolato il mio flusso creativo.
Mi sono dedicato solo ed esclusivamente alle mie canzoni per non farmi contaminare troppo dagli ascolti del momento; la scelta stilistica è un auto-ascolto, senza filtri o determinati compromessi, non ho pensato molto a cosa scegliere, ho iniziato a suonare ed è venuto fuori tutto questo, sono entrato in una nuova dimensione e sono felice di aver ascoltato le mie sensazioni.
Per la prima volta BlackSnake Maon diventa un duo, almeno per quanto riguarda i live. Chi sarà il tuo compagno sul palco e come lo hai scelto? A questo punto, dove e quando potremo vedervi in concerto?
Il tuo estivo di “Revelation & Vision” comincerà a luglio; sarà uno show con una nuova formazione, per la prima volta in duo; Gabriele Ripa mi accompagnerà alle tastiere e basso, rivisitando anche i brani dei miei precedenti album. Sarà un modo di rivalutare i precedenti lavori, nuovi arrangiamenti, valorizzandone il messaggio ed linguaggio sviluppato nel periodo di stop.
Gabriele è uno dei miei più cari amici, con il quale non solo ho condiviso l’adolescenza, ma anche le prime esperienze in sala prove; c’è del romanticismo in questa collaborazione, nata da stima reciproca e passione per la musica, poiché entrambi abbiamo le idee chiare, se pur completamente differenti di carattere, gusti musicali e attitudine, è questo il bello dell’amicizia, soprattutto condividendo anche la propria professione e ragione di vita e soprattutto il palco! Molto presto annuncerò il tour in fase di aggiornamento e molte altre sorprese.