Feeda, “l’unica cosa che mi faceva resistere era fare musica”

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Dopo alcuni singoli nel 2022, fra cui Solstizio d’inverno per 33db Good Noise, Legami, Cartone per Visory Records e dopo un’estate contraddistinta da numerosi live, tra i festival più importanti della Campania, Feeda pubblica il suo primo lavoro ufficiale: La misura delle cose. L’Ep, di sei tracce, è disponibile in digitale e pubblicato dall’etichetta Old Harlem. In questa intervista abbiamo cercato di capire un po’ di più del progetto e contemporaneamente di Feeda, una delle voci più interessanti del panorama indie in Campania. Non ci è bastato parlare dell’Ep. Volevamo davvero scavare a fondo e parlare di lei, rendendoci conto solo alla fine che il suo stesso Ep è di fatto il modo più veloce per conoscerla.

Feeda
Feeda

Da vari singoli a un vero e proprio Ep …

Sentivo l’esigenza di chiudere un capitolo della mia vita che ho racchiuso all’interno dei sei singoli dell’Ep. Prima di andare avanti, avevo bisogno di raccontarmi e di raccontare al mondo quello che sono e quello che faccio. E’ ufficialmente l’inizio di un percorso che avevo già avviato tramite alcuni singoli, ma “La Misura Delle Cose” rappresenta per me un importante pilastro per costruire la mia casa.

Non te la sei sentita però di fare un disco però.
Per me fare un disco rappresenta la massima espressione della musica e forse, adesso, non avrebbe avuto il giusto valore. Ho preferito, quindi, fare qualcosa di più piccolo che potesse in egual modo raccontare la storia, semplice ma molto sincera, di un mio periodo di vita. Sicuramente prima o poi arriverà anche un disco, nel giusto momento e con la giusta intensità di chi vuole lasciare un segno. 

Il tuo Ep, esce accompagnato dal video di Virga. Come mai proprio questo singolo per lanciare l’ep?
Virga è il singolo che accompagna l’intero Ep. La scelta del singolo è dovuta alla risposta del pubblico durante i live estivi. Sono loro che hanno deciso al mio posto quale singolo sarebbe stato la colonna portante di questo Ep. Virga è un modo, forse un po’ estremo, di raccontare un dolore che è, ahimè, alla portata di tutti. Il fatto che sia stato preso e raccolto tra le braccia del mio pubblico mi ha tolto ogni dubbio.

Te l’avranno chiesto già in tanti, ma per chi non ti conosce: ci racconti come hai iniziato con la musica, il tuo percorso, come ti sei evoluta, come hai studiato?
Credo, anzi spero, che la costante per tutti sia il bisogno. Per me lo è stato, ma prima di capirlo le emozioni sono state contrastanti. Un po’ perché non lo credevo possibile e un po’ perché non ci credevo abbastanza. Ad un certo punto ho pensato a ciò che mi faceva stare bene; quindi ho lasciato tutto quello che stavo facendo perché l’unica cosa che mi faceva resistere, nella mia stanza piena di libri, era fare musica. Ho sempre avuto l’abitudine di appuntare un’emozione o uno stato d’animo nelle note del mio cellulare, e, a parer mio, quando canti ciò che scrivi ti rendi conto che l’unico posto autentico che hai a disposizione per trovare un posto all’interno di questa vita è fare musica. Paradossalmente, l’università mi ha fatto conoscere UanmNess, il mio produttore. Ho cominciato a passare intere giornate in studio a scegliere beat e scrivere sempre di più. Non ho uno studio didattico alle spalle ma mi piacerebbe molto imparare; credo non sia mai troppo tardi.

Ascolta il disco La Misura delle Cose

In estate hai fatto un bel tour. Hai intenzione di fare anche qualche data invernale?
Il live è un momento magico che a me piace tanto vivere. Questa estate è stata ricca di bei live, come il Meeting del mare e il Fritz Festival, insieme ad altre date che mi hanno dato la possibilità di suonare tanto e di iniziare a farmi scoprire e conoscere. Certamente, stiamo cercando di organizzare alcune date live di presentazione di questo Ep; incrociamo le dita.

Perchè il disco si chiama La Misura delle cose?
Per “la misura delle cose” si intende il peso specifico che diamo ad ogni nostro sentimento, comportamento, rapporto con noi stessi e con gli altri. Quanta importanza diamo inconsapevolmente alle “cose” che facciamo o che ci accadono, “misurando” col tempo quanto quei piaceri o quelle ferite ci arricchiscono o distruggono. Quanto valore si da’ ai rapporti, alle scelte, alle proprie speranze e poi rendersi conto di quanto si è perso, quanto si è guadagnato e quanto, di conseguenza, si è cresciuti.  

Guarda il video

Mi spieghi la copertina?
L’idea era quella di rappresentare la varietà e le sfaccettature dei miei pensieri in relazione appunto al titolo dell’Ep, per questo, io e altre cinque Federica come il numero delle mie personalità ci dividiamo, ognuna con la propria posa caratteristica, un divano, anzi, il divano che rappresenta allo stesso tempo la mia zona di confort e il mio punto fermo su cui riflettere in tutte le direzioni possibili su ciò che sento.

Se dovessi inquadrarti in un genere, quale sarebbe? Che sonorità e che stile ha il tuo disco?
Non impazzisco all’idea di essere confinata in un unico genere. Mi piace sperimentare sempre cose nuove, soprattutto all’inizio. Il disco ha sonorità indie, pop e trap. Per quanto riguarda lo stile.. semplice, è il mio (n.d.r. ride). 

Su qualunque argomento, anche non di musica, fatti una domanda e datti la risposta.
Hai fame? SEMPRE.

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