Il racconto sonoro di Pino(t) con “Mare”

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“Mare” di Pino(t) è una ballata estiva che cattura con maestria l’essenza di quei giorni spensierati e assolati trascorsi al mare. Il cantautore dipinge un quadro vivido e coinvolgente di un ricordo intramontabile, intessuto di emozioni e sensazioni che si fondono con la brezza marina e i raggi del sole.

La scena che emerge dalla canzone è quella di due anime in sintonia, immerse nel piacere di vivere il momento presente. Le risate, cristalline e contagiose, si perdono nell’aria salmastra mentre le due persone si divertono lungo la riva del mare. La descrizione di questo idilliaco scenario evoca immagini di leggerezza e libertà, di gioia autentica che si riflette nel baluginare delle onde e nel calore del sole sulla pelle.
La musica gioca un ruolo fondamentale in questo affresco estivo, diventando la colonna sonora indelebile di quei giorni spensierati. La melodia, magari catturata casualmente da qualche chiosco sulla spiaggia o durante il viaggio in macchina verso il mare, si insinua nei ricordi, diventando il filo conduttore che lega insieme ogni risata, ogni passo sulla sabbia e ogni sguardo complice.

“Mare” si distingue per il suo approccio fresco e positivo alla rappresentazione delle esperienze estive. A differenza di molte canzoni che trattano di delusioni amorose o malinconie, questa ballata celebra la bellezza e l’intensità della vita estiva. È un inno alla gioia, alla vivacità e alla capacità di riscoprire il legame profondo con se stessi e con gli altri attraverso l’estate, il mare e la musica.

Ciao Pino(t), è un piacere averti qui sulle pagine di Indie Life. Cominciamo parlando del tuo ultimo singolo, “Mare”. Che ispirazione si cela dietro questa canzone che evoca così vividamente l’estate e il mare?
Ciao a tutti, il piacere è mio!
Mare nasce mentre mi trovavo lontano da casa, oltre la manica, in un’estate in cui non riuscivo a vivere le cose di cui nel singolo invece canto.
Effettivamente l’estate la evoca bene: la spensieratezza, la sabbia, l’amore e quel filo di “pazzia” che fa sempre bene quando ci si vuole divertire. Forse la evoca così bene non perché sia la fotografia di un ricordo, ma proprio perché rappresenta il desiderio e la speranza che l’immagine che descrivo possa avverarsi e io possa finalmente tornare ad essere spensierato e vivo.

Quali sono le influenze musicali che hanno contribuito a plasmare il tuo stile e questa particolare canzone?
Negli anni ho sicuramente assorbito tante influenze che spaziano dal cantautorato italiano della fine dello scorso secolo alla musica classica, dal jazz degli anni 30 alla musica indie di oggi.
Quando scrivo, però, non penso di dovermi dare delle “limitazioni” e quindi abbinarmi ad un genere o a delle specifiche regole metriche. Scrivo e penso a cosa voglio dire, cercando il miglior modo per farlo.
Sicuramente quando poi vado ad arrangiare un pezzo, cerco un suono specifico che potremmo mettere nella grande sfera del blues e del jazz e di tutti i generi che ne sono stati originati (bossa, soul, rhythm and blues).
Faccio davvero tanta fatica a rispondere e spero che col tempo potrò raccogliere anche le opinioni di chi mi ascolta per poter ampliare risposte a domande come questa.

La canzone sembra trasmettere una positività e un’energia molto contagiosa. Come hai tradotto questi sentimenti nel processo creativo?
Sono partito dall’idea del sogno. Un sogno di quelli a cui pensi tutto il giorno e che ti fanno svegliare con un’energia in più.
Ho cercato di disegnare quell’immagine basandomi sull’estate che avrei voluto vivere in quel momento. Ho provato a trascurare il più possibile la negatività e la tristezza, perché volevo poterla riascoltare a distanza di giorni con il sorriso e non piangendo. L’arrangiamento poi ha fatto il grosso del lavoro, dando la spinta e la positività che mancavano ad una canzone che altrimenti sarebbe rimasta malinconica.

Il videoclip di “Mare” è davvero divertente, con te che giochi con oggetti da spiaggia nella tua stanza durante un inverno veneto. Come è nata l’idea di questo video?
Dovete sapere che non mi piace molto farmi filmare o fotografare “in posa”. Se mi si registra mentre suono o canto mi vergogno un po’, ma non c’è problema. Per girare questo video, invece, coscienti del mio rifiuto verso la videocamera, Miriam Zennaro, giovane e bravissima regista, e Cristopher Bacco di Studio2, che mi segue e aiuta da quando ho registrato i pezzi, mi hanno tenuto all’oscuro di tutto fino al momento delle riprese, per poi farmi spogliare al freddo e al gelo e “pastracciare” la faccia con una crema scaduta…
Se vi ho fatto sorridere almeno una volta in quel video, allora ne è valsa la pena!

Nel video ti vediamo fare tutto, dal giocare con il secchiello al nuotare sul tappeto. Come è stato per te interpretare queste situazioni divertenti e fuori dal comune?
Imbarazzantissimo. È difficile recitare delle scene così normali, soprattutto quando l’ambientazione è volutamente quella sbagliata. Mi sono dovuto sforzare parecchio per uscire dal mio guscio e penso che sia proprio questo il fattore che rende divertente la visione del video.

Come è stata la collaborazione con la regista Miriam Zennaro? Avete lavorato insieme nell’ideazione del video o hai dato a lei carta bianca per interpretare la canzone?
Avevo un’idea che per i tempi e il meteo non sarebbe stata realizzabile, quindi le ho dato carta bianca.
Il merito sicuramente è suo perché è riuscita ad allestire tutto con poco tempo e quasi nulla a disposizione.

Oltre a “Mare”, hai altri progetti musicali in cantiere? C’è qualcosa che puoi condividere con i nostri lettori riguardo ai tuoi futuri progetti?
Certo! Presto uscirà un altro video di un’altra canzone dell’ep dove, spero, riuscirò a tenere tutti i vestiti addosso. Più avanti arriveranno due nuove canzoni con i rispettivi video.
Nel frattempo continuerò a scrivere e porterò la mia musica dal vivo in più posti possibili, perché è suonando che mi realizzo veramente!

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