La forza di ‘Generazione in fissa’ dei Xcorsi

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“Generazione in fissa” dei Xcorsi è un inno generazionale che ribalta gli stereotipi legati all’età e alla musica. Con testi provocatori e suoni avvolgenti, il gruppo sfida il concetto di trend, invitando a valutare la musica per la sua autenticità anziché per le etichette. Un brano che esalta la purezza del messaggio espressivo e invita a abbracciare la propria unicità musicale senza pregiudizi.

Come è nata la vostra band? Potreste raccontarci la vostra storia e come vi siete incontrati per la prima volta?

La band nasce ufficialmente nel 2008. Potete immaginare quante ne siano passate. Dovevamo chiamarci “take away”, in onore dei primi sushi da asporto che si vedevano a Verona dall’autobus tornando a casa da scuola. Elia (il cantante) doveva fare il tastierista e Luca (violinista) avrebbe dovuto essere il frontman. Simone (chitarrista) arriverà nel 2009 quindi gli abbiamo risparmiato l’orrore delle prime prove. Siamo insieme da metà della nostra vita e questo è in realtà il nostro ingrediente segreto per continuare a fare musica. Gli incontri sono sempre stati casuali: conosco un mio amico che suona la tastiera, uno che suona la batteria, uno il basso e così via…vi starete chiedendo: e tutti gli altri? Negli anni sono passate circa 30 persone da questo gruppo ma da un annetto abbiamo deciso che il progetto andrà avanti solamente con noi 3. I primi 3. I soli e originali dal 2008, come sulle confezioni delle patatine.

C’è un significato particolare dietro il nome “Xcorsi”?

Xcorsi nasce da un semplice ragionamento. Volevamo abbreviare il vecchio nome Percorsi Di- Versi e per non essere tacciati come boomer lo abbiamo instagrammizzato (esiste questa parola?) con la X iniziale. Stiamo anche lavorando sul logo quindi da lí capiremo se l’intuizione è stata un’idea geniale oppure l’ennesima cosa di cui potremmo pentirci in futuro ma fino ad ora siamo andati sempre dritti come fusi. Si muore da eroi in questo progetto. Xcorsi è la sintesi della nostra vita. Autostrade, mete da raggiungere, persone sempre nuove, amici passati e ritrovati, amori vecchi e nuovi ma soprattutto: MUSICA.

Qual è stata l’ispirazione dietro il vostro singolo “Generazione in fissa”?

Sono anni che ci dicono che siamo vecchi! Che suoniamo vecchio, che sappiamo di vecchio che il nome è vecchio che i nostri nonni sono vecchi (e sì solo su questo hanno ragione). Siamo stufi di dover pensare che sia solamente un problema nostro. Abbiamo pensato di scrivere un pezzo in stile “Vaffanculo” di Marco Masini e sottolineare che la nostra è semplicemente una generazione in fissa; fissata con tutti questi commenti triti e ritriti sulla vita degli altri. Volevamo scrollarci di dosso la favoletta del sole cuore amore e spalancare le porte al suono crudo e nudo del pop punk col violino. Ci siamo riusciti? Ce lo direte voi

Nel testo di “Generazione in fissa” avete affrontato il tema delle etichette legate all’età e ai gusti musicali. Come siete arrivati a decidere di esplorare questo argomento?

Viviamo sommersi dalle etichette generazionali. A una determinata età dovresti iniziare a fare una determinata cosa. Noi a 30 anni dovremmo già essere padri di 3 figli a testa, dirigere una multinazionale, aver passeggiato sulla luna e se ci avanza tempo fatto anche la spesa. Non siamo nulla di tutto questo. Vogliamo vivere secondo quello che ci sentiamo di essere. Cercare di fare più cose sempre con i piedi per terra. Avere piani A, B e C (fidatevi che abbiamo piani per tutto l’alfabeto). E sull’età poi si riflettono anche i gusti musicali. Perché dovrebbe essere assurdo ascoltare la trap a 40 anni oppure il punk a 75 ? La musica è la cosa più libera in assoluto e qualsiasi categorizzazione le fa perdere di significato. Così siamo arrivati a parlare di questo tema e come diciamo nel pezzo: “stay kid come laroi”. Mandateci una mail se avete colto la citazione

Avete menzionato che la musica dovrebbe essere libera da confini e pregiudizi. Come pensate che questo messaggio si inserisca nel contesto attuale della cultura musicale?

Tutto in questo momento grida alla libertà. La musica deve essere il manifesto di questo concetto mai come ora messo troppo spesso in discussione. Oggi non puoi dire una mezza parola in più che subito si innescano dei meccanismi che a volte sfociano in vera e propria cattiveria gratuita. Mancano dei valori di rispetto di fondo che tolgono importanza al non giudicare le scelte e le idee altrui. Tanti artisti si prodigano per questa causa nobilissima e la musica può solo che giovarne. L’importante è farlo con grande spontaneità

Qual è il processo di composizione e produzione dietro il vostro singolo? Ci sono sfide particolari che avete incontrato durante la creazione di questo brano?

Il processo produttivo in realtà̀ è più o meno sempre lo stesso. Arriva uno di noi con un’idea e la sottopone agli altri. Questa volta però volevamo dare un colpo di spugna al passato tornando ad esplorare terreni molto più̀ legati al nostro ascoltare quotidiano che a quello che in generale piace al 99% della gente. Il nostro lavoro unito ad altri magnifici artisti e produttori ha partorito questo risultato senza sfide particolari solo con grande naturalezza. Forse la sfida alla fine è proprio questa. Essere genuini

Infine, guardando al futuro, quali sono i vostri obiettivi come band?

Di obbiettivi ce ne sono tanti ma quello più importante di tutti è non fermarsi sugli obbiettivi. Vogliamo continuare su questa strada. Il progetto rinfrescato e la formazione ridotta al trio originario sono stati i primi segnali di un percorso completamente rinnovato. Continuare a rimetterci in discussione dopo 15 anni assieme per noi è già̀ un traguardo pazzesco. Non nascondiamo che vogliamo mettere qualche spunta importante sulla carriera. Siamo carichi per provarle tutte. Poi si vedrà

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