Nata a Macerata nel 2003, Federica Gianangeli, conosciuta artisticamente come Federica G. ha coltivato la sua passione per la musica sin da giovane, imparando a suonare la chitarra in modo autodidatta e iniziando a scrivere testi in adolescenza.
Trasferitasi a Padova per i suoi studi universitari nel 2022, Federica ha iniziato a lavorare al suo primo EP, un concept album che affronta temi delicati come i disturbi alimentari. La sua musica diventa così un ponte tra le sue esperienze personali e il pubblico, offrendo uno sguardo intimo e profondo nei suoi vissuti più personali.
Il suo esordio con il singolo “Come fosse ieri” ha aperto la strada ad un successivo rilascio altrettanto potente, “Sbarre”, disponibile sulle piattaforme di streaming e in rotazione radiofonica dal 17 maggio 2024. Questo secondo singolo si distingue per la sua natura autobiografica e si inserisce in un momento cruciale del suo percorso di guarigione dall’anoressia. La cantautrice canta di aver preso consapevolezza di come certe situazioni fossero nocive e di come stesse imparando ad esprimere il suo dolore attraverso le parole, piuttosto che attraverso i comportamenti distruttivi legati alla malattia.
“Sbarre” esplora il tema della prigionia emotiva e della limitazione delle scelte personali, un sentimento con cui molti possono identificarsi. Federica racconta come le preoccupazioni su vari aspetti della vita possano limitare, ma anche come parlare dei propri timori rappresenti il primo passo verso la comprensione e la trasformazione delle proprie situazioni.
Federica G sta dimostrando che è possibile usare la musica non solo come forma di espressione personale, ma anche come mezzo per sensibilizzare e educare. La sua capacità di trasmettere temi complessi in modo genuino e accessibile la posiziona come una figura rilevante nel dialogo sulla salute mentale e il benessere emotivo attraverso l’arte.
Ciao Federica, grazie per essere qui con noi oggi. Parliamo del tuo nuovo singolo “Sbarre”. Puoi dirci di più su cosa ha ispirato questa canzone?
Sbarre è nato nel corso della mia esperienza di cura dall’anoressia in un momento in cui stavo prendendo consapevolezza di quanto fosse importante comunicare il proprio dolore senza bisogno di ricorrere ai comportamenti tipici della malattia. La canzone è uno sfogo in cui ho descritto le mie “sbarre”, ovvero paure, insicurezze di cui avrei voluto liberarmi.
Nel brano, parli apertamente delle tue sfide. Cosa ti ha spinto a condividere questi sentimenti così intimi con il pubblico?
La speranza che le mie parole offrano uno spunto in più per parlare di disturbi alimentari.
“Sbarre” parla di prigionia emotiva, ma anche di liberazione. Puoi raccontarci di come la musica ti ha aiutato in questo processo di liberazione?
La musica ha avuto un grande effetto terapeutico perché mi ha aiutata a capire meglio me stessa e a farmi comprendere dagli altri. Come spesso avviene nelle malattie legate ai disturbi alimentari, utilizzavo il corpo come unico canale di comunicazione con gli altri e la musica mi ha offerto un’alternativa per esprimermi.
Qual è il messaggio che speri di trasmettere a chi ascolta “Sbarre”?
Mi piacerebbe dare voce al tipo di sofferenza che una malattia legata ai disturbi alimentari può provocare e incoraggiare le persone a parlare anche delle proprie esperienze di vita negative!
Quali sono i tuoi progetti futuri, dopo “Sbarre”?
Sto lavorando al mio primo EP, concept album sui disturbi alimentari, che conterrà 6 tracce e che sarà anticipato da un altro singolo in uscita a breve!