Il bene, “Il Male” e gli Zen Circus

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Zen Circus - fotografa Ilaria Magliocchetti Lombi

Abbiamo fatto un ascolto a 360 gradi del nuovo disco degli Zen Circus, “Il Male”. Il vinile autografato dal trio mi guarda dalle mensole della mia libreria. Quel rosa acceso fa capolino tra l’ultimo vinile di Motta e Black Celebration dei Depeche Mode. Ma perché quel rosa? Lo abbiamo chiesto ad Appino, all’instore del 2 ottobre, a Roma.

Il rosa e il nero del disco sono presenti come colori nei brani? 

Appino: Questo no, sarei ingiusto a dirlo anche se potrei trovare un esso, ma la verità è che no, semplicemente a un certo punto ci siam resi conto che volevamo esprimere il male come un prodotto. Noi siamo conosciuti per copertine fotografiche, sempre ad opera di Ilaria Magliocchetti Lombi, la nostra amica che salutiamo e con cui lavoriamo dal 2009. Per la prima volta abbiamo detto “no. Questo disco, “Il Male” è un prodotto e il male va venduto in quanto male”. Ci siamo stati un bel po’ a scegliere […], il rosa magenta ha vinto, perché ci piaceva l’idea di vendere e imprimere il male. Di sicuro l’impianto grafico del disco, quindi pochi colori e solo scritte, ha a che vedere con come sono state lavorate le canzoni, che sono ridotte all’osso rispetto alle nostre ultime produzioni, quindi è tutto registrato chitarra, basso e batteria per quattro possibile in diretta senza alcun tipo di artificio, di nessun genere e questo torna a con la grafica però non sì, è giusto dirti che c’è un nesso antecedente.  

“È solo un momento” è uno dei brani che mi ha preso fin da subito. In una parte del pezzo dite “Che cosa sei adesso? Sei quello che volevi”. Mi chiedevo, gli Zen Circus, adesso, sono quello volevano?  

Appino: Una parte di noi sì, ovviamente parla anche di quello la canzone. È ovvio quando sei ragazzino, almeno nel nostro caso, nel mio particolare… a 8 anni guardavo i Queen alla televisione, a mia madre dissi “voglio fare quello”. Ho preso la chitarra l’anno dopo e per me non c’era altro, è diventata una vocazione, una problematica anche. È vero che a un certo punto della vita, data anche l’età, ti rendi conto che sì, sei quello che volevi, eppure come mai non stai bene? come mai c’è qualcosa che non va? […] Perché c’è quel rumore di fondo dell’esistenza. In questo disco lo abbiamo incanalato nel male. Per noi il “male” non è solo l’opposto del “bene”, ma anche tutto quello che di scuro, di profondo e problematico c’è nell’essere umano. “È solo un momento” è prima nel disco perché parte da un punto di vista più ampio, generale, poi successivamente di canzone in canzone, i vari male “escono” …la società che abbiamo intorno, la violenza, la manipolazione. L’inizio parte tutto da “cos’è questo rumore di fondo?”. Quindi sì, siamo quello che volevamo, irrisolti. 

Penso anche come tutti quelli che vi ascoltano, in certo qual senso. Ne “Il Male” mi piace molto che ci sia tutto questo aspetto della viralità e dell’effimero, in “Virale”, che lo esprime a pieno, ma anche in “Novecento” e “Caronte”…

Appino: sicuramente sì, “Virale” e “Novecento” sono le canzoni in cui il male, come ti dicevo prima, entra nel vivo della società in cui viviamo e in “Vecchie troie”, che siamo ovviamente noi, anche nel tempo che passa. L’effimero, se si intende quello del social, anche quello che stiamo facendo ora, la macchinina che ci sta registrando, e che porterà il verbo di qualsiasi cazzata che dirò un a chi vorrà vederlo, in tal caso… Sì, effimeri, siamo anche noi tutti, ovviamente. Nelle canzoni andiamo a prendere quello che vediamo intorno a noi, possibile senza giudicarlo, poi ovviamente ogni tanto capita, prendi “Virale”. Non è necessariamente qualcosa di cui facciamo parte, ne facciamo un po’ parte. 

A proposito di oblio, se in un futuro ci fosse modo di ricordarsi solo con le parole, quali potrebbero essere le parole con cui vorresti essere ricordato? 

Appino: andate tutti a fanculo è nella lista. Ufo ha uno degli epitaffi più belli della storia dell’umanità che posso raccontare. Ufo aveva un decespugliatore che si è rotto ed è andato a farlo aggiustare. Quando è tornato a riprenderlo l’ha visto appeso all’ingresso con il cartellino con scritto “Schiavelli”, il suo cognome, “si è fermato mentre andava”. È un po’ così – la vita – ci fermiamo mentre si va. 

THE ZEN CIRCUS – TOUR 2025

28 novembre – Padova – Hall – SOLD OUT
29 novembre – Padova – Hall Nuova Data – SOLD OUT
03 dicembre – Milano – Alcatraz
04 dicembre – Torino – OGR Torino
05 dicembre – Firenze – Teatro Cartiere Carrara
11 dicembre – Roma – Atlantico
12 dicembre – Bologna – Estragon – SOLD OUT
13 dicembre – Bologna – Estragon  Nuova Data – SOLD OUT
26 dicembre – Molfetta – (BA)  Eremo
27 dicembre – Senigallia (AN) – Mamamia
28 dicembre – Napoli – Duel
29 dicembre – Perugia – Urban


Promozione – CAROSELLO RECORDS
Promo radio: RED & BLUE
Booking / Management LOCUSTA
Ufficio Stampa e Promozione TV + RAI: BIG TIME

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