La disperata vitalità di A-Lex Gatti, un’intervista (che è un messaggio)

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In occasione dell’uscita del suo ultimo singolo, “Lost in your smile”, abbiamo fatto qualche domanda al cantautore di Carrara A-Lex Gatti per andare più a fondo sul brano, sul momento che stiamo vivendo e su quanto possa essere complicato, oggi, essere emergenti in Italia (cantando in inglese, tra l’altro!).

Benvenuto, A-lex! Regalaci un sorriso e raccontaci la cosa più strana che ti è successa nelle ultime settimane. Non vale rispondere “ho pubblicato un brano in piena pandemia!”.

Ciao a tutti! Non vale neanche dire che ho pubblicato tre brani e due video ufficiali? Difficile da dire dato il periodo. La cosa più strana è stata andare a Sanremo per lavoro durante il Festival di quest’anno con la città blindata per la pandemia.

Ecco, parliamo proprio di questo. Nell’ultimo anno, nonostante i live siano stati costretti a fermarsi, sono state tante le uscite che il mercato ci ha regalato. Come mai, secondo te, nonostante il freno imposto alla musica dal vivo gli emergenti hanno moltiplicato le loro uscite? Non rischia di essere controproducente, un approccio simile?

Credo che la noia sia una brutta bestia ed è spesso anche il motore per uno sfogo creativo di qualunque tipo e molto valido il più delle volte. Probabilmente potrà essere controproducente a livello di numeri e di mercato e di soldi che verranno guadagnati singolarmente. Ma a livello artistico e di sperimentazione probabilmente potrebbe essere un input per rivalutare l’intero panorama musicale,  dominato dai colossi delle etichette discografiche che dettano il bello e il cattivo tempo della musica. Ovviamente sempre che le uscite siano fatte con un certo criterio – messaggio e progetto –  che, sinceramente, è la cosa che è più carente da qualche anno a questa parte. 

Che importanza ha per te il live? Stai già pensando a quando tornerai sui palchi? Sarà dura ripartire, ma a vedere dai tuoi social sei un bravissimo musicista, oltre che un ottimo paroliere…

Per me il Live è vitale. È il posto che prediligo, dove posso sentirmi come mi sento di essere, nel bene e nel male. Quando ho addosso la chitarra, a maggior ragione sul palco, vado nel mio mondo e mi cambia proprio lo sguardo. Sono io. Spero succeda il primo possibile anche perché vorrei avere un feedback reale sul lavoro svolto in questi mesi. Come dicevate sopra: non vale dire che ho scritto dei brani in pandemia, ma nel mio caso mi son presentato per la prima volta al mondo con un mio progetto e durante la pandemia. Quindi i feedback sono totalmente sfalsati. E l’energia dello stare insieme davvero, “live”,  è tutta un altra storia.

“Lost in your smile” è un brano che, come gli altri, non perde lo smalto rock’n’roll pur parlando d’amore a cuore aperto. Ci racconti come nasce il brano?

Il brano nasce come gli altri dal vissuto. È il sunto delle mie riflessioni sul tema e di quello che penso da sempre e che per la prima volta esterno in maniera diretta col mio interlocutore in forma canzone. Come gli altri è stato concepito in una scogliera qua di zona con cornice il mare e le onde, il mio posto preferito per me quasi mistico, dove mi ritrovo a pensare e mettere le mie sensazioni in musica. Il testo è frutto della mia esperienza e della mia vita sociale. Sin da bambino mi son sempre fatto molte domande sul comportamento e la sociologia delle persone, ed ho sempre cercato di darmi delle risposte che cerco di sintetizzare nei miei brani. 

I tuoi testi sono semplici, ed evocano immagini sempre molto precise ed efficaci. A cosa ti dedichi di più? Al significato o al suono delle parole? Insomma, cosa conta per te in una canzone?

In una canzone, da buon musicista, viene prima una buona linea armonica e melodica e che, a livello musicale, sia un bel brano. Per le parole cerco di esprimere il messaggio nella maniera che mi sembra più chiara e che suoni bene assieme alla musica. Insomma, cerco di combinare tutte le parti senza distinzione in modo che il tutto diventi organico e raggiunga il risultato che ho in testa. Per me di una canzone conta in assoluto di più il messaggio che si vuole portare. Se la veste poi è bella tanto meglio. 

Consigliaci un film da guardare stasera, dopo aver ascoltato per l’ennesima volta “Lost in your smile”, il tuo nuovo singolo.

Così su due piedi, non sono un gran cinefilo ma direi “Inception”. Mi affascinano da sempre i generi un pò psicologici e intricati .

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