Giorgieness: «Le donne piangono perché sono arrabbiate»

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più

Giorgieness, la cantautrice indie-rock Giorgia D’Eraclea

Finalmente, dopo due anni di pandemia, siamo potuti tornare a sostenere i nostri artisti del cuore ai concerti. Tutti in piedi, vicini, ad urlare e ad abbracciarci, consci del tempo che è passato e dei danni subìti dal mondo della musica in questo lungo periodo. A distanza di circa un mese da questa “rinascita” dovremmo essere tutti felici, speranzosi, carichi in vista di una primavera e di un’estate ricca di eventi. E invece no.

È il 1 aprile, siamo a San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona, al Verona Digital Music Fest. Al primo posto della line up c’è Giorgieness, affermatissima cantautrice e chitarrista indie-rock italiana di nome Giorgia D’Eraclea. Non starò qui a raccontare di quanto Giorgia sia una ragazza dolce, simpatica, in gamba: chi ha avuto modo di ascoltare le sue canzoni o di assistere a un suo live lo sa, e non trovo siano elementi rilevanti in questa narrazione.

Giorgieness Giorgia D'Eraclea
Giorgieness, Giorgia D’Eraclea

Cos’è successo al concerto dei Giorgieness

È il 1 aprile, ma non è uno scherzo: “succede”, e non è così raro come potrebbe sembrare, che Giorgia, accolta dagli applausi, tra un “brava” e l’altro sente anche qualcuno urlarle “nuda!”. Casualmente il fatto viene ripreso da un cellulare: Giorgia nell’immediato risponde che no, non va bene perché sta lavorando, e inizia a cantare. In un secondo filmato, pubblicato anch’esso in un post di Instagram, Giorgia decide che è il momento di rompere il silenzio e di parlare chiaramente di ciò che una donna è costretta a subire quando decide di condividere la propria arte con un pubblico. La sua è una voce ferita, estenuata, ma Giorgia è stufa di piangere: “Sarò sempre più arrabbiata e pronta a farvi vergognare di aver solo pensato di umiliarmi così”.

La colpa non è la tua

Quello che vorrei dire a Giorgia è che no, non è solo perché stai lavorando che non dovresti subire un simile trattamento, e no, non c’è nulla a cui dovresti aggrapparti per giustificare la tua condizione. “Succede”, come dici tu, ma non dovrebbe mai, né mentre lavori né mai, né perché decidi di stare su un palco né mai. E la colpa non è la tua, del tuo essere donna o del tuo lavoro. Viviamo in una società che è immersa in un mare di maschilismo tossico e di subordinazione femminile e la tua storia, Giorgia, ha fatto luce proprio sul fatto che il mondo della musica non sia esente da certi meccanismi. Condivido con te, Giorgia, la speranza che le cose cambino e ti ringrazio perché senza la riflessione, il pensiero critico e la condivisione questa speranza non sarebbe che vana.

Questa vicenda infelice deve far meditare chiunque, fruitori di musica e non, maschi e femmine, giovani e adulti, perché non è una storia che parla di musica, ma è una storia che attraverso la musica ci racconta la cruda realtà in cui siamo costretti a vivere, ma che abbiamo la possibilità di cambiare.

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti per rimanere aggiornato su tutte le nuove uscite e per non perderti nemmeno un articolo dei nostri autori! Basta solo la tua mail!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più