Oggi abbiamo il piacere di incontrare The Uncles, un duo acustico che ha appena lanciato il nuovo singolo “Quello che rimane”. Questo brano esplora le emozioni che seguono la fine di una relazione, trasformando la tristezza in una nuova consapevolezza. In questa intervista, scopriremo come è nata l’ispirazione per il brano, come la loro amicizia ha influenzato la musica che creano e le sfide che affrontano in studio. Parleremo anche di come bilanciano la semplicità degli arrangiamenti con la profondità dei testi e dei loro sogni per il futuro. Preparatevi a scoprire il mondo di The Uncles, dove la musica è un modo per comunicare e connettersi.
Come è nata l’ispirazione per “Quello che rimane”? Qual è il cuore emotivo del brano che volevate comunicare?
Quello che rimane nasce sul divano di casa, chitarra e voce. Come spesso accade per i nostri brani, è nato dalla necessità di dirsi e dire cose. Dall’esigenza di elaborare, accettare, passare attraverso ad un’esperienza. Questo lo facciamo tutti, ognuno a modo suo, noi lo facciamo tramite la musica.
Quello che rimane vuole raccontare quel processo di accettazione e di elaborazione al termine di una storia d’amore così, man mano che il tempo passa, la tristezza si trasforma in qualcosa di nuovo.
Avendo entrambi frequentato la stessa scuola di canto ma essendovi conosciuti solo nel 2018, come questa amicizia ha influenzato la vostra musica e la creazione di nuovi brani?
Inizialmente, concentratici su un progetto musicale di cover, la nostra musica è stata influenzata a vicenda dalla diversa natura delle nostre voci. La nostra unione artistica, agli esordi, è stata caratterizzata unicamente dalla necessità di fare musica per uscire dalle nostre vite professionali dell’epoca. Quando abbiamo capito che le nostre voci creavano qualcosa di unico e di forte, abbiamo cominciato a sentire la necessità di mettere in musica i nostri pensieri e le bozze che avevamo timidamente scritto e custodito.
Durante la produzione di “Quello che rimane”, avete menzionato alcuni dei vostri scontri creativi in studio. Qual è stata la sfida più grande che avete dovuto affrontare e come l’avete superata?
Il nostro rapporto artistico è sempre molto ricco di “scambi di opinioni”, ormai siamo più che abituati!
Gli scontri sono all’ordine del giorno, così come in studio. Durante la produzione di Quello che rimane abbiamo letteralmente odiato il LA bemolle, non credo scriveremo più nulla in questa tonalità. La sfida più grande è stata trovare la giusta tonalità e gli accordi conseguenti districandosi fra capotasto e accordature diverse della chitarra. L’abbiamo superata litigando, come al solito! 🙂
Essendo un duo acustico, come trovate l’equilibrio tra la semplicità dell’arrangiamento e l’intensità emotiva dei vostri testi? Qual è l’elemento più gratificante nel creare musica in questo formato?
Il fatto di essere un duo acustico ci permette di costruire “una casa” dalle fondamenta: ci concentriamo sulle parole, il senso e le emozioni dei nostri testi per cercare che la musica e l’arrangiamento siano, solo successivamente, cuciti a misura intorno alle parole.
Oltre alla musica, quali altre forme di espressione artistica influenzano il vostro processo creativo?
Il teatro ed il musical. Abbiamo scoperto queste due forme d’arte recentemente e abbiamo capito che non c’è niente come stare sul palco di un teatro per capire come interpretare e dare il giusto per alle parole.
Da quest’anno, avete deciso di dedicarvi completamente alla musica. Qual è stata la più grande sfida nel passare da una passione condivisa a una professione a tempo pieno?
Ci siamo buttati, era una necessità che non poteva più aspettare per non vivere poi di rimpianti. Non è semplice lasciare strade professionali avviate e consolidate per sceglierne una in cui la precarietà è all’ordine del giorno, ma è e sarà sempre stata la nostra scelta più giusta.
La sfida più grande è farsi spazio in questo grande mondo ed essere credibili soprattutto in Italia dove, essere musicista, non viene mai considerato un lavoro “vero”.
Guardando al futuro, quali sono i vostri prossimi obiettivi musicali?
Abbiamo diversi brani che vorremmo far conoscere, fare ascoltare, alcuni anche molto profondi. Vorremmo che alcune cose che abbiamo scritto potessero arrivare al cuore delle persone e che potessero rivedersi in loro. Sogniamo di continuare a fare questo tutti i giorni, senza precluderci nulla dal futuro e sperando che, il futuro, sia buono con noi.