Un aiutante tuttofare in un mondo ideale
Yann Pendaries è un fotografo dall’animo poetico o, come egli stesso si definisce, un ‘poetografo’.
Ecco il resoconto dell’intervista che gli ho fatto:
Per le ambientazioni con oggetti di piccole dimensioni, hai creato dei fotomontaggi realistici mentre, per le scene ambientali il personaggio è grande ed interagisce con un mondo letteralmente da cartolina. Perché hai scelto questi due approcci differenti?
Attraverso le mie immagini, ho voluto rendere giganti oggetti quotidiani solitamente piccoli perché li ignoriamo spesso in quanto troppo banali. È lo stesso per gli animali, la frutta e la verdura: acquistano una posizione di rilievo all’interno dell’immagine e talvolta io stesso non sono più l’attore principale ma un elemento secondario.
Per i piccoli-grandi mestieri, invece, utilizzo un biglietto aperto per dare l’idea della profondità e vedere la scena come una finestra aperta sul mio universo.
Il tuttofare è a volte un aiutante per faccende di cui avremmo veramente bisogno, ma altre volte si occupa della natura tagliando le foglie, facendo sorgere il sole… Quale era il tuo scopo? Cosa volevi mostrare?
Non avevo un obiettivo preciso, nella nostra quotidianità svolgiamo spesso dei compiti che non ci piacciono o che sono laboriosi e sogniamo che ci siano dei piccoli elfi ad aiutarci.
Le mie idee vengono proprio da queste situazioni. Per esempio, un giorno ho raccolto dei fagiolini dal mio orto e, quando ho iniziato a prepararli, erano pieni di fili e ho desiderato avere qualcuno che li togliesse al mio posto. Voilà, ecco come è nato Lo sfilatore di fagiolini (Le défileur de haricots verts).
O ancora, io porto gli occhiali e trovo molto fastidioso doverli pulire tutti i giorni, perciò ho inventato Il pulitore di lenti (Le laveur de carreaux de lunettes).
In poche parole, ho immaginato un super assistente per la vita quotidiana.
Inoltre, ho due figlie piccole che mi chiedono sempre il perché di qualsiasi cosa; ogni genitore deve superare questa fase ma capita di non conoscere tutte le risposte o di non volersi dilungare in spiegazioni scientifiche; è così che sono nati Il tagliatore di foglie (Le découpeur de feuille) o Il salatore del mare (Le saleur de mer)…
In questa serie volevi rappresentare maggiormente situazioni magiche o surreali?
La magia è nella fotografia perché posso modificarla e tagliarla donando ad oggetti della vita quotidiana un’aura più poetica come un lecca-lecca che diventa un albero abbattuto da un taglialegna (Le bûcheron de sucettes).
Il mio stile, però, è più surreale, infatti alcuni mestieri, tra cui Il barbiere di kiwi (Le coiffeur de kiwi), non servono a nulla.
Mi piace provocare delle risate e mettere gli spettatori davanti a situazioni inverosimili e scherzose.
La scelta di colori ingialliti e di oggetti d’epoca, unita al tuo abbigliamento, crea un’atmosfera vintage. Come mai ricercavi questo effetto?
Riguardo all’abbigliamento, nei fotomontaggi indosso il completo del mio matrimonio perché così ho l’opportunità di utilizzarlo ancora.
A proposito degli oggetti, invece, apprezzo molto lo stile steampunk del XVIII-XIX secolo e ho voluto inserirlo per le sue caratteristiche visive.
Inoltre, sono un estimatore di Willy Ronis e di Robert Doisneau, due esponenti della Fotografia umanista1 francese del dopoguerra.
Tutti questi aspetti hanno influenzato la mia serie portandomi a creare un mondo ideale in cui un personaggio elegantemente vestito ci facilita la vita interagendo spesso con oggetti di epoche passate.
D’altronde, non vorreste anche voi un personale intagliatore di biscotti, mescolatore di caffè, raccoglitore di briciole e giratore di pagine mentre fate colazione e vi leggete un bel libro?
Link utili: Sito web di Yann Pendaries
Pagina Facebook dell’artista
English version: Yann Pendaries’ Tiny Jobs
Photo courtesy dell’artista
1 La fotografia umanista è una corrente fotografica europea nata alla fine della Seconda guerra mondiale e protrattasi fino alla fine degli anni ’60. Poneva al centro delle proprie ricerche l’essere umano e la quotidianità.