Sanremo 2022: è ancora il festival che vogliamo?

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più

Amadeus ha annunciato la lineup di Sanremo 2022

Nel mondo della musica italiana, il periodo tra dicembre e febbraio è pressoché monotematico, al di là delle uscite di Natale: si cerca di prevedere che tipo di Festival di Sanremo aspetterà pubblico e critica l’anno successivo. In questo caso, dall’1 al 5 febbraio 2022. A giudicare dalle apparenze, però, la prossima rassegna promette molte criticità che, forse in un tentativo estremo di salvare i gusti di tutti, dai nomi dei 22 big sembra consegnare all’Ariston un miscuglio eterogeneo e poco assortito.

Il nuovo che avanza ed il vecchio che non se ne va

Negli ultimi anni, due sono le linee che la direzione artistica ha portato avanti: il tentativo è stato quello di conciliare il “sanremismo” un po’ vetero, classico e da canzone italiana DOC, con quelle note, sonorità e generi che potrebbero rappresentare l’Italia di oggi. Sostanzialmente, Sanremo ha cercato di autoconservarsi nel gig system dei talent e degli streaming. Guardando agli ultimi anni, per esempio, vediamo vincere i Maneskin (2021), Diodato (2020), e già qui ci si potrebbe fermare sul piano dei contrasti stilistici. Ma tornando indietro nel 2019 ha vinto Mahmood, nel 2018 Ermal Meta. Una sorta di par condicio, andando giù d’accetta, tra i gusti dei giovani e quelli del pubblico storico della kermesse ligure.
Con Sanremo 2022, però, questo sistema potrebbe collassare: troppi ragazzi dai talent (Michele Bravi, Sangiovanni, Irama e Aka 7even). Ma anche tanti cantanti di lungo corso (forse troppo). Un po’ di rap perché ormai non se ne può prescindere, ma tra Rancore e Dargen D’Amico, se si vuole portare un po’ di critica a Sanremo, ne passa di acqua sotto i ponti.

Qualche speranza, nessun indie, i soliti classici

Forse è distratto chi scrive, ma nella lista dei partecipanti a Sanremo 2022 sembra non ci sarà spazio per l’indie. Certo, c’è La Rappresentante di Lista, che ha fatto grandi cose nel 2021, c’è Achille Lauro, che ormai ha il posto fisso all’Ariston e c’è Mahmood con Blanco. È mainstream, ma non è Amici né i grandi classici. I pronostici a logica farebbero pensare che siano proprio Mahmood e Blanco a poter far saltare il banco, ma l’incognita riguarda le possibilità dell’italo-egiziano di ripetersi dopo la sua controversa vittoria del 2019.
C’è poi lo zoccolo duro dei gusti sanremesi, quegli artisti che forse non porteranno a casa il premio ma, al netto di una certa banalità di fondo sul piano dei testi, probabilmente allieteranno un Ariston zeppo di autotune e slang rap. Emma, Noemi, Elisa, Giusy Ferreri, ma anche perché no Le Vibrazioni e Ranieri saranno gli alfieri di questa corrente.
Ci si accontenterà? Per forza, anche perché Sanremo 2022 è comunque Sanremo e la sua attrattiva discografica e di pubblico resta troppa. Vedremo se qualcuno se ne stuferà prima o poi. Nel frattempo, i dubbi sulla direzione artistica di Amadeus aumentano di anno in anno.

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti per rimanere aggiornato su tutte le nuove uscite e per non perderti nemmeno un articolo dei nostri autori! Basta solo la tua mail!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più