Il museo MAGI’900

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Una piacevole scoperta in Emilia-Romagna

Devo ammetterlo, ho scoperto il museo MAGI’900 solo recentemente e in modo piuttosto casuale.
Questo articolo è perciò rivolto a tutti coloro che sono ancora ignari di cosa si stiano perdendo!

Uno dei motivi per cui il museo MAGI’900 non è tra i più conosciuti del nostro Paese è sicuramente il luogo in cui si trova: non una grande città, ma Pieve di Cento, un piccolo comune all’estremità della provincia bolognese.

L’altro motivo è la sua origine, si tratta infatti, del primo museo italiano totalmente privato.

È nato nel 2000 grazie al mecenatismo dell’imprenditore e collezionista Giulio Bargellini, fondatore del marchio OVA.

Già dalla collocazione del nucleo originario del museo, si può comprendere molto sulla sua particolarità: si trova in un edificio industriale, un silo del grano risalente al 1933 e riconvertito per la sua nuova funzione.

Successivamente, il MAGI’900 è stato ampliato con altre due sezioni espositive, una dedicata ai maestri storici del Novecento e a singoli autori contemporanei, l’altra all’arte africana e sudamericana degli ultimi decenni, nonché all’arte aniconica e figurativa.

Inoltre, è presente un giardino delle sculture che ospita grandi opere in dialogo con il verde circostante e i toni metallici degli edifici.

Il museo è caratterizzato da sale ampie e luminose e da un allestimento mai banale: si passa da ambienti ‘densi e intensi’ come quello dedicato alla Biennale di Malindi, ad altri più simmetrici e rigorosi, fino a quelli avvolgenti ed enciclopedici come i filari di disegni futuristi.
Anche le forme e le dimensioni delle opere sono così variegate che ci sono statue alte vari metri e quadri di soli 8×10 cm.

Parlare in questo articolo dei grandi nomi esposti sarebbe riduttivo perché gli artisti in questione sono veramente tanti e importanti. Mi limito a citare alcuni dei più popolari tra cui Giorgio de Chirico, Giacomo Manzù, Lucio Fontana, Alberto Burri, Damien Hirst, Sol LeWitt…

Vorrei invece soffermarmi su degli artisti meno conosciuti in Italia ma non per questo di fama minore a livello internazionale: Esther Mahlangu e Cesare Siviglia.

Le opere di entrambi si trovano nella sezione dedicata all’arte africana e sudamericana di cui sono i principali esponenti in mostra.

Mahlangu viene dal Sudafrica e realizza pannelli dalle colorate geometrie simili ai decori di perline tipici della tribù N’debele; Cesare Siviglia viene invece dalle Ande colombiane e si ispira all’arte precolombiana e al muralismo messicano.

Sebbene molto distanti, anche solo per fattori geografici, questi due artisti hanno in comune il legame con la cultura delle proprie origini e con un’estetica primitivo-ancestrale che, nella sua semplicità di forme e campiture piatte, riesce a catturare i visitatori.

Oltre agli spazi dedicati alle esposizioni permanenti, ci sono anche quelli delle mostre temporanee. Lì, dal 4 marzo al 16 aprile, si terrà “Impronte nel vento”, la personale di Federica Cipriani in cui l’artista esplora la relazione tra l’identità individuale e quella collettiva attraverso stormi di uccelli cartacei e grandi nidi di giunco.

Consiglio vivamente a tutti di visitare questo museo e di prevedere almeno un pomeriggio intero da trascorrere circondati dall’arte!

Link utili: Sito ufficiale
Instagram MAGI’900
Facebook MAGI’900

English version: The MAGI’900 Museum

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