Kayla Trillgore: “La mia musica sensuale e sacra”. L’intervista.

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Nerodenso” è il titolo dell’ultimo singolo di Kayla Trillgore, musicista attiva con questo progetto dal 2018 con all’attivo sette singoli e un EP. Questa volta oltre testo e musica, firma anche la produzione, completando così il suo percorso artistico.  “Nerodenso” cristallizza una marcata componente estetica che si integra con la sua singolare visione musicale. Un immaginario etereo e doom si mescola con sonorità estreme, che uniscono moderni beat electro a sensuali linee vocali che richiamano le vibrazioni del dark gothic più struggente.

C’è un motivo in particolare per cui hai deciso di chiamarti Kayla Trillgore?

Kayla è una crasi dei miei due nomi, Laylla e Karina. Il termine Trillgore sta per true & real gore, rappresenta l’affermazione dell’esistenza di una verità unica, che comprende e eleva tutto, anche ciò che è più “reale”, anche il corpo, il dolore, il sangue, le cicatrici. Rappresenta in sintesi la meravigliosa tragedia dell’essere mortali, ma eterni perché compresi in questa grande Verità.  

Come definiresti la tua musica?

Eterea ma violenta, buia ma luminescente, sensuale e sacra.

Che messaggio vuoi dare a chi ti ascolta?

Che bisogna accogliere il dolore e superarlo, che la luce esiste e la meritiamo tutti.

Come e quando nasce il tuo ultimo singolo, “Nerodenso, uscito a maggio su tutte le piattaforme digitali?

“Nerodenso” è nato a luglio 2021 durante una Luna Nuova, in un modo molto naturale e fluido. Non vedevo l’ora di realizzare un brano interamente autonomo.

In “Nerodenso” si surfa tra generi, per cui troviamo sonorità doom, metal,dark, electro: questa scelta stilistica immagino risenta delle influenze della musica che ami ascoltare. Con quali band sei cresciuta? Quale ritieni abbia segnato maggiormente il tuo percorso artistico-musicale?

Ho vissuto e approfondito diverse realtà, dalla trap al metalcore, dal pop più scintillante all’elettronica più cupa, e molto altro. Sicuramente gli artisti che più mi hanno influenzata (al di là di una miriade di band emocore) sono gli Evanescence, Subsonica, Verdena, Vasco Brondi, Burial, Crystal Castles, IC3PEAK e Grimes.  

Come nasce l’idea del videoclip che accompagna “Nerodenso” dove tu, protagonista in maschera, sembri invitare lo spettatore in una sorta di cerimonia neopagana?

In realtà credo che lo spettatore sia puramente spettatore in questo caso, di un processo molto intimo e personale che ho deciso di manifestare attraverso alcuni archetipi e immagini. L’idea nasce da sinestesie che provo quando faccio musica, così come il titolo del brano.

Ti servi dei social come Facebook e Instagram per promuovere la tua musica?

Sicuramente più Instagram di Facebook, ma cerco di essere presente ovunque abbia senso esserci, per far arrivare la mia musica alle persone giuste. 

Bolle qualcosa nel tuo pentolone musicale? Prossimi eventi in programma?

Mi sto concentrando molto su questa nuova dimensione di producer, voglio crescere e imparare, ma soprattutto trovare nuovi modi di esprimermi e integrarli tra loro. A breve sarà online una live performance di Nerodenso, molto a breve. 

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