Su una terrazza romana ho ascoltato Paola Consagra

Al Togheter Network si respira aria di novità

Su una terrazza del centro di Roma, con il pomeriggio che si fa tramonto, ho ascoltato la voce di Paola Consagra, coinvolta nell’appuntamento di “Vespri Sonori“. Il format, ideato da Togheter Network, è uno spazio privato dove far esibire artisti di voci e stili differenti. Paola ha dato il là a una sera di musica proseguita con Folcast, all’anagrafe Daniele Folcarelli: cantautore romano, fa già parte dei nostri focus su IndieLife. A tal proposito, recupera qui l’intervista a cura di Manul Apice.

Con Paola, invece, ho scambiato due chiacchere il 27 giugno, su quel terrazzino romano. La sua voce mi ha trasmesso delle vibes cantautoriali classiche, quasi country, in una coppia vincente che è quella voce e chitarra.

Paola Consagra, voce e chitarra

Paola Consagra è nome d’arte oltre a essere nome e cognome della cantautrice che ha aperto il secondo appuntamento di “Vespri Sonori”. Palermitana d’origine, romana d’adozione, Paola si è trasferita a Roma nel 2018 per studiare a Officina Pasolini. Tra i suoi brani, “24 ore“, ultimo brano produzione meghabene, “Da qui“, uscito a ottobre 2024, sempre con meghabene e altri brani, come “Conta“, “Il giubbotto sopra il letto“, “Scema“…

Le è sempre piaciuto cantare, racconta di sé che voleva approfondire la voce e ha iniziato a studiare all’Officina, di aver fatto qualche anno di canto per perfezionarsi ma che suonava già, chitarra, piano e armonica… Da lì, dice, è partito tutto, o quasi, ma facciamo un passo indietro.

Paola, quand’è che hai iniziato a fare musica?

Ho sempre avuto a che fare con la musica perché i miei genitori sono appassionati, suonano. Da piccola ho partecipato a un coro a scuola, ho sempre di cantato, diciamo. Poi ho iniziato a scrivere a 18 anni, per un’esigenza, dovevo dire delle cose, ho capito che quello é il mio modo, ho bisogno di scriverle e cantarle.

Ti sei giá sentita aperta al mondo o c’è voluto più tempo per capire che questa sarebbe stata la tua strada?

L’ho capito nel momento in cui ho iniziato a scrivere e suonare in giro, sono stati momenti abbastanza vicini tra loro perché facevo una scuola di musica che mi ha per permesso di suonare in un posto una mia canzone, la prima che avevo scritto. Mi sono lanciata. E lì ho pensato questo è il mio posto, questo è il mio modo, questa sono io. Fino ad allora mi sono sempre sentita un po’ “che non sapevo cosa mi piaceva”, mai grandi passioni. Seguivo “la gente”. Invece in quel momento ho pensato eccomi, ora, questa sono io.

Le prime volte che ti sei esibita?

Ero a Palermo, poi mi sono trasferita a Roma nel 2018 perché sono entrata a Officina Pasolini, ho fatto il triennio anche durante il Covid. Poi sono rimasta a Roma perché ho trovato un compagno di corso con cui ho iniziato a suonare. Mi sono innamorata di questa città e sono rimasta.

Paola Consagra live al Vespri Sonori - foto IndieLife

Quindi, ha iniziato a girare un un po’ per Roma, c’è un posto nel cuore dove ti sei esibita?

Il Monk. Ho aperto lì i concerti di Gnut e Nicolò Carnesi. È stato pazzesco. Il Monk è un posto in cui mi piace andare ad ascoltare musica, farlo al contrario, quindi suonarla, è stato emozionante.

Rispetto alle tue origini, mi riferisco alla cover che hai cantato stasera, vorresti portarle anche nella tua scrittura?

Non saprei perché non parlo in siciliano correntemente, non è una cosa che mi è stata tramandata. Mi è capitato una volta, in un momento particolare, di dover scrivere una cosa molto intima e mi è venuto di farlo in siciliano. Anche se non mi viene naturale di solito, una volta é successo quindi chissà…

Invece, per quanto riguarda canzoni in altre lingue? Non so se canti o hai già cantato in inglese…

Ho iniziato a scrivere in inglese però solo una canzone poi ho continuato in italiano. Anche se ho sempre ascoltato tantissima musica in inglese, mi piace suonare le cover quindi anche tantissime cover in inglese.

C’è una differenza tra gli artisti/band che ti piacciono perché magari le hai ascoltate nel tempo da ragazzina fino all’età adulta e quelle che invece prendi come inspirazioni. Per te quali sono le une e quali sono le altre?

Per l’ispirazione direi Joni Mitchell, quando l’ho scoperta mi ha aperto un mondo, anche Brandie Carlile, sempre sul folk country, Johnny Cash… chitarre e voci intense mi fanno impazzire. Per la musica da ascoltare dico i Queen, sono appassionatissima. Mi appassiona vedere una persona che è nel momento giusto e nel posto giusto, che é al mondo per un motivo come Freddie Mercury. Per la musica italiana invece penso a De André, De Gregori, tipo Rimmel è l’album per me più caro, Gino Paoli

Invece artisti con cui vorresti esibirti?

Gnut, mi piacerebbe molto una collaborazione.

Ci saranno dei nuovi live?

Sto seguendo il tour di uno scrittore, che si chiama Basilio Petruzza, “Figli amati male“. Mi ha chiesto, prima di farmi leggere il libro, di scrivere una canzone sul tema. Io l’ho scritta e l’ho seguito per tutto il tour in Italia anche perché leggere é una cosa che amo.

Allora ultima domanda: qual è il libro che hai sul comodino?

Sto leggendo un libro di poesie di Antonia Pozzi e un romanzo di Javier Marias, “Così ha inizio il male”.

Segui Paola Consagra su instagram e facebook, per gli altri appuntamenti di Vespri Sonori guarda qui

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