Massimo Silverio pubblica Surtùm, un nuovo album in carnico che trasforma il silenzio in preghiera sonora

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Un viaggio tra musica, memoria e metamorfosi

Dopo il successo di Hrudja (2023), accolto da pubblico e critica internazionale e finalista alla Targa Tenco 2024 come miglior album in dialetto, Massimo Silverio torna con un’opera intensa e visionaria: Surtùm, disponibile dal 10 ottobre 2025 per Okum / Goodfellas.

Cantato ancora una volta nella lingua madre del cantautore friulano, il carnico, Surtùm è molto più di un disco: è un rituale laico, un canto di speranza e di lutto, di fratellanza e di metamorfosi. Un’opera che fonde elettronica minimale, suggestioni neofolk e una profondissima connessione con la terra e la memoria collettiva.

Cosa significa “Surtùm”?

In friulano, surtùm indica una palude, un prato acquitrinoso. Ma per Silverio diventa un luogo simbolico: uno spazio dove si depositano canti e preghiere, come rugiada sulla terra. “Una palude è luogo sia di morte che di vita”, racconta l’artista. “È transizione, trasformazione, rinascita”.

Un album che nasce dal live, evolve nel rito

Surtùm è stato scritto, arrangiato e prodotto da Massimo Silverio con Manuel Volpe e Nicholas Remondino, già al suo fianco nel precedente album. Il disco si arricchisce inoltre di preziose collaborazioni:

  • Mirko Cisilino (C’mon Tigre) – corno e tuba
  • Flavia Massimo (Teho Teardo) – violoncello ed elettronica
  • Benedetta Fabbri – violino
  • Martin Mayers – corno delle Alpi

Alla base di Surtùm c’è una domanda: “In quale luogo si conserva la memoria?”

Per Silverio, la risposta risiede nella pelle, nei luoghi, nei boschi, nelle azioni che lasciano un’eco. Surtùm diventa così una discesa dolce e dolorosa nella natura oscura dell’uomo e nella sua capacità (o incapacità) di conservare la memoria, di trasformare il dolore in consapevolezza, l’odio in preghiera.

Allora mi giunge solo quest’immagine: quella di un canto, una preghiera che possa depositarsi sulle cose come brina. Come rugiada.
Ecco forse perché c’è tanta umidità in questo disco, partendo dalla sorgente (Avenâl) che è l’essenza, l’anima di un’attesa e di un amore che scorre nel corpo di un albero, fino al grembo (Grim) che è una preghiera rivolta all’acqua, per farla ritornare ad essere il grembo di noi tutti. Tutti, nessuno escluso.
C’è anche tanta torba, tanto torbido. Tanto affanno. Terra, muschio, una fiamma che brucia tra i vapori, come il vespro di tutto questo vuoto comunicare. L’ingordigia del primo (Prin) fenomeno, un canto che si tiene compagnia da solo, cantando.
Un canto che funge da ghirlanda funebre (Zoja), un canto per chi non c’è più (Vàre) e un canto per tutte le persone che stanno soffrendo (Ghirbe).
Un canto per questo mondo amputato (Sorgjâl).

Massimo Silverio

Chi è Massimo Silverio?

Massmo Silverio è un cantante, autore e musicista nato e cresciuto tra le montagne della Carnia. Scrive e canta principalmente nella sua lingua nativa, il carnico, variante antica della lingua friulana. La sua musica utilizza un personalissimo idioma fatto di poesia e suoni che si mescolano tra popolare e colto, classico e contemporaneo, tangibile e occulto in un immaginario fatto di luoghi, anime e piante, volti e riti antichi.

Con Hrudja ha calcato i palchi di importanti festival e teatri in Italia ed Europa (Jazz is Dead, No Borders, Locus Festival, FIAS Madrid, Linecheck) e ha ricevuto l’attenzione di media internazionali come Mojo, Clash, Rolling Stone, BBC6 (Iggy Pop), KEXP, Radio Rai e FIP Radio France.

Surtùm non si ascolta: si respira, si vive, si sogna. È un disco che chiede tempo, presenza, pelle. Una testimonianza artistica di rara profondità che consacra Massimo Silverio tra le voci più potenti e originali della scena musicale contemporanea.

CREDITS

Prodotto da Manuel Volpe

Tutte le musiche e i testi sono scritti da Massimo Silverio.

Ad eccezione di “Sorgjâl”, musica scritta da Massimo Silverio, Manuel Volpe e Nicolas Remondino.

Arrangiamenti di Manuel Volpe, Massimo Silverio e Nicolas Remondino
Arrangiamenti per archi e fiati di Manuel Volpe.

Registrato da Manuel Volpe presso Okum Studio e Rubedo Recordings, e da Massimo Silverio a casa sua, tra maggio 2024 e giugno 2025.

Mixato e masterizzato da Manuel Volpe.

Artwork di Enrico Sandri

Foto di Riccardo Carpanese

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