“Archetype” è il nuovo disco della band Coma Berenices, composta da Antonella Bianco (chitarra elettrica, tastiere), Daniela Capalbo (chitarra elettrica, chitarra acustica), Andrea De Fazio (batteria) e Gabriele Cernagora (clarinetto).
I sei brani che compongono il nuovo album sono differenti per ritmiche e melodie, ma sono accomunati da atmosfere eteree e un po’ sospese. Di certo vanno ascoltati in maniera consequenziale, possibilmente in una giornata piovosa, ma non troppo. Insomma, da ascoltare e basta.
Ma per saperne di più noi di Indielife abbiamo intervistato la band.
Ciao! Iniziamo dal nome del vostro progetto “Coma Berenices”. Ha un retrogusto mitologico, da dove deriva questa scelta?
In realtà il nome della band è stato scelto quasi per scherzo. Al rientro a casa dopo un concerto di St. Vincent a Roma, nel tentativo di azzeccare quello giusto, un’amica ci propose Coma Berenices ironizzando sulle nostre capigliature a fine serata: fu per noi una folgorazione! Nella mitologia c’è però un richiamo indiretto al nostro modo di concepire la musica, una dichiarazione d’amore, una costellazione atipica, a tratti timida e introversa, visibile quando il cielo non è inquinato. Ci riconosciamo in questa semplicità e sincerità.
La prima traccia dell’Album “Archè” è un po’ un ossimoro: si tratta di una melodia incombente ma delicata. Com’è andato il processo di composizione di questo brano?
“Archè nasce dal nulla, incombente, una melodia eterna, e al nulla ritorna, per rinascere, e rinascere ancora, in punta di piedi, per non svegliare” E. Di Tommaso
Un amico, poeta e critico musicale così ha interpretato questo brano. Archè nasce da un forte bisogno di rigenerazione. Il brano è stato composto in un periodo burrascoso vissuto da Dani. In studio è stato ben accolto.
“Keep Your Feet On The Stars pt.1” potrebbe richiamare all’atmosfera di quando piove ma dalle nuvole traspare qualche raggio di sole. Cosa racconta questa traccia così evocativa?
Il brano è composto da due parti speculari. La prima potrebbe essere rappresentata dalla domanda: Dove si cade quando sogniamo? E nella caduta cosa troviamo? C’è libertà nel lasciarsi andare, ma anche scoperta: come ad esempio quella di un raggio di sole tra un insieme di nuvole.
Il brano “Silent Days” è un brano parlante. È un brano che pone interrogativi, legati anche alla solitudine. Allora nasce prima la melodia o il mood che si vuole esprimere?
“Silent Days” nasce come mood tradotto in melodia. È un brano d’amore, una dichiarazione di amore in assenza della destinataria, un insieme di parole non dette.
La parola “Archetipo” significa etimologicamente primo esemplare. Allora questo album segna l’inizio di qualcosa di nuovo?
Certamente. “Archetype” è nuovo inizio, ne siamo consapevoli, ma al tempo stesso ci auguriamo che il nostro percorso possa essere sempre in costante evoluzione di bisogni e scelte espressive. In questo modo, potranno esserci molti “nuovi inizi” e una spinta costante a fermarsi per guardare indietro la strada percorsa.
Domanda tecnica: qual è il tempo musicale più pertinente al vostro mondo?
Dal moderato al…vivace!
Grazie!
Grazie a te e a Indielife!
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