Dal 17 Giugno possiamo ascoltare il primo disco del collettivo Canzoni Per “Scopare”. No, non è come sembra: le canzoni sono “più o meno serie”, come afferma il gruppo. Si tratta di un esperimento in cui pop e cantautorato sono gli ingredienti. Il tutto accompagnato da un buon gin tonic che “non è un cocktail, è uno stato d’animo” (dal brano “Nel vento d’Ottobre”).
Ma vediamo come i ragazzi di Canzoni Per hanno risposte alle domande di Indielife!
Iniziamo con una domanda legata al nome “Canzoni per”: ci raccontate di più riguardo questa scelta “sospesa”?
Diciamo che è una scelta aperta più che sospesa. Ci piaceva l’idea di poter dare un’identità diversa al progetto da album in album. In questo modo mettiamo al centro della nostra produzione le canzoni e non la personalità degli artisti che ci sono dietro e quindi siamo più liberi di variare e di essere coerenti solo con quello che ci va di fare.
“Scopare” è il vostro primo disco ed è piuttosto sfacciato. Avete in mente un target definito da poter intercettare?
In realtà no. Diciamo che “Scopare” è un album apparentemente sfacciato perché, titolo a parte, le canzoni che lo compongono sono più o meno serie. In questo senso l’unico target che tendiamo a escludere è quello di chi giudica i libri dalla copertina: se ti scandalizzi e non ascolti un album perché ha un nome irriverente noi sei parte del nostro target.
I vostri brani parlano principalmente di sentimenti. Che ne pensate delle relazioni umani nell’era dei social?
Che sono difficili. Ma che lo erano anche prima dei social. Sicuramente ora ci sono componenti di morbosità nuova ma ci sono anche molti più mezzi per rimanere in contatto con le persone che amiamo. Diciamo che, nel bene e nel male, è finito il tempo in cui in una fredda mattina d’inverno, solo sulla banchina, guardi la nave salpare e pensi che quella sia l’ultima volta che vedi la persona che ami.
Le vostre “Canzoni per” sono piuttosto brevi. A cosa si deve questa scelta?
L’idea originaria dell’album “Scopare” era fare tutte canzoni della durata di un minuto. Ci piaceva provare a portare all’estremo il discorso sulla brevità della forma canzone. Non sempre siamo riusciti a restare entro il limite di un minuto, ma come primo esperimento è piuttosto soddisfacente: 10 brani in 17 minuti.
Dove sarete fra un anno (ipoteticamente)?
Come disse Madame de Brionne, al buon Principe di Périgord che, all’inizio della rivoluzione, le consigliava di stabilirsi in città: “sarò contadina, se devo, ma borghese… mai!”
Grazie!
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Fonte: Ufficio stampa Astarte Agency