A tu per tu con The Belgians

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Abbiamo fatto due chiacchiere con The Belgians per andare fino in fondo sul loro loro primo disco e sulla decisione di riarrangiare (e come!) uno dei pezzi più belli della musica italiana.

Ciao ragazzi! Prima domanda curiosità: perché vi chiamate The Belgians?

Ciao a tutti! Perché ci chiamiamo The Belgians? Ottima domanda! Potremmo parlare di birra, di patatine fritte – non ce ne vogliano i nostri amici francesi – o dell’atmosfera medievale alla “In Bruges”… Potremmo parlare di Hazard e Lukaku… Ma forse meglio limitarci al fatto che il nome in realtà è nato da un detto in uso dalle nostre parti: “conciati come il Belgio”. Ovvero, diciamo, un po’ “malandati”. Malandati perché il progetto è nato così, un po’ per caso, e all’inizio non sapevamo bene che cosa stavamo facendo. Il duo con il tempo ha però preso forma e ora è tutto fuorché malandato – almeno, secondo noi – quindi forse la risposta più pertinente è: perché “The Belgians” suona bene!

Raffaele canta e Francesco suona il basso. Spiegateci perché avete scelto una formazione così particolare.

Questa formazione inizialmente più che “scelta” è stata un po’ improvvisata. Siamo amici da tanto tempo, e abbiamo suonato insieme in diversi progetti, principalmente in ambito rock. Qualche anno fa, in sala prove, abbiamo provato a riarrangiare insieme qualche brano rock, usando solo i nostri strumenti e senza l’aiuto di altri musicisti. Il mood che acquisivano i pezzi ci è subito piaciuto, così abbiamo “testato” la cosa live ricevendo ottimi feedback. Da lì in poi, abbiamo gradualmente imparato ad estrarre il “cuore” dei brani e riproporli a modo nostro, fino ad arrivare al disco “A Bassa Voce”.


Noi vi abbiamo scoperti con il video di “Attenti al lupo”, online dallo scorso 28 gennaio. Che poi è il vostro primo video. Emozionati durante le riprese?

Un po’ emozionati in effetti lo eravamo. Siamo poco avvezzi alle telecamere, sicuramente siamo più abituati a contesti live. Fortunatamente i nostri amici di Digital Tusk (Silvano e Vic) ci hanno fatto subito sentire a nostro agio, rendendo l’esperienza piacevole e anche divertente! E siamo soddisfattissimi del lavoro che hanno fatto per noi.

Il brano è la reinterpretazione della hit interpretata da Lucio Dalla e scritta da Ron. Vi siete messi alla prova con due mostri sacri. Come è andata secondo voi?

Siamo davvero contenti del risultato che abbiamo raggiunto. L’arrangiamento originale è molto ricco, e affrontare un brano del genere solo con basso e voce all’inizio non è stato facile. Dopo diversi tentativi – nemmeno così tanti a dire il vero – abbiamo deciso di provare a riscrivere l’armonia che sta sotto alla bellissima melodia del brano. Crediamo di aver offerto all’ascoltatore un diverso punto di vista su questa eterna hit, ma allo stesso tempo pensiamo di aver reso onore al brano rispettandone gli elementi fondamentali.

“Attenti al lupo” fa parte del disco “A bassa voce”, già disponibile in digitale e in streaming. Un lavoro che è un po’ un conpcet. Spiegateci perché…

Sì, definire “A Bassa Voce” un concept è corretto: l’idea è stata quella di ripercorrere la storia della musica leggera italiana, partendo dagli anni ’40 fino ad arrivare quasi ai giorni nostri. Abbiamo entrambi un background prevalentemente rock, ma avendo comunque anche qualche brano italiano nel repertorio, insieme al nostro produttore artistico Fabio Maggioni abbiamo deciso di provare a percorrere questa strada. Un passo dopo l’altro (o piuttosto – spoiler alert! – “Un giorno dopo l’altro”) il viaggio è proseguito, ed è stato per noi un processo di (ri)scoperta magnifico. Esperienza che speriamo vivranno anche gli ascoltatori!

Ultima domanda: cosa combinerete nei prossimi mesi?

Sicuramente pubblicheremo altri video, per completare il lavoro fatto per il disco “A Bassa Voce”. Speriamo di riprendere appena possibile con i live, quelli ci mancano tanto. Nel frattempo continueremo con il nostro lavoro di reinterpretazione, magari provando ad immaginarci altri “concept” per le prossime pubblicazioni. Infine, cercheremo di tirare fuori dal cassetto un sogno che abbiamo da tanto: realizzare i nostri primi inediti con questa formazione.

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