Un caffé (virtuale) con Eleonora Elettra

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In occasione dell’uscita del suo secondo singolo per Luppolo Dischi, abbiamo fatto due chiacchiere con l’artista riminese Eleonora Elettra riguardo a “Ora che non ho”, prodotto insieme al chitarrista Luca Arduini:

Ciao Eleonora Elettra, cominciamo con le domande scomode, per levarcele subito: facci capire di che pasta sei fatta esprimendo l’opinione più “impopolare” che condividi!

Ciao a tutti! Non mi piace “Il signore degli anelli” può bastare? 

Sei al tuo secondo singolo per Luppolo Dischi; oggi, sembra che essere indipendenti sia la prerogativa di tanti. Cosa ti ha spinto a sposare la causa del sodalizio romano? Che cos’è che ti ha fatto capire che quella sarebbe stata la giusta realtà, per la tua musica?

Sono d’accordo sul fatto che la realtà indipendente sia diventata una prerogativa e ne sono felice in quanto si creano diverse piccole realtà, ognuna caratterizzata dalla propria personalità. Ho scelto di collaborare con i ragazzi di Luppolo perché si sono interessati alla mia musica e l’hanno compresa in ogni sua sfaccettatura. Inoltre, mi è piaciuto il loro modo di lavorare con gli artisti e l’idea di crescere insieme.

Tra l’altro, con Luppolo hai già pubblicato un singolo. Esiste un filo che unisce, in qualche modo, “Quanto di noi sono io” e “Ora che non ho”? Entrambe hanno dei titoli parecchio suggestivi!

Sì è vero, entrambi hanno dei titoli personali e suggestivi. Penso che ci sia un filo che le lega in quanto il centro è sempre l’individuo, ovvero il cercare delle risposte di vita. “Quanto di noi sono io” è un brano più criptico, difficilmente comprensibile, invece penso che “Ora che non ho” sia più diretta per chi la ascolta.

“Ora che non ho” sembra parlare di misure colme, gocce che fanno traboccare il vaso e necessità di liberazione che non riesce più a rimanersene stretta in pose contratte e abusate. E’ il tuo grido di libertà, anche nei confronti del tempo che stiamo vivendo?

Sicuramente è un grido di libertà che possiamo far nostro in un periodo così complesso e che di libertà ne ha eccessivo bisogno, però l’ho scritto prima che accadesse tutto ciò. “Non mi basta la realtà”, come hai detto, è necessità di liberazione, ma con consapevolezza di ciò che si vuole.

Come nasce il brano? Il sound è molto compatto e “suonato”, qualità che oggi sembra essere sempre più rara…

Insieme ai ragazzi che lavorano con me, che sono bravissimi e ringrazio, abbiamo deciso di dare a questo pezzo una direzione più Neo-Soul: “compatto” è un aggettivo che mi piace molto, esprime perfettamente il sound che volevo dare al mio brano perché esprime un’idea di concretezza del suono che come dici tu, è sempre più rara ai giorni d’oggi.

Come si collegano tra loro Bruno Mars e Lucio Dalla? Raccontaci un po’ il tuo retroterra musicale!

Difficile collegare due artisti così agli antipodi: Bruno Mars scatena la mia indole “ballereccia” e mi lascia a bocca aperta per il suo essere eclettico. Invece Lucio Dalla che dire? È il cantautore del cuore, quello che sa dire la parola giusta al momento giusto. 

Classica delle domande finali: e ora? Disco in vista?

Passo per passo… l’idea e il materiale c’è, stiamo lavorando per far sì che in futuro accada. Grazie mille per la bella intervista e spero vi sia piaciuta “Ora che non ho”.

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