Colourwave è il nuovo progetto dei Belau
Dopo The Odyssey, il duo synth-pop Belau ha fatto uscire, quest’estate, Colourwave. Il loro secondo disco viene ora ri-pubblicato in versione deluxe.
Già con la sua prima fatica questo gruppo aveva ottenuto riconoscimenti e passaggi radiofonici; il secondo lavoro sulla lunga distanza è un tributo alle atmosfere delle isole tropicali, assumendo tinte ambient e chillout.
Colourwave: sintetizzatori caraibici
L’unione di suoni naturali e sintetizzatori costruisce un tappeto calmo ed avvolgente su cui si stagliano le voci delle numerose artiste che hanno collaborato al disco.
L’effetto è sia rilassante che sensuale e porta l’ascoltatore a scegliere se concentrarsi sulle finezze della produzione e sulla bellezza del cantato o perdersi nell’effetto complessivo che restituisce Colourwave.
Togheter alone, con Belle Doron, o Rapture, featuring Kristine Stubbe Teglbjaerg, sono solo due esempi della capacità di costruire atmosfere e brani unendo vocalità e strumenti elettronici.
Ma in questo loro secondo Lp, i Belau si concedono anche un paio di brani esclusivamente elettronici, cioè Natural Pool e B.E.A.C.H. Qui naturalmente la dimensione tropicale viene un po’ a perdersi sfociando nella pura elettronica, anche se le atmosfere marittime si sentono nell’utilizzo di effetti che richiamano lo scroscio delle onde e i ritmi latino-tribali (campanacci, woodblock e clavette).
Contenuti bonus per un disco d’atmosfera
Infine, essendo una versione deluxe, non possono mancare i contenuti extra: nel caso di questo album, gli ultimi sei brani sono bonus track, tra live, remix e versioni alternative.
Al ritorno sulle scene (e ai mixer), i Belau consegnano un disco che spicca per personalità, una sorta di concept elettronico in cui il leitmotiv non è tanto lo sviluppo di un tema quanto il tipo di emozioni e sensazioni create. Il riferimento al caldo delle isole oceaniche è evidente, ed è rievocato con classe e in modo mai noioso. Colourwave è un disco che merita di essere ascoltato.