Fask (and Furious)

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Scusate il brutto gioco di parole, ma questa estate la mia città è stata coinvolta nel trambusto delle riprese dell’ultimo capitolo della saga cinematografica, ed io non sono stata esente da ciò.

Non hanno bisogno di tante presentazioni ,loro sono i Fast Animals and Slow Kids e vengono da Perugia. La band, formata anche da  Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti, è da anni che si é fatta conoscere da un pubblico che spazia tra il metal ed il rock-pop. Sono da usciti con un feat con Ligabue, Il tempo é una bugia, che ha spaccato in due la schiera di fan: chi era in fervore di vedere i propri ascolti del passato con quelli attuali, e chi, invece, recriminava il duetto come mossa troppo fuori dagli schemi del gruppo e finalizzata alla mera promozione. Quello che possiamo dirvi noi è che il prodotto finale non é affatto male, anzi, un buon misto tra orecchiabilità e significato. Ma lasciamo a voi la decisione di quale fazione essere.

Noi li abbiamo intervistati durante il primo tour di ripresa dei live, quando, dopo due anni di fermo, non vedevano l’ora di ricevere l’accoglienza calorosa che la loro fanbase gli ha sempre dimostrato.

Personalmente seguo la band già da un po’ ma non mi immaginavo di trovarmi davanti una persona così gradevole come quella di Aimone Romizi, vestito tra l’altro con la maglietta degli Slayer (molto bene) ed il suo solito chignon. Spesso gli artisti che segui e che adori si rivelano poi essere persone diverse nella realtà. Ma questo non è di certo una loro colpa, loro sono solo sé stessi, siamo noi non abituati a dividere l’arte dal personaggio. Con Romi, nome con cui tutti lo chiamano, invece è stata una bella scoperta: una persona entusiasta nel rispondere alle nostre domande ed appassionata, che dava l’impressione che volesse che non finisse più il poco tempo che avevamo a disposizione per l’intervista.

Covid

Allora come stai?

Bene bene devo dire, sono carico. Purtroppo per la tappa a Torino questa volta c’è stata un po’ di “sbatta” per via del cambio data. E’ stato un bel disagio anche internamente devo dire, però sono contento devo dire mi è sembrata volare questa settimana

(avevano avuto un caso positivo per cui hanno dovuto rimandare la data)

Come li gestite i fan che si sono lamentati di questo?

Beh io mi sento come quelle persone, sono deluso anche io per il cambio, siamo noi stessi tristi per il fatto che abbiamo dovuto “spostare” queste date. Sono stati presi i biglietti da ovunque. Mi ha scritto gente dal Portogallo, un ragazzo organizzava tipo il suo addio al celibato a Torino apposta quel giorno per il concerto, un altro che arrivava dalla Spagna, un altro dall’Olanda… . Mi sono arrivati migliaia di messaggi e niente, purtroppo cosa devi fare? La gente sta male, c’è ancora il COVID, lo possiamo attaccare a qualcuno,. La tutela del pubblico è prima di tutto un atto doveroso.

Quindi siamo delusi e tristi anche noi, però non è che si è creato un odio, un fastidio od una tristezza al massimo… non te la puoi prendere con la band, fosse per me io suonerie oggi! Ho la stessa tristezza in corpo di quelle persone che magari non potranno venirci proprio alla fine, quello proprio mi dispiace perché per me è fondamentale che la gente venga ai concerti, è la nostra vita. Ci è dispiaciuto un sacco banalmente.

Evoluzione musicale

È innegabile l’evoluzione musicale che avete fatto, anche nelle sonorità. C’è un motivo particolare per cui siete virati verso altre “mete”?

Il motivo particolare è che lo volevamo fare. Principalmente sono i nostri ascolti la verità. Non è che uno prende una strada artistica con una certa serietà del tipo “adesso prendo questa strada perché ha senso”. Ma dipendentemente dalla musica che ascolti e che stai vivendo trai tanto. Poi noi siamo in quattro per cui ci tempestiamo di consigli. Tra i dischi che ci imprestiamo e le session in sala prove parliamo di musica tutto il giorno perché è anche il nostro lavoro.

Quindi c’è un continuo rinnovamento di ascolti e questa cosa qui in fondo si tramuta, anche in maniera fisiologica devo dire, in nuove sonorità, in canzoni strutturate diversamente, in pezzi che prima non avremmo mai neanche pensato di poter scrivere. E questo secondo me è la grande “figata” della musica e della musica fatta con persone che come te la Amano. A noi piace questa idea per cui di fondo il prossimo disco può essere una cosa completamente opposta a quello che stiamo suonando adesso.

Questo ci fornisce la libertà e ci fa sentire che in potenza possiamo fare tutto. E da un punto di vista artistico avere questa libertà e non sentirsi incastrati in quella roba lì, in quel genere, in quella mentalità é importante. Perché poi é facile essere stigmatizzati. C’è della gente che vuole questo, tanti artisti vogliono essere incasellati in un determinato genere. Nel nostro caso è proprio l’opposto, se qualcuno ci ghettizza in qualche cosa ci fa stare stretti. Preferiamo che non ci si capisca una mazza dall’esterno, ma che si abbia la possibilità di realizzare quello che si ha nella testa in quel momento. Perché poi i dischi sono fotografie di un istante. I FASK nel 2022 suonano così, nel 2025 se uscirà un nuovo disco suoneranno in un altro.

Citaci allora una delle attuali influenze maggiori

Ce ne sono tante. Forse quella che ci stiamo trascinando da un po’ di dischi secondo me é Bruce Springsteen, cioè il boss. Ce lo schiantiamo ovunque. Se ci fai caso questo disco ha il riff di chitarra con sotto il glockenspiel (unico strumento che so suonare tra l’altro ndr) rubatissimo da Bruce. Ci sono tutta una serie di ninnoli musicali che tendiamo a prendere.

Poi non lo fai neanche apposta, però lo ascolti così tanto che adesso lo faccio anche io. Però c’é tanta roba oltre a lui, per esempio c’é tutto quel play in rock americano che va tanto adesso, a me piacciono i The War on drugs. E anche loro infatti ce li portiamo da un po’ di dischi con tutte quelle batterie continuative, tun tun track (fa il verso con la voce), che fanno un po’ da mantra. Sono più dritte e chiare negli ultimi dischi se ci fate caso, di quel riverbero garage alla The War on drugs. Ce ne sono tante anche perché poi la figata é anche questa, magari c’é qualcosa che influenza di più, ma se io mi ascolto il singolo pezzo magari ci sento l’ascolto mio di nicchia piccolino di quell’istante. Non lo so, intanto ti direi questi due qua

A(i)mo la batteria

Ma tu parti come batterista?

Sì. Per me la batteria é proprio uno strumento fondamentale, il groove poi…

in quel momento é andata via la connessione (ancora non hanno reso Zoom efficace)

Che cosa stavamo dicendo?

Stavamo parlando della batteria come tuo primo strumento e ne stavi decantando un elogio…

Sì sì io sono un sottone della batteria. La adoro in ogni sua forma, sono un grande appassionato poi dei suoni della batteria: la cassa un po’ più grande, un po’ più piccola, i vari tipi di rullante, di legno, di pelle sul rullante, ecc… . E infatti sui concerti portiamo avanti queste parti di batteria incastrata che ci da particolarmente gusto. La batteria é una bomba, basta, fine. Scusate ahahah.

Batterista preferito?

Jojo Mayer (batterista dei Nerve). Batterista che adoro. Tutti i gruppi newyorkesi matterelli mezzi elettronici li trovo fighi. Ce ne sono tanti in realtà, forse lui é quello che mi gasa un po’ di più, mi piace sempre vederlo

Successi

Quale é il risultato musicale di cui vai più fiero?

L’ultimo che ho ottenuto. La cosa figa del far musica é sostanzialmente che puoi gioire della tua ultima uscita, perché ce ne é sempre una nuova. Anche perché magari le cose che sono uscite nel passato sono cose che ormai sono uscite da un po’ di anni magari, quindi quella euforia l’hai già vissuta. La cosa che esce all’ultima é sempre quella che vivi con più foga. Ad esempio quando é uscita Vita Sperduta io ero emozionatissimo e adesso mi viene da dire quella.

Secondo me é anche un bel modo di porsi nei confronti della propria musica, anche in questo caso. C’é sempre speranza, sempre possibilità di fare qualcosa di bello, puoi migliorarti. Se non ci fosse questo slancio qui sarebbe un casino. Se ti fermi e ti dici “quello é stato il mio disco migliore” o “quella é la cosa migliore che abbiamo mai fatto” smetteresti di suonare perché non hai più stimoli. Per cui devo dire L’ULTIMA cosa che ho fatto

Easter eggs

Il video di vita sperduta é veramente bello

Figo eh? E quanto ci abbiamo messoooo, tu non hai idea! Ad incollare e scollare quelle maledette lettere, infernali! Però bello. Tra l’altro non so se ci fai caso, se guardi quei video là, ci sono le lettere in rosso

Sì, infatti ci sono volute dieci visioni per capire cosa ci fosse scritto in rosso

Sì, ci piace mettere questi inside joke e questi Easter eggs. Sono pieni anche i dischi, anche se magari non li avete visti. Tipo su Hybris, se lo rovesci, c’é un sorriso sulle nuvole, nessuno lo vede. Ma lo facciamo sempre

Beh se vuoi continuare a dircele fai pure ahahha

Ahahah dai vi ho già spoilerato questa!

Pandemia

Come é stato scrivere durante la pandemia?

Ehm bello e brutto. Da una parte bello perché comunque l’arte e la musica in generale ti da la possibilità di sfogarti, é una valvola di sfogo importantissima. Noi abbiamo la fortuna di farlo anche per lavoro. Però come dire, quella funzione lì la mantiene. Non é che perché lo facciamo di lavoro l’arte non ci da più quella sensazione, anzi! É proprio la cosa che continua a drenarci alla grande. E quindi da una parte é bello perché in mezzo a tutto quel casino tu avevi il tuo piccolo mondo da plasmare nel quale inserire tutte le tue passioni e mi rendo conto che é una GRANDE fortuna. Probabilmente la più grande fortuna della mia vita.

Brutto perché dall’altra parte era un casino. E quindi magari quello che tendevi a mettere dentro la musica era la parte più dolorosa (consigliamo ascolto di Come Conchiglie). Poi soprattutto nel nostro caso diciamo che la pandemia anche emotivamente ci ha devastato per tutta una serie di problematiche interne proprio personali, non so come dire… . Tutta una serie di vicende che abbiamo affrontato in questi due anni sono state abbastanza toste. E quindi sotto a questo punto di vista legati a questi due anni non ho ricordi così felici. Però la musica lo é, mi rende felice, perché posso mettere all’interno un po’ di queste pesantezze. E così sono un po’più leggero io nel mio quotidiano

Registrazioni

E come funzionava? Tu mandavi delle linee su WhatsApp, come vi sentivate?

Noi ci sentiamo tutti i giorni di base. Questa é la grande verità. Sono fidanzato più con i FASK che con la mia ragazza devo dire. A parte questo prendono varie linee, normalmente quella che utilizziamo più adesso, e in realtà lo facevamo più in pre-pandemia, é quella di mandarci delle idee, dei reef con uno scheletro di batteria. Però suonata con la tastiera, fatta male insomma. Però a noi basta per immaginarla e per immaginarci dei suoni più fighi. Poi ci proviamo a raggiungerli con i nostri PC in casa. Di base ovviamente, poi devi andare a registrare in studio e ci sono le prime riparazioni tecniche.

Di fatto partiamo quindi da una linea che ci passiamo, io ultimamente scrivo tutte le cose che mi accadono al cellulare, e poi quei pensieri provo a riprodurli all’interno di una canzone, rimettendo in metrica quelle cose, cambiando magari delle parole ma cercando comunque di mantenere il senso che volevo auto-pubblicarmi mentre prendevo appunti sulla realtà. Quindi dopo che ho plasmato andiamo dentro il nostro studio, che é sotto casa insieme alla sala prove, e quindi la suonicchiamo e cerchiamo di fare un provino leggermente migliore. Quando finalmente ci suona decidiamo di portarla avanti e poi da lì parte tutta la macchina, della registrazione e della produzione

La distanza non é stato un problema?

No, il processo é rimasto uguale. Quello non ha inciso tanto, nel senso lo facevamo anche prima, é normale mandarsi delle cose digitalmente, succede sempre. Con il COVID succedeva la stessa cosa ma magari non c’era la parte dello studio e della sala prove, facevamo più da soli. Però il principio rimane corale, perché ognuno aggiunge a proprio modo, già facevamo così da prima. É cambiato il fatto che mi mancavano i miei amici insomma basta

Circolarità

Nell’ultimo album c’é una struttura un po’ a Ring Composition, dove il finale riprende la parte iniziale. Volevamo chiedervi quale significato attribuite a ciò.

Ci sono due aspetti da sottolineare. Uno é il fatto che non é la prima volta che facciamo questa idea del disco che rientra. Per esempio Alaska lo puoi continuare ad ascoltare in loop. Stessa cosa Hybris, questa cosa qua l’abbiamo fatta varie volte nel corso della nostra esistenza. Perché ci sembra, ed é questa la spiegazione che voglio darvi, che il disco tenda a cristallizzare un periodo della tua esistenza, nei quali pensi delle cose e suoni in un certo modo, dettate dalle cose che ti circondano.

Dare una rotazione, creare questo pattern continuo ci da l’idea di rivivere veramente quel momento, come se nel disco noi possiamo rivivere quello che siamo stati. E lo possiamo fare mille volte, perché continua e continuerà per sempre. É un percorso e un racconto perfetto di quello che siamo stati, e varrà per tutta la nostra esistenza. E come dargli un senso perpetuo, un movimento continuo. Sarà per sempre così. Noi evolveremo, saremo diversi, tra tre anni chissà chi sarò, ma quel disco sarà per sempre quella cosa, perché per sempre continuerà il suo giro eterno.

Loquace Aimone, che carinamente non voleva smettere di parlare.

Loro erano e sono i Fast Animals e Slow Kids, e vengono da Perugia!!!!

Bianca Cela e Fabiana Tumiatti.

https://music.apple.com/it/artist/fast-animals-and-slow-kids/495716757

https://www.youtube.com/user/fastanimals

https://www.instagram.com/fastanimalsandslowkids/

https://www.youtube.com/watch?v=aJGMLVxONQc

https://www.facebook.com/fastanimalsandslowkids/

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