Bra(v)oboy

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Era più o meno l’una di notte, mi trovavo con la mia amica Arianna fuori dall’Off Topic di Torino dopo l’Hanami Festival in cui avevano suonato Galea, ElasiMissey e Plastica.zip, quando ad un tavolo con altra gente vediamo Emanuele Tosoni, in arte Braoboy. Decido di approfittarne, prendo un pezzo di carta stropicciato al fondo della borsa, mi siedo sulle scale e butto giù un paio di domande da porgli.

Batterista impegnato, da qualche giorno venticinquenne, ha fatto e fa tutt’ora tour con alcuni degli artisti emergenti più promettenti del panorama musicale odierno. Irrequieto e creativo sul palco, come d’altronde le sue numerose scelte di capigliatura (fortunatamente però ha smesso da anni con il caschetto nero), gentile e disponibile nella realtà, ha accettato di conversare con noi fino alle due e mezza di notte sulla situazione musicale attuale e sul suo percorso. Vi lasciamo qui la chiacchierata interessante che ne é venuta fuori, tra consigli di funk e riflessioni sul lavoro da musicisti.

Nome d’arte

Braoboy

Prima domanda, la più classica di tutte, come mai hai scelto il nome d’arte braoboy? Se anche voi musicisti iniziate ad avere nomi d’arte per noi giornalisti diventa difficilissimo (scherzo)

Hai ragione, però secondo me il musicista nel 2022 deve essere uno che non si limita solo al suo strumento, quindi al solo ed esclusivo suonare, ma deve creare, utilizzando anche  altri strumenti, e deve vedere la musica a più tutto tondo possibile, almeno questo é il mio pensiero per cui il fatto che anche i musicisti abbiano un nome d’arte ha senso, anche perché si devono aprire veramente anche a tutto quello che ci sta intorno. Per esempio l’estetica: il modo in cui monto la batteria non é canonico ma lo faccio perché da una parte mi é comodo così, dall’altra cerco di fare una ricerca stilistica ed estetica per quanto riguarda il montaggio dello strumento. Sembra una idiozia, però non lo é alla fine.

Braoboy perché suonavo con dei ragazzi che si chiamano Typo Clan, più grandi di me, i quali mi hanno affibbiato questo nome e a me é piaciuto fin da subito. Ho un po’ la paura che la gente pensi che io mi dica bravo da solo (io manco lo avevo collegato per dire), ma in realtà non é un “essere bravo” nell’accezione di “spacco il sedere a tutti” ma per me é un promemoria del ricordati di comportarti bene perché ti chiami Braoboy, per cui cerca di fare il bravo ragazzo.

Un po’ chi mi conosce sa che ho la faccia da bravo ragazzo

Live

Confermiamo dai. Cos’è la cosa che ti piace di più del fare i live?

L’adrenalina, perché quando sali sul palco hai le famose farfalle nello stomaco. Le senti in amore, in amicizia e anche sul palco. Poi la batteria é uno strumento molto figo con cui riesco a buttare fuori tutto. Penso che sia da quando ho undici anni che voglio fare questo nella vita, dai miei primi live scendevo giù che mi sentivo proprio contento

Il palco dei tuoi sogni?

Credo proprio quello del festival di Glastonbury. Molto ambiziosa come cosa, però se devo proprio dire il mio big dream é proprio questo qui

Batteria e stile

Batterista preferito? Stai attento a questa domanda perché siamo a Torino ti ricordo…

Vinnie Colaiuta assolutamente. Ma in realtà sono tantissimi, difficile anche solo fare una classifica. E sì, anche Enrico Matta mi piace molto!

Ahahah meno male che lo hai detto perché qui c’è un certo legame di parentela


Ah ahahahah ecco ad esempio Ninja é a mio parere un artista a tutto tondo, inoltre ha anche lui ha un nome d’arte. E la sua batteria non se la monta in modo classico, ed é quello che a me piace, non tanto uno che arriva, si monta i suoi tamburi e fa “il compitino”. Poi va bene anche quello ovviamente, ma se fai ricerca sonora, aggiunge elementi, ecc… lo apprezzo molto di più. Poi nel 2022 c’è veramente un sacco di roba che puoi aggiungere al tuo set a livello di elettronica, ma anche di “piattini” ed altre “cavolatine” con cui ti puoi veramente sbizzarrire. Ecco il non accontentarsi mai

E a te piace quindi sperimentare nel suono?

Sì, sì

La batteria elettronica ti permette di fare più cose rispetto a quella classica?

Allora quella acustica ha il suo timbro che è largamente modificabile ma quello di una batteria acustica rimane. Quella elettronica invece ha un più ampio range di possibilità. Aggiungi qualsiasi tipo di suono tu voglia e lei te lo riprodurrà, anche il verso di una mucca se vuoi. Poi dipende ovviamente da cosa devi fare. Per quanto riguarda la musica di oggi è molto importante secondo me che il batterista se ne intenda di elettronica, perché ci sono sempre più suoni elettronici. Se lo vuoi fare di lavoro devi accontentare l’artista e devi andare incontro a quelle che sono le sue esigenze sonore; quindi anche lì la ricerca dell’elettronica piuttosto che dell’acustica é essenziale. In sostanza: bisogna essere curiosi.

La base é acustica?

In realtà dipende da cosa devi fare. Per esempio nel pezzo di Elasi XXL che é super clubbing, suonando con la batteria acustica non so quanto possa rendere. Avrebbe senso su un palco gigantesco triggerandola. I trigger sono dei sensori che tu metti sui tamburi collegati ad una centralina elettronica con dei samples. Tu da vicino la batteria acustica senti il suono della batteria ma da fuori senti il suono dei samples. Quindi tu batterista puoi suonare quella acustica perché poi tanto si sente quella elettronica. Qui all’Off Topic ad esempio non ha molto senso perché la gente é molto vicina alla batteria acustica e sentirebbe più quella che l’elettronica. Per questo i pezzi clubbing preferisco farlo su quella elettronica, che più che essere una batteria elettronica è un sample pad.

Stare in band

Secondo te, dopo l’effetto Måneskin, il trend di formare delle band sta tornando?

Guarda io penso che se vuoi fare musica devi saper suonare. E secondo me la cosa più bella é trovarsi in sala prove o in studio e buttare giù le idee. Poi chiaramente bisogna sempre produrre, però se le partorisci in un momento in cui sei preso dalla foga é proprio un’altra cosa cavolo. Poi vanno bene tutti i modi, se uno trova un paradigma suo che funziona va bene, però da musicista ti dico che jammare, trovarsi, improvvisare e poi fare uscire cose fighe ti dà il triplo della soddisfazione. Anche perché ti dici accipicchia, l’ho fatto in quel momento lì in una nuvola di idee, eravamo sincronizzati e ed é uscita quella roba lì, pensi proprio che é stata una soddisfazione

Sì ma se poi ti capita di non registrarle? (Chiede Ary che ha una gran fobia in merito, temeva che nemmeno le mie registrazioni partissero)

Hai ragione, bisogna essere preparati. Io personalmente quando mi trovo in situazioni in cui devo jammare così la prima cosa che faccio é prendo il telefono e registro. Poi tanto anche se esce qualcosa di brutto lo cancello

Devi avere una mega memoria (continua Arianna)…

Sì sul telefono assolutamente sì, anche perché capita che andiamo avanti per dieci minuti per un pezzo, poi ci fermiamo un attimo, mi dimentico di fermare la registrazione e mi accorgo che stavo registrando per quaranta minuti/un’ora. Però per fortuna ci sono tutti i vari software di montaggio sonoro, per cui prendi la traccia, la spezzetti e via

Artisti: amici e collaboratori

Collabori con tanti artisti, cosa ti piace di loro?

Facciamo a livello cronologico. La prima artista con cui ho iniziato a lavorare é Hån (che casualmente io avevo intervistato proprio il giorno prima). Di lei mi piace il fatto che sia estremamente sincera in quello che fa e poi ha obiettivamente una bella voce (lo penso anche io), una gran capacità creativa e soprattutto ha una visione bella chiara del suo progetto. Collegandomi al discorso dell’artista lei lo incarna proprio a tutto tondo: oltre alla musica tutto l’immaginario che ha costruito intorno é coerente. Non é semplice avere dee belle idee così legate tra loro. E poi il suo ultimo disco, è molto valido. Il mio pezzo preferito é Sonic96, ma tutti i brani sono belli

A me piace tantissimo Leave me!

Anche quella é bella, ma batteristicamente parlando Sonic96 mi piace di più perché ha un groove che prende molto.
Purtroppo dopo 4 anni di live insieme le nostre strade si sono divise, ma non troppo perché si da il caso sia anche la mia coinquilina eheh

Poi ho iniziato a suonare con Giungla, con la quale quest’estate non abbiamo concerti in programma. Lei essendo più grande di me mi fa molto da “chioccia”, nel senso che mi dà molte dritte. Ed io, che cerco di ascoltare molto le persone che hanno più esperienza di me, perché lo reputo molto importante, mi fa sempre molto piacere quando mi regala i suoi consigli. In più io cercavo una situazione un po’ più peso nella quale suonare, perché con Giulia (Hån) devo stare molto “tranquillo” diciamo. Io vengo da generi meno soft del pop, i batteristi tendenzialmente iniziano con il rock o con il Metal, generi con i quali iniziai io 13/14 anni fa. Infatti i miei ascolti prevedevano solo AC/DCRolling Stones, Beatles, Queen, Muse…

Poi Chiamamifaro, con molta umiltà ti dico che io e Pierfrancesco (Pasini, tastierista di Chiamamifaro e Mecna) inizialmente abbiamo fatto ad Angelica e ad Alessandro un po’ da chioccia per quanto riguarda i live, perché appunto alle prime armi in materia. La cosa bella è l’ambiente che si é creato. Anche loro super bravi a fare quello che fanno, hanno belle idee ed un bel team che li sta supportando (Astarteagency Nigiri Label e Sony), di sicuro una delle realtà più promettenti del panorama musicale. Nella band suona anche un mio carissimo amico di vecchia data, che in questa formazione ho piacevolmente ritrovato: Filippo Caretti

Poi c’è Elasi. Spaziale, ama il funk e la disco come me, quindi a livello musicale ci siamo intesi molto fin da subito. E poi é veramente una persona di un’ umanità incredibile, ti mette sempre a tuo agio, proprio top del top. Artisticamente parlando ha le idee molto chiare anche lei, e questo la porta a fare della musica veramente personale e particolare, anche lei senza dubbio da annoverare negli artisti più promettenti del panorama.

Infine, da poco, ho iniziato a suonare con DARRN, progetto che conobbi prima della pandemia e con il quale mai mi sarei aspettato di suonare anni dopo. Dario è super amichevole ed ha l’attitudine da leader, sa avere il polso giusto per prendere le decisioni ma allo stesso tempo ha l’umiltà di ascoltarti. Lui lavora tanto con Christian e Dennis, in arte Stanza a Sx, che suonano con lui anche ai live. Anche loro sono due persone splendide e due bravissimi artisti. Spero proprio di continuare a lavorarci per un bel po’!

Sono molto fortunato perché lavoro con artisti che mi piacciono, che spaccano e che sono soprattutto belle persone, che secondo me é la cosa importante. Perché se suonate con delle situazioni, e mi é capitato, a livello personale un po’ sgradevoli, la musica poi ne risente.

Se c’è coesione tutto funziona meglio, empatia prima di tutto. Deve esserci affinità. Poi certo se mi chiamano a fare un lavoro per qualcuno con delle persone, sto lì tre giorni che devo suonare e va bene. Se invece devo farlo per tanto tempo, farvi i tour ecc… deve esserci un buon rapporto interpersonale. Anche perché star con delle persone tanto tempo che magari non sopporti e tu non vai a genio a loro é veramente pesante dopo un po’

Con Giulia avevi fatto il tour europeo anche?

Sì, una delle esperienze più belle. Tantissimi aneddoti divertenti, che non vi racconterò ovviamente

Va bene, ne terrò conto (scherzo)

Ahahaha Frodo direbbe e va bene tieniti pure i tuoi segreti

Visto che abbiamo appena citato Hån, che é anche la tua coinquilina, pro e contro di due artisti che convivono?

Ahaha allora io sono un gran cagaca**o, lei é una casinara, e viceversa. Le due cose unite a volte creano battibecchi. Però alla fine sappiamo che ci vogliamo bene quindi magari ci mandiamo anche a quel paese, ma il giorno dopo amici come prima. Ma é il bello dell’amicizia per me. E per questo che ce la viviamo anche tranquillamente, io a volte torno ed ho la luna storta e me la prendo un po’ con lei, lei giustamente risponde ma tutto normale, persone che convivono e che sono amiche penso si comportino così normalmente

Funk, Post Funk e Future Funk

Molti batteristi amano il Funk, come mai secondo te?

Il Groove. A me personalmente il funk piace proprio tanto. Anche se in Italia non é un genere che si riesce a definire main, però quando vai agli eventi o scorri le varie playlist un pezzo mezzo funk lo trovi spesso. Ad esempio “Ciao Ciao” della Rappresentante di lista, é funk ed é un super pezzone. Non so cosa c’è che attrae così tanto, forse perché fa muovere “il piedino”

Chi ti piace come artista Funk?

Allora al momento io sono molto in fissa con un artista che si chiama Yung Bae. Lui fa Future Funk, che é praticamente un misto tra EDM, il synth pop giapponese anni ’80 da cui deriva anche la vaporwave. Sono praticamente i pezzi funk anni 70’/80′ con la botta EDM. Poi mi piace molto la scena francese, AKA il French Touch quindi Daft Punk, Justice, M83, Yuksek, Breakbot, L’impératrice. Internazionali invece i Vulf Peck, JafunkJungleFlamingosis, gli Chic, i Nu Genea (italianissimi e li amo un sacco), Purple Disco Machine ed infine mi piacciono tanto anche gli Oliver che sono magari un po’ meno funk, un po’ più elettronici.

Produzioni

Ho visto che stai intraprendendo la strada del producer…

Non da moltissimo. Diciamo che il COVID e la quarantena mi ha dato l’opportunità di mettermi al computer e provare a fare qualcosa. Sono partito con cose funk e low-fi, ho pubblicato un Ep low-fi con factoryflaws. Ho delle cose in cantiere che usciranno prossimamente. Adesso mi sto concentrando più sull’aspetto live perché per il momento creare musica la vedo ancora una cosa che faccio per me, cioè lo faccio senza ambizioni

Ti piacerebbe diventasse anche quello un lavoro?

Sì però con calma. Voglio fare il mio percorso, diventare un po’ più skillato. Perché la batteria per esempio la suono da diversi anni e ancora non mi basta imparare, nel senso che non mi sentirò mai bravo abbastanza. É sempre una rincorsa al migliorarsi. Poi ovviamente in 14 anni riconosco che ci sia stata una crescita mia personale a livello batteristico. Ed avendoci messo 14 anni a diventare così, non dico che ce ne devo mettere lo stesso lasso di tempo anche nella produzione però un po’ si. E soprattutto tanta dedizione. Insomma ci vuole tempo

C’è qualcuno nella scena musicale magari tuo/a amico/a che ti sta aiutando in questo nuovo percorso?

Fortunatamente ho avuto diverse occasioni per chiedere dritte e consigli. Mi é servita molto l’esperienza fatta con Giorgio Pesenti degli Iside.  Lui penso sia molto bravo. Giulia cercava un produttore e dopo averlo visto lavorare con un altro artista che gli ho presentato, Ytam, ho pensato che avrebbe potuto valorizzare al meglio le idee di Giulia. Eravamo a casa di Michele, il chitarrista, e lì sono nate bombette come Leave me!  o Flights (che all’inizio aveva un beat quasi trap). Tra uno scambio di opinioni e l’altro, osservavo meticolosamente cercando di capire ciò che faceva e di rubargli anche qualche ingrediente segreto.

Poi ovviamente Matilde, la mia ragazza, in arte Plastica, é la persona che più di tutte mi ha aiutato e dato più dritte in assoluto. Adesso stiamo anche lavorando insieme per produrre delle cose.

Sto lavorando anche con Mofw, un ragazzo di Vigevano, che produce e fa cosa sue un po’ sulla low-fi, non proprio classica ma più post la chiamerei, anche se non mi piace tanto dare etichette ai generi. Per me l’etichetta é l’artista che la fa. Ad esempio i Jungle, che musica diresti che fanno? Alternative ma non ha molto senso, fanno i Jungle. I Måneskin cosa fanno? Fanno rock ma fanno i Måneskin. Elasi idem, fa pop ma fa Elasi. Mofw, Tommaso Alfano, é veramente bravo e faremo uscire alcune cose con molta calma sempre

Musica Generless

Possiamo definire questa l’epoca del generless della musica? Ci sono state delle basi nel passato ed ora tutto é contaminato da tutto.

Argomento interessante, secondo me é giusto dire generless perché uno che adesso fa musica fa la sua, per cui anche il fatto di etichettare tutto come indie così mi sta un po’ stretto. Uno fa il suo percorso e basta, perché dare etichette?

Sì siamo noi che scriviamo che lo facciamo, una volta che uno o più simili emergono con un certo stile cerchiamo di creare un recipiente con tutti gli artisti simili. Lo diceva anche proprio Francesco Prisco, giornalista musicale del Sole 24 ore, lo facciamo anche perché poi diventa più facile per noi.

Ma infatti li capisco, ma io da musicista ed artista con molta umiltà non apprezzo molto. Se vado a sentire Elasi é perché voglio ascoltare lei. Un po’ é dato anche dalla massa, che quando riesci a raggiungerla ti incanala per forza. Però io penso che le etichette ci saranno sempre

Io però non so se sono d’accordo con questa ultima affermazione…

Eh ma il cambiamento dovrebbe partire da noi ascoltatori. Dovremmo essere noi che andiamo ad ascoltare certi artisti per quello che fanno loro e non per il genere musicale. Prendiamo di nuovo il funk, che cosa intendiamo? I Tower of Power? funk si ma con degli accenni fusion. Gli Chic? i re del Disco Funk. I Calibro35 che sono un po’ funk, però direi un funk poliziesco ma allora lì si ritorna a dire che loro sono semplicemente i Calibro35. Un po’ come i colori.


Per me hanno solo senso le macro etichette, tipo pop, jazz, ecc… poi più si va avanti con la storia dell’umanità, e di conseguenza con quella della musica, più generi da cui attingere dal passato diventano tanti. Quindi é proprio anche difficile trovare un genere in cui identificarsi. Io vorrei infatti trasportarmi avanti di 300 anni e vedere chi si parlerà nel 2322

Ahahaha ci saranno ancora i Beatles nella memoria? Domandona

Io credo che i Beatles per un bel bel bel po’ non ce li dimenticheremo. In conservatorio si studiano Perotino e Leonino che sono quelli che hanno dato il via alla polifonia ecclesiastica. Una volta in Chiesa si cantava ad una sola voce. A noi adesso sembra la cosa più normale del mondo avere due linee vocali che si intersecano e vanno avanti, ai tempi invece non ci pensavano. E così hanno avuto l’idea di provarci e siamo arrivati ai canti Gregoriani che arrivano a nove linee e dici wow

Musica

Visto che li abbiamo nominati, se tu potessi scegliere un colore che descriva le emozioni che vorresti che la tua musica scaturisse negli ascoltatori, quale sarebbe?


Il blu (ha risposto in tempo record). Perché é un po’ malinconico

Ary: Sul palco però sembri molto energico, un blu elettrico

Grazie! A me poi piacciono tutte le sfaccettature del blu, poi é anche un po’ il colore del blues, del jazz, dell’essere un po’ “presi male”. Non che io lo sia, però nella mia esperienza di vita e musicale riesco ad attingere di più nei momenti in pochino più cupi. Anche perché normalmente quando sono gasato é perché sto suonando, quindi sono felice perché sto facendo la cosa che amo di più fare. Quando invece sono più giù, e lo sperimentato bene l’anno scorso, lì mi veniva proprio più idee. Riesco a prenderne di più dalla sofferenza

Processed with VSCO with q7 preset

Sì lo diceva anche Luigi Tenco...

Beh sì certo, di sicuro non ho scoperto l’acqua calda eheh

No però per dire che molti artisti si rivedono in questo assioma. Io fossi un’artista mi preoccuperei un po’ però, cioè vuol dire che per avere buone idee devo per forza stare male?

Eh bella domanda, non lo so. Ho fatto anche cose che ho fatto di cui sono fiero e che non sono ancora uscite scritte in momenti “presi bene”. Ecco in quei momenti faccio però più Future Funk

Amore

Visto che hai nominato la tua fidanzata, lungi da me fare gossip (scherzo), pro e contro di fare tappe di tour insieme o comunque di essere nella stessa industria

Allora sarò paraculo ma di contro nessuno, siamo entrambi persone molto affettuose. Poi ovviamente da parte di entrambi c’è la maturità di dire l’altro sta lavorando per cui sono meno ‘’appiccicoso’’ rispetto a quando siamo in giro insieme

C’è un rispetto artistico

Quello da parte mia tantissimo. Secondo me Matilde ha messo su delle cose meravigliose, é una ragazza che ha tanta personalità anche e soprattutto artistica, le cose che fa piacciono tanto. Le auguro veramente tutto il bene, anche se un giorno dovessimo prendere strade diverse, perché se lo merita. Penso che avrò sempre un legame con lei perché é stata per me molto molto importante. Lo é tutt’ora ed io sono molto felice di essere il suo ragazzo

Percorso batteristico

Ultima domanda: non so quanti anni tu abbia

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Okay quindi hai iniziato a suonare a 11. Hai voglia di raccontarci come ti sei approcciato alla batteria?

Premessa: da piccolo ero infatuato dalla batteria, ma già a 4/5 anni. Mia madre aveva un amico batterista. Lei faceva la catechista insieme alla madre di questo suo amico, quindi lei ogni tanto andava da questa signora, Lina (stesso nome della mia insegnante di musica alle elementari, incredibile) e una volta ci ha portato anche me e mi hanno fatto vedere la batteria. Io non ci ho capito più niente

È stato così amore a prima vista?

Sì, non ci ho proprio capito più niente. Tant’è che mi sono fatto regalare più e più batterie giocattoli. Però utilizzavo bacchette vere, per cui sfasciavo sempre questi giochi. Poi giunto alle elementari è sparito tutto questo interesse, mi stava anche antipatico l’insegnante di musica delle elementari. Poi a 11 anni non lo avrei mai detto, la professoressa di musica chiese in classe chi volesse fare un beat di musica su un tamburo. Io mi sono offerto, nemmeno troppo convinto, e lì il professore mi disse che avevo senso del ritmo e mi consigliò di iniziare a prendere lezioni di batteria. Ho iniziato e non ho più finito

Un po’ di talento ci vuole secondo te?

Dipende da cosa vuoi fare. Per il lavoro un po’ di talento ci vuole, però c’è anche da dire talento non coltivato, talento annullato. Molto spesso chi ha talento ma marcia solo su quello poi alla fine non combina nulla rispetto a chi magari parte svantaggiato ma si fa un mazzo quadrato e poi spacca tutto

Arianna interviene: è anche vero però che se non hai una persona che ti sprona a dovere, anche se sei bravo tu non coltivi. Magari se tu non avessi avuto quel professore non sarebbe andata così la tua vita

È vero, è assolutamente vero. Dipende però anche un po’ da come sei fatto tu. Se nessuno ti dice mai che sei bravo le strade sono due: o smetti o sei talmente ostinato che vuoi diventare sempre più bravo. Quindi alla fine sta a te decidere. Vero che sei condizionato dagli altri ma alla fine sei tu che decidi per te. Io guardando indietro ho sempre avuto tante persone che mi hanno incoraggiato su questa strada e questo mi ha aiutato tanto. Però allo stesso tempo io non mi reputo tanto bravo e non lo dico per poi sentirmi dire che in realtà lo sono. Per fare un esempio stasera è andata bene, ma io di mio ho trovato dei peli nell’uovo che mi fanno dire è andata bene ma poteva andare meglio. Al Covo a Bologna però invece sono uscito super soddisfatto, quindi ogni tanto capita

Il tuo club preferito in cui suonare a Brescia (luogo d’origine)?

Lio Bar. Ovviamente anche la Latteria Molloy, però il mio preferito rimane quello

A quel punto si era fatto veramente tardi e l’abbiamo lasciato andare con la sua dolce metà. Seguitelo il ragazzo che sta facendo uscire un sacco di musica nuova e interessante, tra cui il nuovo pezzo Dark Dragonite di Plastica Missey!

Bianca Cela con il supporto di Arianna Arillotta

https://soundcloud.com/braoboy
https://www.instagram.com/braoboy/

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