Il 17 novembre è in uscita “Dune” il nuovo singolo del cantante 24ORE. Un singolo particolare, non solo per ciò di cui tratta, ovvero le bugie bianche che amiamo raccontare a noi stessi, ma anche per le diverse modalità di presentazione.
No spoiler, ma in questa storia si parlerà di Fuerteventura, di incontri fortunati e di video musicali. Ma anche di un sito nato ad hoc per raccontare “Dune”.
Ve lo facciamo raccontare dall’artista.
Intervista a 24ORE su “Dune”
Dune è un pezzo che si regge su una bella e importante metafora. Ti va di “spacchettarla” e di parlarcene un po’?
A marzo 2023 sono stato in vacanza a Fuerteventura e sono stato da subito affascinato dalle Dune di Corralejo. Le guardavo e contemplavo l’immensità di un elemento così grande fatto da granelli così piccoli. Le Dune sono bugie, si sgretolano tra le mani mentre le guardi da vicino. E’ lo stesso meccanismo che accompagna le relazioni: ci sono tante bugie che si dicono, spesso a fin di bene, le cosiddette “bugie bianche”. Ma a queste poi ci si abitua, invecchiano, ed è un attimo a passare dalle “bugie bianche” alle “bugie gialle”. Granelli di sabbia che si accumulano un po’ alla volta, portati dall’imprevedibilità delle esperienze e del trascorrere quotidiano dell’oceano che bagna le spiagge e che porta con se, un po’ alla volta, un granello su un granello. Durante la bassa marea l’oceano si ritira e la sabbia si asciuga al sole, torna a essere visibile e splendente. Ad ogni infrangersi del mare un po’ di “bugie gialle” si stratificano fino a creare delle Dune. Il tempo che passa è direttamente proporzionale a quanto mentiamo a noi stessi e all’altro e quindi il ritornello recita:”Ho le dune gli occhi / come sabbia ritorni / ho perso la mia voce dentro ogni tua bugia”.
Il tema delle bugie è strettamente connesso a quello della conoscenza di sé. Spesso le bugie non caratterizzano solo la relazione con gli altri ma anche con noi stessi, sono un modo di tutelarci dalla brutalità di certe verità. In questo pezzo si allude ad un’altra persona e ad un legame non sincero ma si può dire che si parli anche del mentire a se stessi?
Prendo in prestito una frase dalla serie tv White Collar:” Spesso le cose che nascondiamo sono le più evidenti a chi sta intorno”. E’ un gioco duplice nel suo essere: mentire agli altri vuol dire mentire a se stessi. Spesso chi mente guarda fisso negli occhi, fermamente: controlla se credi alle loro bugie. Quindi sì, mentire agli altri vuol dire contemporaneamente mentire a sé stessi. L’allusione ad un’altra persona è un buon espediente per razionalizzare quello che succede dentro di noi, altrimenti non sapremo misurare le nostre emozioni mentre mentiamo solo a noi stessi.
Cosa distingue questo nuovo brano dalla tua produzione precedente e in cosa possiamo trovare invece una continuità?
La continuità riguarda sicuramente la scrittura e il modo di interpretare gesti comuni in qualcosa di più metaforico: tutto il mio progetto nasce e finisce nella quotidianità. Cerco di valorizzare o di guardare un altro punto di vista tutte quelle azioni che facciamo senza neanche accorgercene: da un modo di parlare, di guardare, di toccare al perché ci guardiamo allo specchio, al come laviamo la nostra faccia.
24 Ore nasce come un diario personale dove poter annotare delle giornate tipo della mia vita per cui ogni brano è un nuovo vissuto. In “Dune” c’è un sentimento di serenità dedito all’accettazione del mondo che vivo: non reprimo le bugie che dico o che mi vengono dette. La ricerca di una scrittura più morbida, credo, mi abbia permesso di essere meno criptico nelle cose che scrivo, di lasciare spazio a chi mi ascolta nel rivedersi in un’esperienza. Su questo è fondamentale il rapporto con Michael Tenisci, che si sta occupando della parte di produzione e che mi aiuta a organizzare meglio i pensieri in fase di scrittura.
Inoltre grazie alla fotografa Giorgia Zamboni stiamo riuscendo un po’ alla volta a dare vita alle immagini che ho in testa, che sono sempre più lucide per comunicare ancora meglio tutto quello di cui parla il brano.
In occasione dell’uscita di questo brano hai creato un originalissimo sito-contenitore di confessioni, segreti e bugie. Ti va di raccontarci questo progetto? Come è nata l’idea e con quale obiettivo?
Sono24ore.it è una bugia e nasce dalla necessità di coinvolgere le persone in quello che faccio. Volevo che chiunque si potesse sentire libero di raccontarmi in modo anonimo una bugia e quindi un segreto. Una bugia non non è solo quella che si dice mentendo ma è anche mantenere un segreto, nascondere velatamente con un telo semitrasparente quello che si vuole conservare e proteggere. Amo rendere ciò che faccio per tutti dando più valore con delle piccole cose. L’ho fatto per tutti i brani, con dei portachiavi da Motel per il brano “Lontanissimo” oppure per “Bellissima Malinconia” tramite dei tatuaggi temporanei e dei laccetti con un numero di telefono (tutt’ora attivo) per ascoltare il brano in anteprima. Non mi sento nulla di più degli altri e vorrei creare un dialogo con chi mi ascolta, renderli protagonisti delle mie storie, regalargli qualcosa. Il mio sogno è quello di poter suonare in giro per l’Italia e bere birre con chi viene ad ascoltarmi, conoscere nuove persone, condividere.
Un grande ringraziamento ai ragazzi di Basement 11, in particolare a Luigi Di Marcantonio che ha permesso la nascita del sito in tempi record.
Questo pezzo si correda di un progetto visivo molto evocativo, il video ci consegna precisamente l’immaginario del brano. In che modo pensi che le immagini possano arricchire e dare valore ad un brano, in un momento in cui la velocità che caratterizza il mondo musicale, nei consumi e nella produzione, ha reso il video musicale uno strumento probabilmente meno centrale rispetto al passato?
Concordo su questa cosa e difatti una musica cosi fast food non coincide con la mia. Ci tengo a scrivere con calma, a cercare di cucire tutto su misura e alla perfezione. Questo mi lascia poco tempo per pensare di girare un video. Ma l’imprevedibilità a volte crea delle magie assurde! Per questo brano ho avuto la fortuna di tornare a Fuerteventura per passare una settimana organizzata da Cosmico con altri designer che non conoscevo ed un coach. Per l’occasione c’erano Jacopo e Alessio di Visualzer che riprendevano l’esperienza di condivisione in villa per l’intera settimana. Una sera eravamo intorno ad un tavolo, ognuno a lavorare ai propri progetti, e tra una birra e una sigaretta si sono incuriositi della mia musica e hanno ascoltato “Dune”: si sono innamorati del pezzo e mi hanno detto “da domani giriamo il video!”. E’ stata un’esperienza magica perché “Dune” è diventata per tutti la colonna sonora della vacanza e la si canticchiava tutti insieme. Sono grato a ognuno di loro. Grazie Cosmico per avermi regalato questa esperienza!