“Bonsai” dei Cassandra: la riduzione perfetta. L’intervista

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Il 24 novembre è uscito “Bonsai” il nuovo singolo dei Cassandra, un pezzo che vuole esprimere la nostra tendenza ad avere molto più quello che si vede all’interno: un piccolo mondo costretto in un piccolo corpo che viene plasmato secondo la volontà degli altri.

Metaforicamente, l’unica soluzione che si vede al nostro essere tutti uguali è quella di distaccarsi e deludere le aspettative che gli altri nutrono nei nostri confronti, accettando di essere incasinati e imperfetti come si è.

Intervista ai Cassandra su Bonsai

Ciao Cassandra! Bonsai, il vostro ultimo singolo, si apre con: “Mi illumino e dissento”. E’ un’immagine molto forte. Questa prima, ungarettiana, frase, è arrivata come un’illuminazione? Analizziamola. 

E’ una presa di coscienza fulminea, improvvisa. Il desiderio di andare in una direzione, contraria di non essere d’accordo arriva quando meno te l’ aspetti ma poi è come se tutto fosse più chiaro, limpido appunto “illuminato”.

Perché proprio un Bonsai?

E’ un oggetto che rappresentava molto bene il concetto che avevamo in testa, poi non ci abbiamo pensato troppo, è uscito in maniera naturale, Abbiamo scritto le strofe, delle righe piene di idee e immagini, come se volessero esplodere ma erano confinate tra metrica e melodia, arrivando al ritornello la parola Bonsai era la risoluzione perfetta di tutto ciò.

La musica è sicuramente pop, però ha delle sonorità di un’influenza diversa. E’ arrivata prima la musica o prima le parole nel processo creativo? 

In questo caso prima la melodia: Checco manda questo provino in un inglese maccheronico, ma si prestava molto a scriverci sopra tanta roba nelle strofe e lasciare il ritornello più libero, più arioso, non ci abbiamo messo tanto. Anche l’ arrangiamento è venuto da sé, molto spontaneo, sono quelle canzoni che esistano già, vanno solo scoperte ma loro sono già lì che ti aspettano.

Cosa consigliereste di fare a chi si sente un Bonsai?

Alzare il volume a chiodo di questo pezzo e iniziare a sbagliare e disattendere tutte quelle aspettative che gli altri ripongono in voi. Vi sentirete meglio o comunque, per la prima volta, vi sentirete voi.

Questo è l’ultimo brano prima del vostro prossimo album, “Un Glorioso Disastro”, che uscirà il primo di dicembre. Ci potete spoilerare qualcosa mentre lo aspettiamo? 

E’ un disco “nostro” in maniera viscerale. Pochi compromessi e pochi fronzoli. Il nostro modo di vedere e interpretare il pop. Registrato in 15 giorni e molto suonato in presa diretta, senza lavorare o sovraprodurre troppo i pezzi. Come abbiamo detto altre volte questa scelta artistica è stata voluta, cercata e condivisa con i nostri produttori M. Carnesecchi e A. Marton e insieme alla Mescal family. Un lavoro corale e profondo

Quando verremo a sentirlo dal vivo?

Sicuramente il prossimo anno, da Gennaio. Noi non vediamo l’ora di tornare a casa: il palco.

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