E.L.F.O.: il ritorno con il secondo disco ufficiale “Dream”

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E.L.F.O. è un rapper originario di Reggio Calabria che vive a Ferrara dall’età di 14 anni dove si avvicina alla cultura Hip Hop. Ex membro de I Poeti Onirici (1999-2012) con cui pubblica alcuni dischi, studia canto con due jazzisti e si inserisce all’interno di progetti musicali e teatrali.

Dopo vari anni all’interno di progetti e band alternative, pubblica il suo primo disco ufficiale come solista dal nome Grafite per PMS nel 2019. Nel 2023 pubblica alcuni singoli che anticipano il suo secondo disco ufficiale Dream uscito qualche giorno fa.

In questa piccola intervista abbiamo avuto il piacere di scoprire di più sul suo passato e su come si è avvicinato alla musica.

Partiamo dall’inizio. Come mai il nome Elfo?

E.L.F.O. in realtà sta per “elemento liquido forza originale”. È uno dei primi brani che ho fatto… sono partito con questo flow e ho tenuto questo. Già mi chiamavano così perché vestivo sempre largo e non avevo da vestire. Mi donavano i vestiti. E quando mia madre riusciva a comprarli me li comprava più grandi così potevo indossarli anche l’anno dopo. Ero un abitante del bosco vestito largo con la camicia a quadri grandi. Le adoravo e tutt’ora mi piacciono molto. Elemento Liquido perché a Reggio Calabria liquido vuol dire pazzo (me lo dicono in molti perché sono iperattivo!). Forza originale perché ogni volta che la gente mi vede sul palco pensa che faccio uso di sostanze, ma in realtà Io sono così naturale, da quando mi sveglio, a quando vado a letto. Liquido anche per un altro motivo, perché si adatta ad ogni recipiente come io ad ogni forma musicale. Nella mia vita ho scritto di tutto… swing, rock, ska ,rap raggamuffin. E voglio continuare a farlo.

Ci dici qualcosa su di te inerentemente all’aspetto artistico? Non sarebbe male che ci facessi un piccolo excursus su come hai iniziato con la musica e come sei arrivato dalla Calabria a Ferrara.

Con la musica ho iniziato in quarta elementare con l’antoniano Don Bosco di Reggio Calabria. Era un Orfanotrofio in cui erano quasi tutti figli di mafia come descrivo in “Lifestyle”. Mio padre è morto quando avevo tre anni. Cantavo davanti a tantissima gente e in tutte le foto che mi hanno fatto sono con le mani davanti al volto! Mi vergognavo moltissimo.

Dalla Calabria a Ferrara non è stato semplice anche perché mia mamma mi ha letteralmente strappato da Reggio dopo la morte di mio fratello Filippo. Qui al nord mi chiamavano marocchino, c’era un razzismo esagerato. Se poi fossi venuto da una famiglia povera sarebbe stato la fine. Sono sopravvisto bene dai. Nulla al mondo è più pericoloso dell’ignoranza diceva Martin Luther King.

Al rap mi sono avvicinato qui. Ma sono introspettivo e mi piace variare su tantissimi generi musicali.

Guarda il video di Elfo

Se parliamo di identità geografica, ti senti di più Calabrese o Emiliano? Saresti la stessa persona se non ti fossi trasferito? Quanto ha influito l’aver cambiato città artisticamente?

Sempre” Calabrese della “Calabrifornia”! Scherzi a parte… non rinnego le mie origini e la mia terra. Sono ciò che sono grazie al mio sangue calabro. La verità però è che non posso rispondere a questa domanda: non ho la conoscenza assoluta che mi fa vedere il futuro o il passato come in un film. Se avessi fatto un’altra scelta? Sono sicuro che se vuoi prendere strade sbagliate le trovi in tutto il mondo, la parte difficile è starne fuori. Sicuramente avendo studiato con dei jazzisti molto forti mi ha permesso di diventare più eclettico. Ferrara e Bologna hanno un bel bacino di musicisti forti e una bella scuola di vita musicale.

Molti artisti affermano che al sud si parta svantaggiati nella vita e nella musica specialmente. Tu che opinione hai?

Sicuramente hai più difficoltà. Basta vedere dove sono le etichette più grosse, i talent, le tv, le radio e perfino l’università come ad esempio il DAMS. Poi se sei forte, in qualche modo la strada la fai lo stesso. Adesso è più semplice con la musica in streaming… arrivi in tutto il mondo! Diciamo che ha accorciato le distanze, anche se ha creato altri danni. Ma questa meriterebbe una domanda a parte.

Dream. Il nome del tuo nuovo disco. Come mai questo titolo?

“I sognatori hanno cambiato il mondo!” Uno dei miei mantra. Io sono sempre stato un sognatore e ho ottenuto tanto dalla vita. Anche se mi ha tolto tantissimo, mi ha dato tantissimo. I sogni sono una parte fondamentale della vita. Se smetti di sognare smetti di vivere. Lo dico sempre.

Quali sono i tipi di musicalità che troviamo all’interno? A quale pubblico credi che sia più adatto?

Trovi di tutto… dal rap conscious, al brano pianoforte e voce, al classic hip hop, alla street senza ritornello, a quello dance scherzoso, o a quello raggamuffin. Ho sempre pensato che quando ascolto un album non mi devo annoiare, devo consumarlo ascoltandolo all’infinito. Il mio stile è eclettico, allora perché fossilizzarsi su un unico mood? Molte volte mi è stato detto che i dischi dovrebbero essere uniformi… tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Non solo non ci riesco… ma non ho nessuna voglia di fare un album tutto dritto.

Ascolta il disco

Il Maestro è un brano che mi ha colpito. Molto breve essendo una intro, ma sicuramente un’ottima apertura per il disco. Parti subito dicendo che sei sul ring. A cosa ti riferisci?

Combatto da sempre sia nella vita che sul ring. Ho fatto due campionati italiani iaksa e due mondiali raggiungendo il terzo posti in entrambi. Sono un maestro terzo dan di Kick Boxing e l’orgoglio più grande è quello di aver portato i miei allievi a vincere tutto.

Cosa unisce rap e arti marziali?

C’è un legame forte tra arti marziali e hip hop. Il rispetto è una cosa fondamentale in entrambe le discipline.

Dove possiamo trovare Dream?

Su tutti digital store più importanti come Amazon music, Deezer, Spotify. Inoltre, sto già fissando date in Italia e dovrei riuscire a fare qualche tappa all’estero portando energie positive e good vibes.

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