“Io migliore” di ansia: un inno all’innocenza e alla liberazione dal perfezionismo

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ansia ritorna con il suo nuovo singolo “Io migliore”, un brano che esplora l’importanza di riscoprire l’innocenza della propria infanzia e liberarsi dall’ansia del perfezionismo. Nella canzone, l’artista riflette su come le aspettative e le responsabilità abbiano influenzato la sua vita e l’abbiano spinta a esplorare la propria vulnerabilità. Con melodie leggere e una voce carica di emozione, “Io migliore” si rivela un potente messaggio di auto-accettazione e riscatto personale, risuonando profondamente con chi lotta contro l’ansia e le pressioni della vita moderna.

Oggi, la cantautrice ci racconterà di più su come questo brano sia nato, le sfide incontrate nel suo processo creativo, e come il messaggio di “Io migliore” risuoni con le sue esperienze di vita.

Ciao ansia, grazie per aver accettato questa intervista. Cominciamo parlando del tuo ultimo singolo, “Io Migliore”. Qual è stata l’ispirazione dietro questo brano?
Io migliore nasce in un momento di forte solitudine e sconforto con me stessa. Ero ancora una bambina ( non che ora sia un’adulta per carità) che cercava di espellere da sé stessa stati d’animo talvolta veramente opprimenti. In quel periodo frequentavo ancora il liceo e mi sono immersa in un loop opprimente in cui sentivo di dover dare sempre di più di quello che stavo facendo. Facevo fatica a capire cosa desideravo e sentivo la responsabilità di essere sempre “ perfetta” in ogni contesto: come figlia, studentessa, amica, sorella.
Questo mi ha fatto sentire pesante, ha incrementato la mia paranoia nel dover essere perfetta, sempre al di sopra delle aspettative e di non deludere mai nessuno. Ho sviluppato una regola autoimposta di dover essere sempre “la migliore”, i miei successi decretavano il mio valore come persona. Ad un certo punto a scuola, avevo 16 anni, mi sono sentita come presa da un raptus e mi sono cimentata a scrivere queste emozioni, dopo l’ennesima verifica che avevo affrontato come una questione di vita e di morte, li è nato “io migliore”. Non è altro che un mantra per me stessa e un invito per chiunque si senta come mi sento io a far uscire anche il lato considerato meno splendente: “anima pura, ti prego esci fuori”.

Il titolo stesso, “Io Migliore”, suggerisce un viaggio interiore. Puoi raccontarci di più su questo viaggio e su come si riflette nel brano?
Si è un viaggio di auto-analisi incentrato sull’autostima, l’accettazione di sé stessi e la capacità di fallire. La canzone vuole ricordare un sogno che parte in modo mistico, delicato ed etereo per poi frantumarsi dopo il mantra del ritornello e trasformarsi in un incubo per poi trovare sollievo sul finale. Il mio viaggio interiore è stato esattamente uguale, vivere in uno stato di semi illusione in cui inseguivo aspettative ed ideali esterni che a lungo andare ho visto ritorcersi contro di me e opprimermi.

Nel videoclip del brano, vediamo un’ambientazione particolare all’interno di un’auto. Cosa simboleggia questa scelta e come si lega al messaggio della canzone?
La terra che scorre fuori dal finestrino passa lo stesso anche se non vissuta. Tentare la perfezione per cercare di non deludere nessuno ci spinge in un loop di normalità e insoddisfazione dove la routine mangia la creatività e la nostra reale essenza. Così scendere dalla macchina per salirci sopra come a voler cavalcare la vita e riprenderne le redini perché a volte il brivido è necessario. Il brivido della paura di sbagliare, di fare follie, di non dover essere per forza sempre sotto controllo. Questo è il messaggio e il parallelismo legato al video.

Hai parlato di vulnerabilità e di abbandonare il perfezionismo nel tuo processo creativo. Come hai affrontato questa sfida durante la creazione di “Io Migliore”?
Ho abbandonato questo processo banalmente decidendo di pubblicare il brano. Infatti per i miei standard il processo produttivo era ben lontano dalla perfezione e c’erano troppe imprecisioni che stonavano dalla mia idea originaria. Fortunatamente con la vincita di area Sanremo, nonostante me il brano sembrasse “non abbastanza perfetto”, mi sono convinta che questa ossessività verso un ideale irraggiungibile, era veramente stressante e non necessaria. Così piano piano, sto cercando di imparare ad apprezzare l’autenticità delle cose, il trasporto emotivo dei momenti e abbandonare quel perfezionismo inutile.

Qual è il messaggio principale che vorresti che il pubblico portasse via da “Io Migliore”?
Che sentirsi sempre sbagliati, fuori dal coro, non abbastanza rispetto agli standard e meno degli altri, è soltanto un’illusione della nostra mente. “Io migliore” vuole essere un mantra per convincere se stessi a mostrarsi al mondo in modo autentico e vulnerabile talvolta contemplando il fallimento. Deludere ogni aspettativa che gli altri impongono in ogni situazione ed essere trasgressivi. Non uscire mai per studiare e prendere voti alti a scuola non vuol dire per forza essere un ragazzo migliore. Andare in discoteca e non bere mai cocktail non farà di te una persona più integra. Scegliere la posizione lavorativa più sicura e ad alto stipendio al posto di una più stimolante ma magari di calibro inferiore, non è sinonimo di successo. Quello che voglio trasmettere è che tutte le anime pure, prive dei pregiudizi e di imposizioni esterne, escano allo scoperto esattamente imperfette come sono.

Ci puoi anticipare se ci sono altri progetti musicali in cantiere dopo “Io Migliore”?
I progetti che susseguiranno “Io migliore “saranno a loro volta sempre introspettivi. Desidero sperimentare nuovi generi, nuove sonorità e aprirmi a tutto ciò che mi stimola. Vorrei parlare di tantissime cose ma principalmente quello che mi viene più spontaneo, è raccontare i miei stati d’animo e le mie avventure passate. Spero che chiunque inciampi nella mia personalità artistica possa trovare canzoni che siano un po’ casa e sfogo di momenti belli e brutti che siano.

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