Leggere il BUIO. Tra le pagine del diario emotivo di Ainé

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L’artista soul inaugura un nuovo progetto discografico con un concept ben definito: un diario emotivo che racconta l’elaborazione di una separazione e la successiva rinascita. Un percorso temporale, un cammino che parte da una separazione e arriva alla scoperta dell’armonia tra l’ombra e la luce. Abbiamo chiesto ad Ainé di raccontarci cosa si cela dietro “BUIO” e di guidarci in questi dodici brani per dodici mesi, in un viaggio per cadere e rialzarsi.

Intervista ad Ainé. Il suo EP, “BUIO”, è uscito il 19 aprile e racconta il tempo e l’evoluzione dei sentimenti.

BUIO è il tuo EP, uscito il 19 aprile. Nei titoli, ciascun brano è associato ad un mese dell’anno, una sorta di diario emotivo. Come ci racconteresti questa scelta?

“BUIO LEGGÈRO” è diviso in due parti, “BUIO”, la prima parte parla del distacco e della separazione, la seconda parte “LEGGÈRO” è la rinascita. È un diario musicale di 12 canzoni per 12 mesi in cui in ogni canzone racconta cosa ho vissuto in quel mese, come fosse appunto un diario in cui racconto una mia esperienza e storia personale vissuta.

L’universo semantico e di senso dei brani è forse quello dello smarrimento: aleggia un sentimento di disorientamento davanti agli eventi, la perdita di direzioni e di certezze. Tuttavia, è un racconto da cui traspare profonda consapevolezza e capacità introspettiva. Che ruolo ha la musica in questo processo?

Sicuramente la musica per me è una valvola di sfogo, un filtro, un modo per raccontare ed esorcizzare le mie paure, le mie incertezze, le mie fragilità e i miei stati d’animo.

Continuando ad esplorare la dimensione di senso dell’EP, nei brani spesso tornano accostamenti semantici antitetici: il buio e la luce, il cadere e il risalire, scappare e tornare. Ti ritrovi in questa considerazione? Come spiegheresti questa caratteristica?

La vita è fatta di incertezze e di confusione, di momenti belli e brutti, se non ci fosse il buio non ci sarebbe la luce, per me la luce è leggerezza, ho voluto trattare di temi profondi e universali che toccano tutti. La vita è fatta di BUIO ma anche di LEGGÈRO, il trucco è esserne consapevoli, accettare e vivere i momenti al massimo, che sia la tempesta o la calma.

In Giganti-Luglio c’è una collaborazione con Altea e Lauryyn.  Colpisce molto il modo in cui le vostre vocalità e sonorità confluiscono, la naturalezza e la spontaneità con cui insieme date voce al brano. Come si è sviluppato questo featuring?

Conosco Lauryyn da qualche anno, mi piace molto la sua sensibilità artistica, Altea l’ho scoperta da poco e mi è piaciuta tantissimo da subito, volevo dare a “Giganti – Luglio” un qualcosa in più e le loro voci hanno reso tutto più magico.

Come descriveresti il processo di produzione di questo EP e come si colloca rispetto ai tuoi lavori precedenti?

È probabilmente il lavoro più intimo, privato e profondo che abbia scritto. Il processo creativo è stato del tutto naturale, senza pensare a nient’altro che rimanere fedele alle mie sensazioni ed emozioni, e a quello che questa esperienza mi ha portato.

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