L’album d’esordio dei Polo Territoriale, Dimmi, celebra il tumultuoso passaggio dall’adolescenza alla giovane età adulta, raccontando con sincerità e crudezza le sfide affrontate dalla band bresciana negli ultimi cinque anni. Attraverso una fusione di pop punk energico e alternative rock grezzo, il disco esplora temi profondi e personali, offrendo un viaggio musicale intenso e coinvolgente.
BreBeMi, l’apertura dell’album, è una canzone pop punk che racconta le contraddizioni e i cambiamenti di Brescia, città natale dei musicisti. Con riferimenti a luoghi iconici e aneddoti di vita nel quartiere Carmine, il brano è un inno nostalgico e scanzonato alla città e alla gioventù vissuta tra strade familiari. Le sonorità leggere e dirette trasmettono un senso di appartenenza, perfetto per iniziare il viaggio nell’universo della band.
Serena e Pamela mantengono alto il ritmo e lo spirito pop punk dell’inizio, offrendo ritratti di personaggi femminili che incarnano momenti e emozioni specifici della giovinezza. Le canzoni esplorano, con ironia e leggerezza, la complessità delle relazioni e delle connessioni che segnano i ricordi dell’adolescenza.
Chiara Se Ne Va esplora il tema della ribellione e della ricerca di libertà. Racconta la storia di Chiara, una ragazza che fugge dalla monotonia per vivere secondo le proprie regole. Con una descrizione cruda e diretta, il brano suggerisce che la vera libertà risiede nel rompere gli schemi e perseguire la propria felicità.
La title track, Dimmi, segna un cambio di registro più introspettivo e malinconico. La canzone esplora i grandi “non-detti” della vita, con la Norvegia come simbolo di pace interiore e catarsi. La durata volutamente breve di Dimmi cattura l’evanescenza delle emozioni e lascia l’ascoltatore con un desiderio di comprensione.
Sognando Oslo prosegue nel tono riflessivo, raccontando il dolore di una chiusura amorosa e toccando temi come la dipendenza affettiva e la sofferenza emotiva. Oslo rappresenta ancora una volta un luogo ideale di pace interiore, una meta irraggiungibile che riflette sentimenti profondi e oscillanti tra malinconia e autocommiserazione.
Tavor adotta un tono provocatorio e ribelle per sfidare i tabù legati alla psicoterapia e all’uso di psicofarmaci. La canzone affronta senza mezzi termini la legittimità del ricorso alla cura farmacologica e psicoterapeutica, dando voce a chi cerca supporto per affrontare il proprio benessere mentale.
Fiori di Tunisi riprende il tema della ribellione, stavolta in relazione all’uso di sostanze come l’hashish. Non è un incitamento all’uso, bensì un racconto crudo delle conseguenze e dei momenti di riflessione scaturiti da un rapporto complesso con la sostanza. La band esorcizza le esperienze tramite la musica, rompendo schemi sociali e offrendo uno sguardo consapevole e maturo.
Tra i brani più toccanti, Grigio Cemento affronta apertamente il tema della salute mentale e del suicidio. Scritto durante un periodo buio, trasmette l’angoscia vissuta nel reparto di psichiatria di un ospedale e si pone come una finestra sull’esperienza di chi ha affrontato il dolore e la fragilità mentale, proponendosi di sensibilizzare e rompere il silenzio su temi spesso evitati.
Berlino chiude l’album con un suono grezzo e intenso che trasmette l’atmosfera caotica e avventurosa della capitale tedesca. Tra ritmi incalzanti e sonorità potenti, il pezzo vuole far rivivere all’ascoltatore la tensione e il fascino di una notte particolare, con un finale strumentale che simboleggia il ritorno alla calma dopo le turbolenze.
Dimmi è un album sincero e maturo, che esplora temi come l’amore, la salute mentale e la crescita personale, accompagnando l’ascoltatore attraverso un viaggio fatto di sonorità ora vivaci e spensierate, ora cupe e riflessive. I Polo Territoriale si presentano come narratori di vita, pronti a condividere i momenti più intensi della loro giovinezza senza pregiudizi e con una genuinità disarmante. Questo disco è un primo passo promettente per la band, un invito all’ascoltatore a riflettere e a lasciarsi trasportare dalle emozioni che ogni traccia riesce a evocare.