Il “Dottore” di Dedo – Intervista all’artista

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Il 25 ottobre, Dedo ci ha regalato un nuovo brano che sembra pensato appositamente per risollevare lo spirito, un vero e proprio balsamo per chi ascolta. Con Dottore, il suo ultimo singolo in uscita per Honiro Publishing e Luppolo Dischi, l’artista ci accompagna in un viaggio sonoro.

Dottore è un inno all’introspezione, a quel momento magico in cui la connessione con qualcuno è così forte da rendere il mondo esterno, e i suoi frenetici rumori, quasi insignificanti. È un invito a andare oltre l’apparenza e a fermarsi a riflettere, ad ascoltare ciò che ci circonda e ciò che ci abita dentro. Dedo stesso ci racconta di come il brano descriva quel momento di piena sintonia con un altro, quando il solo suono di una voce può isolarti dalla città e restituirti la serenità di essere nel posto giusto, dopo tanti tentativi. Un singolo che promette di parlare direttamente al cuore, per farci sentire più vicini alla pace che cerchiamo.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Dedo per scoprire di più su Dottore e sulla sua visione musicale.

Intervista a Dedo su “Dottore”

Ciao Dedo! Parlaci del tuo “Dottore”: come nasce questo brano e perché questo titolo?

Questo brano nasce a pancia piena, dopo pranzo, mentre il mio produttore suonava il giro di accordi in modo casuale. Li ho scritto le due strofe ed un ritornello che poi abbiamo sostituito con quello attuale. Il nome in realtà non ha molto senso, per me era inusuale mi suonava anche male, ma col tempo più la chiamavo cosi più ero deciso a chiamarla “Dottore”

Hai detto che “Dottore” racconta della voce di una persona che ti isola dai suoni della città: qual è il rumore di Roma che vorresti riuscire a spegnere?

Non c’è un rumore preciso di roma che vorrei cancellare, anzi, Roma fa belle canzoni, solo che a volte (spesso) è molto caotica ed è difficile non farsi condizionare dal caos. È una città a cui ti devi adattare diciamo.

Musicalmente, come hai pensato di strutturare il brano per rendere l’idea?

Abbiamo giocato molto sul dargli un crescendo , inizia senza batterie poi piano piano si intromettono alla seconda strofa, fino al ritornello che “esplode”, ce la siamo giocata cosi per dargli più pathos, anche se inizialmente era un pezzo piano e voce.

Gli Sugarfree soffrivano di Cleptomania, se tu fossi un dottore, che cosa ti diagnosticheresti?

Io soffro molto la pigrizia a volte, ho il bisogno patologico di stare immobile sul divano e non alzarmi per nessun motivo al mondo, poi va a giorni perché ci sono giorni in cui è il contrario e devo fare 100 mila cose diverse. Però si mi diagnosticherei la pigrizia che secondo me può essere diagnosticata.

“Dottore” è il primo passo di un progetto più ampio che hai costruito insieme al tuo produttore Ayellow: cosa possiamo aspettarci dal tuo EP in arrivo?

Sicuramente l’ep sarà per noi un esercizio di stile, provare a mettere insieme più canzoni per creare una raccolta “no skip” come si dice, un ep che puoi ascoltarti ovunque e che ti puoi ascoltare dall’inizio alla fine senza annoiarti mai. Varieranno i generi varieranno l’emozioni, sarà vario.

Quando avremo modo di sentirla live?

Per i live ci stiamo lavorando, vogliamo fare la musica dal vivo e vogliamo esserne soddisfatti al 100%, però ci stiamo lavorando.

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