Hansa Studios: da David Bowie agli U2 – il rock tra Monaco e Berlino

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Hansa Studios: da David Bowie agli U2 – il rock tra Monaco e Berlino

Se è vero che la musica non ha confini, ci sono delle città dove la musica ci lascia un pezzo di cuore per legarsi inevitabilmente. Può essere certamente il caso di Berlino, che negli anni ‘70 – ‘80 e inizio degli anni ‘90, divenne il quartier generale degli Hansa Studios, uno degli studi di registrazione più iconici non solo della Germania, ma anche d’Europa. Parliamo naturalmente degli Hansa Tonstudios situati nella Potsdamer Platz a Berlino Ovest a pochi passi dal muro che la divideva dalla Berlino Est. 

A prima vista, gli Hansa studios, non hanno nulla di particolare. Anzi, più che uno studio di registrazione sembrano un grosso palazzo dell’800, di quelli dove un tempo abitavano ricchi e nobili. In effetti. l’edificio dove si trova lo studio di registrazione nel 1913, era sede della società edilizia della città. 

Nel primo dopoguerra, l’edificio distrutto, venne completamente rimesso a nuovo e acquistato dai fratelli Peter e Thomas Meisel che lo resero lo studio di registrazione che conosciamo oggi. 

Hansa Studios – da Monaco a Berlino : perché la Germania fu musicalmente d’avanguardia 

Quale fu il fattore che rese città come Monaco e Berlino musicalmente innovative? A quell’epoca, Berlino Ovest cominciava a fiorire di nuove menti provenienti da tutto il mondo. Anche tantissimi musicisti e artisti italiani, tra gli anni ‘70 e ‘80 si recarono a Berlino in cerca di nuovi stimoli. Pensiamo ad esempio a Giovanni Lindo Ferretti dei mitici CCCP che proprio nella capitale tedesca, sviluppo la sua idea di punk rock italiano. L’ esempio però più celebre, è sicuramente quello del compositore e produttore altoatesino Giorgio Moroder, che alla fine degli anni ‘60, decise di produrre a Berlino la musica del futuro. 

All’inizio degli anni ‘70, il mondo si stava preparando per quello che sarebbe stata la rivoluzione della disco music. Una svolta musicale alla quale Moroder non si fece trovare impreparato. Fondò a Monaco, lo studio di registrazione Musicland, che oltre a produrre i lavori di vere leggende della disco come Donna Summer e Amanda Lear, collaborò anche con pietre miliari della musica rock come i Queen, Elton John, Led Zeppelin e gli Scorpions

Clima Cosmopolita dunque quello di Berlino, ma anche pieno di creatività e voglia di farcela in quei coloratissimi anni ‘80, resero esperienze come quelle di Monaco e Berlino uniche nel loro genere. 

David Bowie – la trilogia di Berlino (1977 – 1979)

Uno dei capolavori memorabili che fu prodotto negli Hansa Studios, fu sicuramente la mitica trilogia di Berlino, composta dagli album Low, Heroes e Lodger. 

Berlino, ha un significato quasi mistico per il duca bianco. Nel 1975, David Bowie era completamente distrutto dalla tossicodipendenza ed era in cerca di un città nella quale vivere in modo completamente indisturbato. Berlino, oltre che economica, gli permetteva di immergersi nella scena musicale tedesca in modo indisturbato. 

Nel 1976, Bowie “riprese in mano” la sua vita producendo l’album di Iggy Pop “The Idiot”. Ascoltò inoltre in quel periodo alcune opere di Brian Eno come Discreet Music. Nacque così una collaborazione proficua tra i due artisti che li portò a comporre la mitica trilogia. Questi tre anni furono un periodo di grande sperimentazione. Grazie alle Strategie Oblique, le carte inventate da Brian Eno e Peter Schmidt per superare il blocco creativo dell’artista, Bowie sperimentò in modo totale il sound musicale, rendendolo al contempo accessibile al pubblico.

Un amore contrastato al di là del muro di Berlino – Heroes

La storia che narra Heroes è degna di Romeo e Giulietta. Due amanti vivono i loro pochi momenti di felicità proprio sotto il muro di Berlino. L’assolo di chitarra è Robert Fripp che fece l’incredibile miracolo di registrare la sua parte in un solo giorno. 

Ad ogni modo Heroes divenne una canzone da leggenda. Si dice che persino il grande John Lennon, quando fu sul punto di registrare “Double Fantasy”, espresse il desiderio di realizzare un disco all’altezza di Heroes. 

U2: gli anni di Achtung Baby

Siamo nella Berlino degli anni ‘90. La caduta del muro di Berlino, ha portato nuovo rinnovamento nel mondo occidentale che inizia finalmente ad assaporare il clima dell’Europa unificata. Anche gli U2, dopo aver prodotto dei capolavori come War e The Joshua Tree, stanno affrontando numerosi cambiamenti. Gli umori tra la band non sono buoni a causa di divergenze di tipo artistico. 

Berlino rappresenta per gli U2, il giusto compromesso che porta i membri della band a realizzare Achtung Baby, un album corale prodotto ancora una volta dal maestro della musica sperimentale Brian Eno. Questo album iconico, si mostra nel suo insieme un incontro tra vecchio e nuovo, presente e futuro. La sintesi perfetta di Achtung Baby, è “One”, un inno universale che richiama pace e fratellanza. Un brano che non smette di essere attuale nonostante siano passati più di 20 anni.  In definitiva, possiamo dire che nella storia degli U2, c’è un prima e un dopo Achtung Baby. Un nuovo inizio che li ha portati ad essere la grande band che tutti noi abbiamo imparato ad apprezzare. 

Gli Hansa Studios – si continua ad innovare 

Ad oggi gli Hansa tonstudios, non hanno smesso di stupire, continuando ad essere innovativi sulla scena musicale. Quale sarà il prossimo capolavoro prodotto da questo studio di registrazione da leggenda?

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