Non pensate male! Non mi sono fermato perché sono stanco o perché non ho più voglia di lavorare. Voglio solo parlare, dire la mia.
Mi piace quello che faccio; per quanto sia faticoso, è un lavoro che ho imparato ad amare. Mi piace il sole che scalda la pelle, l’aria fresca quando si alza quel leggero vento estivo.
Mi piace ascoltare le canzoni dei miei colleghi e compatrioti, mi ricordano la mia amata Africa che ho lasciato non molto tempo fa. Il profumo della frutta matura…non immaginate quanto sia dolce ed appagante quando ti penetra nei polmoni!
Avete mai provato a cogliere un’arancia siciliana dall’albero, spaccarla tra le mani e respirare il suo profumo? Sono sensazioni che è difficile descrivere ed io ringrazio il mio lavoro che mi fa provare queste emozioni ogni giorno.
Dovreste vedere il sorriso dei miei figli quando torno la sera a casa e gli mostro la busta con quel poco di frutta che sono riuscito a portare: ridono e mi ringraziano come se stessero scartando i regali a Natale. Quei sorrisi e quelle risate mentre mangiano ripagano in parte tutte le fatiche e le umiliazioni subite durante il giorno. In Italia ho conosciuto tante persone per bene, alcune di loro sono diventate veri e propri fratelli. La generosità e lo spirito altruista degli italiani mi emoziona ogni giorno che passo in questo piccolo paese del Sud. Ma per quanto loro si sforzino, ancora non mi sento a casa amici miei.
Facendo questo mestiere ho capito che non puoi evitare la frutta marcia. Puoi starci attento quanto vuoi, ma qualcuna ti sfuggirà sempre e cadrà nel cestino.
Sei non stai attento ne basterà una per rovinare tutto il raccolto. Non mi sento a casa perché ci sono mele marce, sfuggite a qualcuno, che s’impegnano ogni giorno affinché io perda la dignità di uomo e lavoratore. Ci chiamano scimmie, ci sfruttano fino allo stremo delle nostre forze pagandoci con poche briciole. Può sembrarvi assurdo ricevere solo due euro l’ora, ma non è questa la cosa peggiore!
Quello che mi distrugge è l’impegno che ci mettono per fare in modo di svuotarti dentro. Loro vogliono una macchina vuota, un robot che usi solamente la forza muscolare per i loro profitti.
Ma noi siamo persone, abbiamo dei sogni, dei sentimenti! Ieri un mio amico mi ha abbracciato mentre stavamo raccogliendo delle pesche. Lui e sua moglie aspettano un bambino. Due secondi dopo il capo ci ha visto. Non ha voluto sentire ragioni e ci ha picchiato entrambi.
Ma quello che mi ha addolorato è stato il doverlo ringraziare perché ci ha picchiati anziché licenziarci. Questo non è lavoro. Questa è una schiavitù ipocrita! Quando sono partito, sognavo di trovare un Paese dove potermi sentire a casa rimanendo fedele alle mie origini. Potremmo condividere le nostre culture per migliorarci a vicenda.
Sogno di poter arrivare un giorno sul campo dove lavoro, trovare quell’uomo che mi invita a sedermi all’ombra con un succo di frutta per ridere e parlare insieme… Sogno di trovare persone che sanno finalmente
pronunciare il mio nome, che mi danno una pacca sulla spalla a fine giornata con la promessa di rivederci il giorno dopo. Non chiedo molti soldi, solo considerazione e rispetto.
I soldi non ti umiliano più di una bastonata o di un dispregiativo come brutto negro o scimmia detto con cattiveria o tra le risate. Siamo tutti figli della stessa Madre: la Terra… un Paradiso del quale potremmo godere insieme, abbracciati come buoni compagni d’avventura.
Mi sentirò a casa quando mi vedranno come un uomo, un lavoratore, un amico, un fratello, un padre di famiglia e non come quella frutta marcia! Mi sentirò a casa quando il colore della mia pelle non sarà un problema ma un valore aggiunto.
Mi sentirò a casa quando potrò invitarli nella mia cucina e fargli assaggiare un piatto tipico della mia terra. Mi sentirò a casa quando i miei figli potranno giocare a palla con i loro. Mi sentirò a casa quando questo accadrà in maniera del tutto naturale invece di chiederlo. Fino ad allora sarò un’ombra, un fantasma come tanti altri prima di me, sparsi in tutto il mondo. Grazie di tutto! Ora devo proprio andare…
Clementi Simone
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