Sparami nel petto è il nuovo singolo di M.E.R.L.O.T.
Un pianoforte essenziale accompagna la prima strofa di Sparami nel petto, singolo che riporta M.E.R.L.O.T. sulla scena musicale dopo il successo di Ventitrè e il tentativo di conferma di Signorina.
L’artista, al secolo Manuele Schiavone, nasce in Basilicata ma trova la propria dimensione musicale nell’ambiente bolognese.
Qui intraprende un percorso a cavallo tra musica acustica ed elettronica che di cui sono traccia i tre brani finora pubblicati (tutti autoprodotti e tutti usciti nel 2020). Dopo la melodicità del primo singolo e lo sperimentalismo synth del secondo, la nuova canzone sembra essere sintesi di un processo creativo che, sebbene poco giudicabile dopo soli tre brani, acquista sempre più corpo ed identità musicale.
Malinconia e tormento
Così come il primo brano pubblicato anche la nuova canzone, uscita il 3 luglio, è all’insegna della malinconia e dell’introspezione: un amore infelice e dell’impossibilità di placare un cuore che sembra monopolizzato dalla persona amata e lontana.
Nel ritornello, quasi una supplica di tregua.
Dammi un minuto, dammelo adesso/ sparami nel petto, sparami nel petto.
L’immaginario in cui si inserisce il pezzo è quello tipico che l’argomento porta con sé e si fonda sull’alternanza tra versi esplicitamente legati all’amore alla mancanza dell’altro e momenti di pausa in cui si riflette più in generale sull’infelicità:
Le sigarette fanno male soltanto se tu stai bene/ ti aiutano a pensare, a passare le sere
La stessa struttura musicale del brano sembra rappresentare la crescente disperazione descritta nel testo. Mentre all’inizio il cantante è solo con un pianoforte (cosa che ricorda, restando nell’ambito della musica recente, Fateme canta’ di Ultimo), progressivamente si aggiungono batteria, basso e infine un comparto orchestrale che porta la canzone al proprio culmine, fino a lasciarla scemare in un improvviso ritorno alla toccante semplicità della coppia piano-voce.
M.E.R.L.O.T promette bene, i primi tre brani sono vincenti sul piano radiofonico e, nei limiti di un cantautorato ancora relativamente immaturo, ricchi di potenziale.
Le piattaforme di streaming e i canali radio hanno trovato pane per i loro denti.