Dalila Spagnolo è un’artista decisamente eclettica. Originaria di Lecce, si esprime in un linguaggio musicale fresco ma riflessivo. Il suo nuovo singolo si intitola Giallo fiore, un brano introspettivo ma condivisibile in cui emerge la sua idea di gratitudine.
Intervista a Dalila Spagnolo
Sei una giovane artista pugliese, ma la tua musica ha un respiro internazionale. Quanto la Puglia ha influenzato il tuo approccio alla musica stessa?
Sono affezionata alla Puglia e al Salento in particolare perché sono convinta che sia un cantiere di artisti talentuosi ed io mi sento, tanto orgogliosamente quanto umilmente dentro questo contenitore che li partorisce. Devo però ammettere che, di tanto in tanto, dimentico di essere Pugliese, Salentina o Leccese. Mi sento abitante del Mondo. Mi sento fortemente contaminata da altre culture e altri sound, che forse per questo si può avvertire quel respiro internazionale di cui parli.
Giallo fiore è un brano ricco di sfumature, vocali ed emozionali. Com’è andato il processo creativo?
Giallo Fiore nasce da sentimenti di timore nei confronti del periodo di lock-down che abbiamo vissuto. Il brano è stato scritto in due giorni differenti e questi si può percepire con facilità. Se per quasi tutta la durata del brano si parla di timore, di equilibrio e dei mali del mondo, alla fine arriva un’ondata di gratitudine maturata nel tempo. Il processo creativo è il mio processo interiore e questo è sempre prerogativa della mia fase di scrittura. Voglio usare l’orecchiabilità e la semplicità del testo per arrivare dritta al messaggio e renderlo fruibile a tutti.
La paura di vivere davvero e la fiducia sono tematiche che affronti in questo singolo che evidenzia un certo percorso artistico ed emotivo. Cosa vuoi raccontare?
Come ti dicevo, Giallo Fiore contiene al suo interno un piccolo percorso di crescita e di maturazione. Quasi un po’ tutti ci siamo accorti che alcune azioni, gesti e principi avevano perso di valore e che, forse, l’isolamento sociale forzato che abbiamo affrontato, ci ha fatto riconsiderare. Per questo motivo in Giallo fiore, conto i mali del mondo tra cui c’è la paura di vivere per davvero, che ci spinge a vivere di stenti pur di non varcare la tanto cara soglia della “zona comfort”, che ci spinge a non inseguire i nostri sogni perché sono difficili e ci abitua alla cultura del ‘facile e veloce’. Giallo fiore vuole ispirare alla gratitudine, come quella di veder sbocciare la primavera, anche se solo dal balcone di casa.
Quali sono gli artisti a cui ti ispiri?
La Black Music, il Soul e l’ R’n’B mi hanno sempre ispirato nella parte più profonda. Devo dire però che con gli anni qualcosa è cambiato. Infatti da un po’ di tempo fino ad oggi riesco senza sforzo ad apprezzare molti artisti italiani, che hanno fatto la storia, Pino Daniele, Dalla, Battisti, I più recenti come Bungaro, Pacifico, Bugo che ammiro nel modo di scrivere e i nuovi emergenti con un’anima soul come Davide Shorty, Serena Brancale, Ainé. Per gli arrangiamenti dei miei inediti faccio ancora riferimento al sound straniero, a quello americano piuttosto che a quello africano. Mi sento molto contaminata anche e soprattutto a causa dei miei studi nell’ambito del Gospel, del Jazz e del mio viaggio in Africa.
Progetti per il futuro?
- A metà novembre pubblicherò il mio prossimo singolo, altro brano di sensibilizzazione, il quale avrà un videoclip molto significativo per me. Mi avvicino sempre di più alla pubblicazione del mio primo disco di inediti, il cui filo conduttore tra i brani è sempre l’esperienza fragile. Non vedo l’ora di poter comunicare la data, e di veder partorire questo primogenito tanto atteso, per il quale sto investendo tutto il mio tempo e le mie energie ormai da mesi. Per questo mi sento di ringraziare il mio produttore artistico e primo a credere in me: Luigi Russo, con il quale abbiamo arrangiato e registrato il disco presso il suo studio di registrazione “Il Cantiere Laboratorio Musicale”. New entry nel team è Carlo De Nuzzo, fonico di fama nazionale, con il quale abbiamo fatto un lavoro di ricerca sul sound dell’ultimo singolo. E ancora grazie al mio “Ufficio stampa e brand strategy” Vanessa Putignano, mia porta-voce.