“La tristezza è un vizio e io preferisco questa nostalgia”, afferma Nicolò Marangoni nel suo ultimo brano “Flaubert”. Anni di letteratura non potrebbero effettivamente dargli torto, se pensiamo a quanti classici fondano le proprie narrazioni sulla nostalgia, tanto bella ma tanto amara.
L’autore decide di raccontarci la propria storia d’amore, e nel farlo, attinge dal cantautorato moderno parole e sonorità pop, che vanno così a delineare le caratteristiche del suo nuovo progetto, cominciato con l’etichetta Believe.
Marangoni, classe ‘99, sembrerebbe far parte di quella fetta di giovani che elogia la prosa e la poesia tanto da trarne un’insegnamento. Il magister vitae questa volta sembrerebbe il naturalista francese, autore di Madame Bovary e dell’ Educazione sentimentale, e che dà anche il titolo al brano. “Flaubert”, insomma, non è soltanto una storia d’amore rivissuta nel pensiero del ricordo, ma una metafora continua tra l’amore e le pagine di un libro.
Nicolò ci spiega che per lui la relazione tra due persone potrebbe somigliare a un capitolo, fatto di pagine, parole, punti. E così a questo se ne susseguiranno dei nuovi, che assommati, uno ad uno, andranno a completare la nostra personale educazione sentimentale.
Dai libri, come dall’amore, infatti, è possibile trarre un’insegnamento, e Nicolò Marangoni, ha saputo trasformare quanto appreso in “Flaubert”: una storia d’amore non più soltanto intima e personale, ma del mondo.