In viaggio con Narratore Urbano – “POST”, Volume 1. [Intervista]

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“Si chiama Alekos Zonca il giovanissimo cantautore di Torino conosciuto da tutti come Narratore Urbano. Ed è un genio assoluto, oltre che un grandissimo talento.”

Così vi avevamo presentato Narratore Urbano in un nostro vecchio articolo, pubblicato in occasione dell’uscita del suo singolo “25MAG”.

Narratore Urbano

Ora Narratore Urbano è tornato con un album bomba, figlio del periodo assurdo che da un anno a questa parte tutti stiamo vivendo. Si intitola “POST” ed è un album pubblicato in capitoli.

Il Volume 1 è stato rilasciato lo scorso 19 marzo e contiene al suo interno tre singoli: Zenzero, Articolo 1 (feat. Protto) e 25MAG.

Godetevi la nostra intervista a Narratore Urbano: un viaggio fra Torino, la musica e la pandemia.

Ciao Ale, forse non è il periodo giusto per fare questa domanda ma io voglio rischiare: come stai? Come trascorri le tue giornate in un’ennesima zona rossa?

Ciao a voi di Indielife. Nessun rischio. Diciamo che è un periodo relativamente tranquillo, sto imparando a sopravvivere nella mia solitudine, accontentandomi di sentire i miei amici al telefono, e stando in compagnia del mio gatto Marsala e della mia musica, contrariamente a quanto accaduto durante il primo Lockdown di un anno fa. Avere un progetto a lungo termine aiuta parecchio a non pensare al resto, a ciò che ci circonda, e questo forse è un bene… anche se ho un po’ paura se penso all’idea di rassegnarmi. 

Da cantautore emergente come stai vivendo questo periodo di blocco totale? C’è ancora speranza per la musica e la cultura in Italia, “la Repubblica oligarchica fondata sulla disoccupazione”?

Purtroppo tutto il settore musicale sta soffrendo una crisi senza precedenti soprattutto a livello underground, ovvero il luogo dove nascono i progetti che saranno il domani della musica. Non nascondiamocelo: la cultura e l’arte sono sempre stati all’ultimo posto nelle priorità di tutti i governi che si sono avvicendati. Forse per mancanza di fondi, più probabilmente perché un popolo ignorante è decisamente più facile da governare. 

La questione pandemica è stata solo un catalizzatore per un processo già avviato da tempo in tutto il settore dello spettacolo. Ho sentito italiani confondere le discoteche con i club live e i musicisti con i milionari. Non è proprio così. Le cose stanno diversamente e prima ci sarà un’inversione di rotta, prima potremo pensare a debellare il virus dell’ignoranza. E di conseguenza anche quello meno metaforico che ha ormai invaso la nostra quotidianità.

Ci racconti qualcosa in più su di te e sul tuo percorso artistico?

Ho iniziato a suonare a 16 anni, in una delle band della scuola dove andavo a Pinerolo: facevamo cover degli Oasis e degli U2. Poi, una volta avviato il mio percorso universitario, ho cominciato a frequentare Torino e la sua scena, dapprima come chitarrista in due gruppi, poi come cantautore solista.

Narratore Urbano

Il nome Narratore Urbano nasce dopo un concerto, sempre a Pinerolo, con i miei amici e colleghi The Lansbury. Luigi, il loro batterista, si è riferito ai miei brani come a delle vere e proprie “narrazioni urbane”. L’espressione mi piacque e decisi di farla diventare una dichiarazione di intenti, un nome da usare per potermi definire meglio davanti al pubblico. A luglio del 2019 ho iniziato a collaborare con Fabrizio Pan (frontman dei Melody Fall e produttore di Pan Music Production) registrando i miei primi singoli , ovvero “1939” e “Zucchero Filato“.

A Marzo 2020 ho rilasciato il mio primo EP, Fine delle Trasmissioni. Purtroppo il release party, previsto all’OFF Topic per il 5 Marzo è saltato a causa del primo grande DPCM. Dopo un periodo di crisi ho ripreso il progetto a Settembre con alcuni live (Bunker per Sofà so Good, Blah Blah, Diavolo Rosso ad Asti e Joshua Blues Club a Como). Attualmente sto lavorando al mio primo album: POST

Il 19 marzo è uscito Il Capitolo 1 di “Post”, un album sviluppato appunto in capitoli pubblicati con scadenze diverse. Ci racconti qualcosa di questo tuo lavoro?

POST è un album a capitoli. Nasce dall’esigenza di raccontare il cambiamento, le contraddizioni e le difficoltà di questa nuova era che ci ha colto del tutto impreparati. Sarà un viaggio sia attraverso gli eventi di questi anni dimenticabili, sia attraverso la giungla di emozioni e sentimenti spesso difficili da esternare in altro modo. Il tutto lungo un percorso interiore di consapevolezza. 

Si parte dal Vol. 1 che racconterà il trauma. “Zenzero“, traccia di apertura, descrive la discesa dell’Arte a Torino, che come una ragazza vaga attraverso le strade della città consapevole di quanto questa scena musicale e questa città abbia da offrire. Quest’entusiasmo viene però stroncato dal primo Lockdown, raccontato attraverso un delirio/sfogo in “Articolo 1“. La domanda che ci siamo tutti posti almeno una volta è “Ne siamo usciti davvero migliori?”. Questa ha trovato la sua risposta più efficace a pochi giorni dalla fine della prima quarantena, per l’esattezza il 25 maggio 2020, con l’assassinio di George Floyd, evento che da il nome a “25MAG“. 

Posso già anticipare che il secondo capitolo riprenderà la riflessione a partire dall’estate del 2020, con il delirio delle riaperture e dalle contraddizioni, sviluppate nel brano “Gagarin”, per iniziare una nuova riflessione interiore: Ha senso cercare le risposte nel nostro passato? Magari nella nostra infanzia o nella nostra adolescenza? Queste domande troveranno risposte nei brani “Video8 (Autunno 2003)” e “233 Gradi Centigradi” che vedrà la collaborazione di un’artista e amica che stimo tantissimo, Rossana De Pace

Mi sento di aggiungere che tutto questo non sarà solo un lavoro musicale. Ad esempio con Carlotta Anguilano, fotografa, stiamo sviluppando una storyline parallela che racconta attraverso Instagram i riferimenti culturali di POST. Con Chelo ci stiamo concentrando sulle copertine, mentre con il videomaker Edoardo Giuliani e l’attrice/modella Gaia Morellato stiamo creando un lungometraggio che sarà anch’esso parte del progetto POST

Quando finalmente tutto sarà finito dove ti piacerebbe poter suonare? O con chi ti piacerebbe collaborare? 

Oltre alla collaborazione con Rossana e con Protto (in “Articolo 1“) sono previsti altri due featuring all’interno dei capitoli 3 e 4 (ma non voglio spoilerare ancora nulla). 

Mi piacerebbe poter ripartire presentando POST proprio nel luogo dove ho lasciato tutto in sospeso, ovvero l’OFF Topic

Ho tantissime collaborazioni tra i miei sogni, sicuramente con artisti della scena come gli Igloo, i The Lansbury, Anna Castiglia, Irene Buselli, Francamente e perché no gli Atlante.

Se dovessi sognare più in grande (ma qui si parla di sogni nel cassetto difficilmente realizzabili nell’immediato) ovviamente mi piacerebbe un giorno collaborare con Vasco Brondi, Murubutu, Rancore e gli Eugenio in Via di Gioia. Anche se è troppo presto per parlarne, che cos’è un artista se non un gran sognatore che non si è ancora arreso? 

Grazie mille!

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1 commento

  1. Sempre eccezionale, Alekos!! Hai un grande futuro davanti! Confermo: una persona profonda e di valote da sempre!

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