Not quiet è l’Ep degli Orangerie
È frequente che gruppi che eseguono musica strumentale, specialmente ambient, ricolleghino le proprie opere ad elementi come chaos, silenzio o rumore (noise suona molto efficace nei titoli); gli Orangerie non fanno eccezione, e il loro Ep Not quiet ne è prova. Si richiama la quiete, la calma, ma le si nega. Il disco è una raccolta di quattro tracce folk-ambient, genere in cui sintetizzatori ed atmosfere eteree si legano e mescolano agli strumenti acustici (specialmente la chitarra). L’effetto è una via di mezzo molto interessante tra astrazione e concretezza che sfocia a tratti nel pop.
Un Ep radiofonico
Una delle qualità che emergono fin dal primo ascolto di Not quiet è la sua dimensione estremamente radiofonica. Fin da Evening Air, la traccia di apertura, la combinazione tra chitarra, voce e base elettronica risulta estremamente efficace sia sul piano del gradimento che su quello della spendibilità radiofonica.
Divers è il pezzo che più di tutti suscita questa impressione, con un ritornello che in qualche misura ricorda i Linkin Park di Midnight memories e che risulta orecchiabile e facilmente memorizzabile.
Con Weight of leaves, ballata indie in cui la dimensione folk prende il sopravvento creando un’atmosfera malinconica e riflessiva, e l’onirica Rapid Eye Movement, in cui la voce viene arricchita da un’eco lontana trasognata, si conclude Not quiet.
In quattro brani, gli Orangerie offrono varie sfumature di un genere, l’ambient-folk, particolare ma molto interessante soprattutto per la sua versatilità: tra elettronica e strumenti acustici, le combinazioni e le atmosfere che si possono costruire sono veramente varie. Gli autori dell’Ep riescono ad offrire un affascinante campionario sonoro e di melodie, in cui la divisione tra sezione ritmica più sintetica e quella melodica prettamente acustica e poco modificata creano un ottimo bilanciamento. Not quiet è un lavoro che fa sperare nella produzione di ulteriore materiale da parte di questo gruppo.