Line of light è il disco d’esordio di Lain
Preceduto dall’uscita dei singoli Dust, Hourglass e Lifter, con Line of light fa il suo esordio sulle scene Laín, nome d’arte di Leonardo Guarracino. Il cantante partenopeo mette in rapporto gli stili della ballad folk rock americana e della ballata cantautoriale italiana: l’effetto è un suono malinconico ma espressivo, che permette all’autore di trattare temi vari e profondi.
Line of light esce con la Soundinside Records ed è distribuito da Believe.
Otto tracce per racconti profondi
Dalla prima traccia, il singolo Dust, Laín mostra non solo intenzioni stilistiche chiare (l’indie à la americana), ma anche la sensibilità di raccontare e trattare argomenti sensibili e delicati. Il primo brano parla della tristezza dell’amore che diventa spinta compositiva per fare musica.
È con Hourglass che si vive il momento più fragile, dal punto di vista emotivo del disco: viene raccontato infatti della depressione, tema difficile che Laín tratta dal punto di vista della progressiva apatia che si impadronisce di chi soffre di questa condizione. Non si può non citare la title-track, Line of light appunto che, tra una cassa ipercompressa ed una chitarra sola sullo sfondo racconta la linea di luce del ricordo di un luogo felice, cristallizzato nella memoria e sempre disponibile ad essere rivissuto.
Combinare stili vincenti
Le influenze americane si sentono, non solo nella scelta di cantare in inglese, ma anche nella maturità musicale. Il primo lavoro sulla lunga distanza di Laín è indiscutibilmente indie americano. La produzione di Stefano Bruno e Jex Sagristano rendono il disco di Laín un prodotto maturo. Che questo sia dovuto anche alla biografia del suo autore sembra difficile da negare, data l’esperienza statunitense che si riflette nella delicatezza compositiva del partenopeo.
La ballata italiana viene complessificata dalle sonorità dell’indie statunitense e funziona. L’esordio di Laín è eccellente.