Limone è l’album d’esordio di In arte Agnese
Un esordio spumeggiante, a cavallo tra irriverenza, malinconie estive e sonorità spensierate: è Limone, il disco d’esordio di In arte Agnese.
Dieci tracce prodotte dal Platinum studio e distribuite da Apollo Records e attraverso le quali Agnese Conforti, nome all’anagrafe dell’artista, cerca di conciliare leggerezza e qualche spunto di riflessione introspettiva e sociale.
Festa e pensieri
Il debutto di In arte Agnese è molto più un buon disco da festa che un’opera concettuale. Il che, dato che è stato pubblicato alle soglie dell’estate, non è necessariamente un punto a sfavore. Su Limone si balla, si guardano i tramonti a fine vacanza, si beve un drink in compagnia di amici, molto più di quanto non ci si rinchiuda in sé stessi travolti dalla malinconia.
Certo, c’è una componente malinconica che emerge a blocchi (Limone, Supernova, Tutto da buttare) più che a tratti, ma le vibrazioni che dà questa prima fatica discografica sono molto più leggere di quanto siano tristi. In arte Agnese racconta la società della generazione z e l’amore mediato da Instagram, ma soprattutto col suo disco riflette una società in cui la spensieratezza è un lusso.
Musica come avanguardia di gioia
In arte Agnese si racconta, e nel farlo racconta una generazione senza clubbing, senza classici della musica, ma piena di vita inespressa. Torino vida loca e Frenami sono i manifesti di questa condizione.
Se Ceri, cmqmartina e Cosmo sono ormai le colonne portanti del movimento “ballare per dimenticare”, In arte Agnese si colloca un po’ prima, laddove la sua musica è un’avanguardia della gioia dei vent’anni sporcata dalla malinconia dell’autoracconto. Limone è un buon lavoro per un’estate di transizione sociale come quella che stiamo vivendo.