Il 24 Giugno è uscito ORO, nuovo concept ep di Malavedo.
25 anni e molto da dire, l’artista lecchese muove i primi passi nella musica partendo dalla scena hip hop e mostrando via via una vena intimistica e concentrata sulle sue esperienze e sul quotidiano. Dopo un primo ep e diverse collaborazioni, nel 2022 è tra i vincitori di Facce Nuove, bando di Italia Music Lab a supporto di artisti emergenti, e apre il concerto di Tananai in occasione di Spaghetti Unplagged, format ospitato all’Apollo di Milano.
Dopo l’uscita del singolo Giunone e di ORO, focus track dell’omonimo ep, Malavedo presenta il progetto. ORO è introspettivo, complesso e le sonorità che accompagnano la voce di Malavedo non sono da meno. Il confine tra la realtà, la pratica e la dimensione onirica di sogno, di fantasia, è così fine che a volte l’ascoltatore non lo percepisce più.
ORO racconta infatti di un viaggio alla ricerca di un tesoro, ma non è un viaggio fisico, almeno non tanto quanto interiore. Malavedo affronta quello che forse è il cammino più duro di tutti: quello dentro se stessi. E ci mostra i punti, le persone, le esperienze della sua vita che sono per lui oro, che lo aiutano ad avvicinarcisi.
Abbiamo voluto sapere dall’artista qualcosa di più sulla costruzione dell’album e sulle sue influenze.
Intervista a Malavedo su ORO, nuovo ep dell’artista
L’influenza de “L’Alchimista” di Paulo Coelho è percepibile e mi sembra di capire che ha contribuito molto alla nascita di ORO. Perché è stato così importante per te questo libro? Tanto da spingerti a “trasferirlo” nel tuo presente e nella tua musica.
“L’Alchimista” mi ha catturato subito, dalle prime righe. Era da molto che un libro non riusciva a darmi questo tipo di emozioni: sono riuscito all’istante ad immedesimarmi nel protagonista, alla ricerca di un sogno forse irrealizzabile, e ne ho voluto parlare con chiunque mi capitasse a tiro. Sono rimasto stregato dall’atmosfera magica e profetica che si respira tra le sue pagine e quasi senza farlo apposta ho ritrovato nei miei brani le stesse emozioni.
La dimensione del sogno è molto presente e spesso il confine tra quest’ultima e la realtà diventa abbastanza labile nel disco. Dimmi di più.
Il viaggio nasce nel sogno e si sviluppa nella realtà, prendendo sempre più piede nelle parole e nei pensieri del protagonista. La realtà non è solo ciò che si vede con gli occhi ma anche quello che si percepisce interiormente, ed è per questo che il sogno è parte integrante del mondo circostante.
Questo viaggio che intraprendi è un viaggio interiore, introspettivo, personale. Penso che negli ultimi anni siamo stati costretti a passare molto tempo con noi stessi, anche quando non ci piaceva e, alla lunga, abbiamo imparato a conoscerci bene, a studiarci, a “percorrerci”, se così vogliamo dirla. Quanto credi abbia contribuito alla nascita del tuo EP questo periodo?
Penso che l’ultimo periodo mi abbia aiutato effettivamente a capirmi meglio, nonostante questa voglia di conoscermi sia da sempre parte integrante delle mie sere passate a leggere e scrivere.
Ma alla fine, ad oggi, pensi di averlo trovato l’ORO?
Ho capito qual è il mio l’ORO ma sento che è ancora lontano, e la strada per raggiungerlo non è per nulla definita e piena di insidie.
Solo attraverso la musica riuscirò a raggiungerlo.