Dichiaro “Mea Culpa”, ascolto i Trauma, e il loro ultimo ep uscito su Seahorse Recordings. Il loro stile mi affascina e mi riporta in epoche di alternative rock che adesso sono distanti dalle radio. La loro storia è comune a tante band e la raccontiamo qui sotto in occasione dell’uscita del disco Mea Culpa, un racconto di riflessioni umane, emotive, storte e distorte, in un atto di sentire comune all’umanità tutta: la colpa.
Un rock che fa pogare e aggredisce i pensieri, in un headbanging che “non basta”. Le tracce del disco, registrato da Enrico Lucarini, sono 5 e sono iconiche nei titoli:
1. Muro | 2. Lividi | 3. Non muore mai | 4. Ira di Dio | 5. Il mio ruolo nella band. Enjoy!
Chi sono i Trauma?
I Trauma sono Christiana Cartoceti al basso, Stefano Aluigi batteria, Giacomo Pieri chitarra e voce.
Qual è la storia dei Trauma?
Christian: Ci conosciamo da molto tempo. Abbiamo lavorato in diverse band in fasi diverse nel corso della vita. In un momento di inattività ci siamo messi insieme e Giacomo ha avuto la brillante idea di formare i Trauma.
Giacomo: Nel 2019 abbiamo registrato un demo di 4 tracce in un piccolo teatro qui vicino da cui poi è nato il nostro primo EP omonimo, pubblicato dall’etichetta Seahorse Recordings.
Come nasce l’album Mea Culpa?
L’album Mea Culpa nasce durante il periodo di pandemia del covid19 a parte il primo brano gli altri sono stati composti e refistrati in questo periodo. Un periodo strano e difficile a livello personale e come musicisti, come band. Il fatto di non poterci vedere qui in sala prove per comporre suonare reg ha rallentato i lavori dell’ep e ha contributo al mood generale del disco, questo mood di incertezza del futuro, claustofobia e quant’altro.
Mea Culpa presenta riferimenti artistici?
Mea Culpa è un album molto personale, anche introspettivo, non ci sono dei riferimenti espliciti. Dentro ci si possono trovare cose che abbiamo assimilato nel tempo, anche a livello inconscio: la Bibbia, Kafka, Dostoevskij, la psicanalisi, il cinema di David Lynch, un sacco di cose.
Qual è il messaggio comune ai brani di Mea Culpa?
In Mea Culpa i brani sono riflessioni personali sul tema della colpa, individuale e collettiva, sui temi della redenzione, della responsabilità che ne deriva da questa colpa.
Quali generi musicali ascoltano i Trauma?
Christian: Abbiamo sensibilità diverse all’interno del gruppo. Per quanto mi riguarda sono un po’ reduce degli anni ’90 e il movimento che viene da Seattle: Nirvana, Sound Garden, e tutto quel filone. Mi ha colpito molto, sicuramente mi hanno influenzato.
Stefano: Come Christian mi aggrego a questi gusti musicali. Non disdegno nemmeno la musica metal old school anni ’80 dei gruppo di San Francisco e affini. In linea di massima spazio abbastanza.
Giacomo: Ci rifacciamo alla musica alternativa, rock alternativo di matrice americana di fine anni ’80, primi anni ’90. Personalmente ho degli ascolti diversificati. Sono selettivo ma ascolto molti generi, sul rock, jazz, elettronica, hip hop, anche se il rock prevale.
Un artista con cui vorreste collaborare?
Christian: Con certi artisti a livello internazionale vorrebbero collaborare tutti. Mi verrebbe da dire Dos Cabrones.
Giacomo: Nell’ambito del rock alternativo italiano, una scena di nicchia, una scena vivace e secondo me molto valida, mi vengono in mente i Gazebo Penguins, i Gomma, coetanei ma di generi leggermente diversi. Bello suonarci.
Salutateci con un verso che vi dà energia da un brano di Mea Culpa
Tutti e 3 i membri dei Trauma hanno citano questo brano di Mea Culpa:
Ma io ti darei tutto ciò che ho, tutto ciò che vuoi
Non muore mai, i Trauma
perchè l’erba cattiva non muore mai,
perchè l’erba cattiva non muore mai.
Salutiamo Oriana, alla prossima!
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