Maria Antonietta ed il fa fa fa (festival)

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In una serata di Dicembre i ragazzi del FaFa Fest di Foggia sono riusciti ad avere un clamoroso sold-out grazie ad una ospite d’eccezione: una ragazza la cui semplicità e pacatezza non ti lasciano mai indifferente. Parliamo di Maria Antonietta, classe 1987, di origine pesarese, che ha da poco aperto il concerto di Lana Del Rey. Considerata una delle pioniere dell’indie italiano al femminile, si presta volentieri con umiltà alle domande dei suoi fan, decidendo con estrema delicatezza quali risposte dare, senza lasciar mai spazio alle parole vane. Proprio per questo motivo ho deciso di farle soltanto dieci minuti di intervista al volo: non volevo privare del tempo alla moltitudine di ragazzi che erano giunti fino a lì ad ascoltarla. Anche perché diciamocelo, sfortunatamente non é facile che una artista già abbastanza affermata nel panorama musicale venga a suonare in una provincia del sud come quella di Foggia.

I costi sono sicuramente più alti per le trasferte dei vari musicisti che di norma risiedono in quella che oramai é la triade della città musicali italiane (Milano, Roma e Bologna), in cui svariati artisti decidono di stanziarsi per comodità. Ma per fortuna i giovani d’oggi hanno tanta passione e voglia di cambiare in meglio le cose, così cercano di organizzare eventi con le poche risorse che hanno. Per me si tratta di una intervista un po’ speciale, perchè la prima fatta con la mia cuginetta, appassionata anche lei del mondo indie italiano e super fan di Maria Antonietta (e che spiega perchè nell’audio uso il “noi”)

Eroine

Non so se te lo ha mai detto qualcuno ma secondo me la tua voce ha un graffio un po’ alla Loredana Berté. Hai qualche eroina italiana a cui ti ispiri?

Questa é una domanda difficilissima perché quest’anno ho ascoltato pochissima musica italiana a dire la verità, per cui, purtroppo, le mie grandi eroine della musica sono americane, inglesi, ecc… . Le mie preferite di sempre sono Courtney Love, P.J. Harvey, Patti Smith. In Italia in realtà quando ero piccolina ascoltavo Carmen Consoli, poi l’ho un po’ persa crescendo. Loredana Berté mi fa piacere ovviamente, ha una voce bellissima e poi é un personaggio vero, nulla da dire, é un complimento grazie

Colori ed emozioni

Se tu potessi scegliere un colore con cui vorresti descrivere le emozioni che vorresti che le tue canzoni suscitassero, quale sarebbe?

Sicuramente rosso, alla fine mi rendo conto che mi trovo sempre a scrivere cose che mi riguardano moltissimo. Mi piace pensare che il colore sia quello, un po’ del sangue, una cosa che ti appartiene talmente tanto che fa parte di te

Sanremo

L’esperienza a Sanremo come é stata? Hai mai pensato di voler provare ad andarci?

É sicuramente stata abbastanza bizzarra perché non me l’aspettavo per niente, ed é stata una cosa abbastanza last-minute. Però sono stata molto fiera di condividere uno spazio così generalista, così grande e trasversale con due colleghe, é una cosa che non capita così spesso. E quindi c’é stato un sentimento di orgoglio: condividere uno spazio del genere con altre due ragazze é stato in questo senso molto bello. Poi io figurati, non ho nessun pregiudizio su quello spazio lì, anzi. Penso che se riesci ad approdarci con il tuo linguaggio o comunque con quello che sei non può che essere bene. Alla fine dai complessità ad uno spazio, racconti comunque una storia.

La mia, rispetto ad altre, é sicuramente un po’ più obliqua; sono partita dal mondo indipendente e continuo a stare nel mondo indipendente. Però ovviamente devi avere la canzone giusta e ci deve essere una politica editoriale che voglia anche premiare o magari dare spazio a dei racconti o a delle persone un po’ più obliqui. Purtroppo non dipende dalla tua volontà. In astratto sì: nel momento in cui porti la tua voce porti un pezzo che hai scritto tu e che ti rappresenta. Non c’è nessuno spazio sbagliato o non adatto a priori

Fa fa fa (festival)

Il tuo intercalare “fa fa fa” lo hai scelto come “marchio di fabbrica” o ti é venuto naturale?

Sì é venuto naturale. Purtroppo c’é sempre poca strategia, perché non ne sono capace ahahah

Vergine

Visto che entrambe siamo del segno zodiacale della Vergine come te

Che bello ahahah mi sento la benvenuta

Quale é la cosa più “da vergine” di te?

Io sono veramente una vergine estrema, ho anche la luna in Vergine e uno stellium di cinque pianeti in vergine, quindi é terribile la mia situazione. La cosa più da vergine é sicuramente la mania del controllo: l’avere tutto sotto al mio di controllo, che tutto comunque sia gestito. Ovviamente é tutta una grande illusione questa, perché non hai mai il controllo, per cui la mia manialicalità e la mia ansia di perfezionismo, questo é Virgo

Ispirazione

Quale é il momento in cui ti senti più ispirata? C’é qualcosa che in te fa scattare di più la scintilla?

É sempre molto relativo, perché poi é un meccanismo che negli anni cambia, come cambi tu cambiano anche le dinamiche della tua creatività. Ultimamente noto che sono più creativa quando sono in tour, sono a suonare. Paradossalmente quando torno a casa dai concerti e dai viaggi sono molto più creativa. Un tempo invece dovevo avere delle larghe finestre anche di solitudine a casa, i miei spazi, contemplazione, ecc… . Adesso é il contrario: fare, andare in gruppi mi fa tornare a casa con un bagaglio di energia. Ora funziona così

Quindi se dovessi chiederti tra live e studio mi risponderesti live?

Assolutamente

La tigre assenza

Visto che da poco é uscito il tuo ultimo album ce lo descrivi in poche parole?

É un disco sicuramente abbastanza scuro direi, abbastanza dark. É un disco sicuramente un po’ complesso. Soprattutto per quanto riguarda i testi c’é stata una rielaborazione di alcuni fatti e di alcuni sentimenti non esattamente molto facili. Sicuramente é un disco che richiede del tempo all’ascoltatore per sorbirlo. Ed é un disco anche molto libero, comunque ci ho lavorato in una maniera diversa rispetto ai precedenti, ho voluto sperimentare con una produzione differente. Sono uscita un po’ dalla mia modalità dell’andare lì e suonare tutti insieme. In questo disco si é suonato poco, é stato prodotto tanto al computer, che é una cosa che non avevo mai fatto

Auto-prodotto?

Per questo disco ho lavorato con un produttore, Antonio Filippelli, che lavora nel pop. Per cui ho sperimentato in questo senso, anche perché ovviamente ascolti musica differente, cresci e quindi sei curioso di sperimentare anche qualche altro linguaggio magari

Progetti futuri

Progetti futuri?

Mah sto scrivendo un nuovo libro ed ho un sacco di pezzi nuovi, quindi in realtà sto scrivendo un nuovo disco

Letteratura

Visto che stasera ci hai letto una bellissima poesia, e che nei racconti del tuo passato c’è molto la presenza della letteratura, quale é un libro che consigli spassionatamente?

Sicuramente i diari di Sylvia Plath. Non é un’opera di poesia perché parla dei suoi diari personali, però é un’opera secondo me stupenda per entrare dentro la mente e la vita di una grande poetessa. E anche per conoscere i suoi meccanismi di creatività e di relazionarsi con la scrittura nell’auto-realizzazione, quella sicurezza in te stessa quando fai una cosa, é bellissimo. Non solo esteticamente é scritto benissimo ma é anche proprio curioso

Consiglio agli emergenti

Va bene, grazie mille del consiglio. Ultimissima domanda: cosa consigli ad artisti emergenti che provengono da piccole realtà come questa di stasera

Secondo me il consiglio più sensato di tutti é quello di restare fedeli a quella che é la propria natura, a quella che é la propria visione e a ciò che si é. Qualsiasi tipo di altra mossa magari sul breve termine paga tantissimo, ma sul lungo termine ti farebbe stare male. C’é questa intervista bellissima a Patti Smith in cui dice: “ricordati che la cosa più importante che hai é il tuo nome”. Se tu non hai cura del tuo nome, delle scelte che fai per preservare il tuo nome, la tua anima e la tua visione te ne pentirai. Una volta che il tuo nome sarà macchiato sarà macchiato e non potrai tornare indietro, ed é una cosa bellissima

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