Genio e sregolatezza: la pazza vita delle rockstar – parte II

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Genio e sregolatezza: la pazza vita delle rockstar – parte II

Genio e sregolatezza… quante volte abbiamo sentito questo detto? Se hai letto la prima parte degli articoli dedicati alla pazza vita delle rockstar, avrai sicuramente viaggiato alla scoperta dell’eclettismo di Freddie Mercury, della follia pura di Phil Spector. Anche tu probabilmente sarai stato stregato dal fascino ammaliante di Syd Barrett e ascoltato, come rapito, la voce della bellissima Nico, tanto bella purtroppo quanto bugiarda. 

Come loro, tantissime rockstar e popstar, prima di salire nell’olimpo delle stelle hanno vissuto la loro vita tra eccessi e follia, alternando al contempo a momenti di lucidità. A ben pensarci, una vita di genio e sregolatezza appare quasi come una condizione necessaria per poter realizzare opere musicali fuori dal comune. In questa seconda parte, esplorerò, se possibile, personalità ancora più folli rispetto a quelle che ho già presentato. Nell’ordine parlerò di Giovanni Lindo Ferretti (storico leader dei CCCP), Jim Morrison, e infine di Kurt Cobain

Giovanni Lindo Ferretti – l’operatore psichiatrico

Giovanni Lindo Ferretti - indielife.it
Giovanni Lindo Ferretti – indielife.it

Chi ha detto che il matto deve essere solo quello che da curare? Lo sa bene Giovanni Lindo Ferretti, leader del gruppo punk CCCP – Fedeli alla linea, che in gioventù ha lavorato per ben 5 anni in un ospedale psichiatrico. Giovanni era finito a lavorare in psichiatria un po’ per caso e quasi per gioco. Nel 1977, incontrò durante un autostop il dottor Polletta, responsabile del servizio materno – infantile dell’USL di Reggio Emilia.

Durante questo viaggio, Giovanni Lindo Ferretti sente per la prima volta parlare di psichiatria. In particolare il dottor Polletta gli parla di un ragazzo Dario. Un caso difficile dice, perché è entrato in manicomio a soli 4 anni ed è uscito a 16 anni. Ora doveva essere ricoverato in modo coatto. 

Da cosa nasce cosa. Così Giovanni accetta la sfida del suo insolito accompagnatore. Nel 1981, il superamento ufficiale del manicomio lo porta ad abbandonare il posto di lavoro e a trasferirsi per un periodo a Berlino. Berlino in quegli anni era una grande fucina musicale che ha dato vita a tanti gruppi e album cult. Come per uno strano scherzo del destino, Giovanni Lindo Ferretti incontra Massimo Zamboni, un suo compaesano che all’epoca conosceva solo di vista. Da questo fortunato incontro nascono i CCCP, che vengono considerati uno dei primi gruppi punk sulla scena italiana. 

L’esperienza in Lotta continua e il primo album

Giovanni Lindo Ferretti è anche un attivista convinto di Lotta Continua, il leggendario movimento studentesco di orientamento comunista attivo tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni ‘70. Il suo essere rivoluzionario, unito al suo aver lavorato per così tanto tempo in mezzo ai “matti”, lo ha portato a scrivere delle canzoni dal mix insolito. Uno degli esempi più magistrali è il brano iconico “Emilia Paranoica” il cui titolo è tutto un programma. Questa canzone assieme ad altri capolavori come “Curami” e “Valium Tavor Serenase” sono contenute nel primo album “1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età”, abbreviato in Affinità e divergenze e pubblicato nel 1986. L’album sarà un vero e proprio caposaldo e ispirerà altre band come Modena City Ramblers e i Subsonica. 

I CCCP, si sciolgono nel 1990, proprio quando il comunismo si stava disintegrando. Dalle loro ceneri nascono i CSI (consorzio suonatori indipendenti). In questo nuovo gruppo ritroviamo oltre ai pilastri Ferretti e Zamboni (il nucleo emiliano), anche Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli allora fuoriusciti dai Litfiba e con i quali avevano già collaborato in alcuni precedenti lavori (il cosiddetto nucleo toscano). Il punto di forza dei CSI era quello di essere totalmente indipendenti nella produzione musicale, avendo messo in piedi una loro casa discografica. Nel 2002, alcuni componenti dei CSI confluiscono a loro volta nei P.G.R. (per grazia ricevuta). 

Ora ritorniamo a Giovanni Lindo Ferretti. Esperienze di genio e sregolatezza come la sua, hanno dimostrato che niente di quello che abbiamo vissuto va dimenticato. Possiamo dire infatti, che il suo essere stato un rivoluzionario, unito al suo amore per la musica e ai suoi cinque anni passati a lavorare in un ospedale psichiatrico lo hanno portato a esplorare il mondo della follia in un modo tutto nuovo. 

Genio e sregolatezza: Jim Morrison – il poeta maledetto

Ora parliamo di una rockstar le cui follie non hanno davvero bisogno di presentazioni. Parliamo di Jim Morrison, mitico leader carismatico del gruppo “The Doors” e simbolo della ribellione giovanile degli anni ‘60. Una vita, la sua, vissuta dal primo all’ultimo giorno tra genio e sregolatezza.

L’infanzia di Jim è stata, fin da subito, molto movimentata. A causa del lavoro del padre, Jim Morrison ha trascorso la sua infanzia viaggiando tra l’Australia (paese dove è nato) e gli Stati Uniti. Per il giovane Jim, fu dunque difficile farsi delle amicizie stabili. Era però un ragazzo molto sveglio e intelligente e durante il suo percorso scolastico si distinse per la sua bravura e la fame di libri, che lo portarono a ricevere una menzione d’onore. 

A prima vista sembra il ritratto di un ragazzo modello, ma non è tutto oro ciò che luccica. Nei primi anni ‘60, divenne insofferente alle regole, il che lo portò ad avere diversi problemi con la legge. In quel periodo inizia anche a frequentare i café Beatnik, che a quel tempo erano il ritrovo di artisti e poeti appartenenti alla Beat Generation. Il nome Beatnik deriva appunto da Beat e Sputnik il cui termine facilmente ci rimanda ad idee di sinistra. 

In questo tipo di ritrovi, oltre a scambiarsi idee di arte, politica, cultura ecc. si esploravano anche altre sfere come quella sessuale, che veniva vista come un modo per purificarsi. Neanche a dirlo, era facile assumere in questi ambienti ogni tipologia di droghe. 

Nel 1964, Jim entra in contrasto con il padre. Ha infatti pensato per il figlio la carriera militare, mentre Jim ha deciso di intraprendere gli studi universitari al corso di cinematografia alla UCLA. Alla fine di quell’anno romperà dunque i rapporti con i genitori, dichiarando addirittura che sono morti. 

La nascita dei Doors nel 1965

the doors - indielife.it
the doors – indielife.it

Durante i suoi studi universitari, Jim Morrison conoscerà quelli che di lì a poco diventeranno i Doors. Ciascuno dei membri come Morrison era caratterizzato da un modo di suonare eccentrico e fuori dal comune. Ray Manzarek aveva un modo tutto suo di scrivere le liriche, John Densmore era nella scena rock psichedelica già da tempo e Robby Krieger era solito suonare con il collo di vetro di una bottiglia in puro stile flamenco. 

I presupposti per una band altrettanto folle c’erano tutti. Il nome “the Doors” venne scelto da Jim Morrison in riferimento ad una frase famosa di William Blake: “Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo com’é: infinita”. Ritorna dunque il concetto di catarsi pienamente sperimentato nei locali Beatnik. 

Il primo flop e il successo con La casa discografica Elektra Records

Nonostante un inizio non brillante, dove la Columbia propose loro un contratto a termine, il successo non tardò ad arrivare quando agli inizi del 1967 i Doors firmarono con la Elektra Records. L’album “The Doors” fu subito record di vendite e riuscì ad eguagliare l’album “Sgt Pepper’s lonely club hearts band” dei Beatles. Le esibizioni di Morrison divennero famose ovunque. Sul palco infatti, si muoveva con estrema sensualità. Le movenze sinuose unite a vestiti rigorosamente di pelle ricordavano le mosse del serpente. Il tono, da garbato e cordiale, improvvisamente diventava roco e duro, quasi animalesco. Venne quindi soprannominato “il re lucertola”

L’ascesa della carriera dei Doors fu tanto fulminea quanto lo fu la loro caduta. L’abuso sempre maggiore di droghe, alterò lo stato psicologico di Morrison che presto divenne incapace di sostenere dei tour sempre più stressanti. Già nel 1969, arrivò il primo flop e il tour del 1970 fu estremamente altalenante in quanto sempre più di frequente Morrison non era nemmeno presente sul palco. 

Gli ultimi mesi a Parigi e la morte

Nel febbraio del 1971, Jim Morrison si trasferì assieme alla sua compagna di una vita Pamela, a Parigi. Le sue condizioni di salute sempre più disastrose a causa dell’abuso di alcool, fumo e droghe, lo portarono ad avere asma e altri problemi respiratori. Questo periodo fu particolarmente introspettivo per lui, tanto che passò gran parte del tempo a scrivere poesie immerso nel clima bohemien francese. Il 3 luglio accade la tragedia. Jim Morrison viene ritrovato morto nella vasca da bagno nell’appartamento di Parigi. Molti aspetti riguardo la sua morte, rimangono tuttora un mistero. Agli occhi di tutti noi però, Jim Morrison rimarrà sempre il bel ragazzo dallo sguardo limpido e l’anima che graffia. 

Genio e sregolatezza: Kurt Cobain – il ragazzo che voleva solo essere felice

Kurt Cobain - Indielife.it
Kurt Cobain nel 1991

Parliamo di un’altra rockstar che come Syd Barrett e Jim Morrison, brillò nel firmamento della musica rock solo per pochissime stagioni. Si tratta di Kurt Cobain, mitico frontman dei Nirvana che grazie all’album Nevermind, riuscì a battere ogni record. 

L’infanzia di Kurt, potrebbe essere in apparenza simile a quella di molte altre. I genitori, persone comuni sotto ogni punto di vista, si erano sposati troppo giovani e divorziano quando il figlio ha solo otto anni. In questo periodo iniziano i primi piccoli problemi. Kurt Cobain è un ragazzino biondo un po’ grassoccio e allo stesso tempo complessato. Nessuno almeno all’epoca, avrebbe mai potuto pensare che un giorno sarebbe diventato un divo del rock. Ha però una grande passione che è quella del disegno. La svolta arriva quando suo zio Chuck gli regala una Lindell che lo accompagnerà per tutta l’adolescenza. 

Kurt comincia a studiare con passione la chitarra e, almeno in questo periodo, sembra che tutto possa andare bene (o quasi). Il divorzio dei genitori è un dolore che lo condizionerà per tutta la vita, tanto da avere paura a stare insieme agli altri. Questo suo essere asociale porta il nome di ansia sociale e sarà la molla che lo porterà verso la fase esistenzialista della sua vita. 

La prima chitarra e l’adolescenza

La musica che più lo influenza durante la sua crescita come musicista, è la musica punk che proprio a metà anni ‘70 si stava diffondendo a gran velocità. Kurt Cobain tuttavia, era diverso dai punk che si vedevano in giro. Non indossava voluminose giacche di pelle, né tanto meno si era sognato di pettinare i suoi capelli con tamarre creste piene di gel. 

Nonostante tutto, rimaneva il solito Kurt che amava la musica punk, ma al contempo ascoltava i Beatles, gli Aerosmith e tanti altri gruppi considerati all’epoca già “fuori moda”. Nasce in questo modo, un bizzarro connubio che potremmo definire come punk-esistenzialista e che confluirà in quello che sarà il movimento grunge.  Nel 1987 si formano ufficialmente i Nirvana. Il nome non è un caso. Richiama in un certo senso, tutto quello che voleva Kurt. Liberarsi dal dolore e dalla sofferenza

L’ancora di salvezza, Kurt la trova (almeno così sembra) in Courtney Love che incontra per la prima volta nel 1990. Più che una love story da romanzi rosa, sembra più una copia di quello che furono Sid&Nancy negli anni ‘70. Courtney era già notoriamente famosa per essere una ragazza tutta pepe. Insieme fecero un uso smodato di droga e il successo che arrivò troppo velocemente, lo rese incapace di gestirlo. Questo lo portò verso una lenta e graduale autodistruzione. Quando la coppia si sposò nel 1992, il fotografo vide una Courtney Love incinta e ciononostante strafatta di qualsiasi cosa. 

L’ultimo anno di vita e la nascita della figlia

Kurt Cobain, nel 1993, è già un uomo stanco, dallo sguardo oscuro e spiritato che non trova felicità in ciò che ha, nonostante gli sia nata una figlia. Nel 1994, registra la sua ultima esibizione all’MTV unplugged. L’atmosfera dello show appare quanto mai spettrale. Troviamo ovunque sul palco i crisantemi bianchi, che come tutti sanno sono i fiori dei funerali, quasi come se sapesse che di lì a poco avrebbe lasciato questo mondo. 

La morte di Kurt Cobain come quella di Jim Morrison rimane tuttora un mistero. entrambi vengono ritrovati morti uccisi da sostanze stupefacenti ed in entrambi i casi si hanno dei dubbi se si tratti di omicidio o di un suicidio. Infine, entrambi sono entrati di diritto nel club dei 27 assieme a stelle come Brian Jones, Janis Joplin e Jimi Hendrix. 

Genio e sregolatezza: follia e creatività 

Cos’è in fondo la creatività se non quella capacità di pensare fuori dagli schemi? La follia come l’arte in fondo ci permettono di osservare il mondo con occhi diversi. Comunque sia andata la vita di questi artisti ribelli, ci hanno insegnato che con un pizzico di follia e un po’ di immaginazione possiamo creare qualcosa di speciale nel mondo.

Fonte: storie di ordinaria follia rock di Massimo Padalino, edito da Giunti Editore spa, ed. Febbraio 2019

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