In occasione dell’uscita del suo ultimo singolo, “Lontano”, abbiamo fatto qualche domanda a Olita, cantautore con il vizio della hit.
Ciao Marco, è uscito da poco “Lontano” il tuo quarto singolo. Come è nato questo brano?
Ciao a te e tutti i vostri lettori! “Lontano” nasce come primo brano scritto in italiano dopo molto tempo e ho pensato di ricominciare da dove avevo interrotto; intendo dire che la canzone si riferisce ad una cosa che ho personalmente passato, ma molto tempo fa. E, nello stesso periodo, scrivevo delle bozze in italiano.
Nelle tue canzoni viene toccato spesso il tema della lontananza sia fisica che mentale. E’ una scelta voluta o questi pezzi sono nati tutti in modo scollegato?
Scrivo della lontananza nelle sue forme più diverse, non lo faccio apposta, l’ho notato dopo una serie di canzoni anche io.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Se parliamo della scrittura dei testi, sicuramente mi rifaccio a tutto ciò che ho assimilato negli anni dai più grandi cantautori della nostra storia. Se parliamo della parte musicale, ho molte influenze che mutano e si rincorrono nel tempo, dal blues al pop. Ora, ad esempio, sono fissatissimo con Charlie Puth.
Perché sei diventato un musicista?
Non potevo farne a meno! Sembra una risposta spocchiosa ma è così! Se mi incontri per strada e ho le cuffie, probabilmente sto mimando gli strumenti perché devo capire dove e come stanno suonando. E’ una cosa viscerale, non è mai stato solo un hobby.
Hai in programma l’uscita di un album?
Questo è il quarto singolo e altri sono già pronti. Non so se confezionarli in un album o continuare così. Il fatto che non si fanno concerti comporta che non puoi portare in promozione un disco, perciò non so se ha senso fare un’uscita discografica di questo tipo ora. Comunque ne parlerò con Camilla, che mi sta seguendo molto da vicino in questa fase del mio percorso, e vedremo che cosa decideremo. Grazie mille per lo spazio e il tempo che mi avete dedicato, rinnovo il saluto ai vostri lettori e vi mando un abbraccio!