CINEMA FLORIDA

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<< Guarda che ho trovato nella cantina a casa di mio nonno? >>

<< Un mazzo di chiavi ? >>

Davide e Alice sono seduti su una panchina della villa comunale, ritrovo giornaliero di tutta la comitiva. Si sono distaccati un po’ dai loro amici per avere un po’ d’intimità.

Stanno insieme da quasi un anno, si sono conosciuti l’anno scorso in primo superiore. Stanno quasi per finire il secondo anno del liceo scientifico e già pregustano l’arrivo dell’estate e dei divertimenti.

<< Non è un mazzo di chiavi normale, apparteneva a mio nonno Giovanni e sono le chiavi del cinema Florida. >>

<< Il cinema abbandonato da quasi trent’anni che si trova poco dopo il paese? Perché stavano a casa di tuo nonno?>>

<< Nonno ha fatto il guardiano del Florida per tanti anni e probabilmente non ha mai restituito le sue copie>>

<< Non capisco cosa ci devi fare e perché tutto questo entusiasmo. È un cinema vecchio che cade a pezzi e non siamo sicuri nemmeno che apra davvero le porte del Florida>>

<< Vale la pena di tentare però, non credi ? >>

<< Per fare cosa scusa? Vuoi entrare veramente in quel cinema abbandonato? >>

<< Certo che voglio entrarci, non sei stufa di stare sempre in camera mia o tua con la paura che qualcuno ci sente e non avere mai un vero momento per noi? Se queste chiavi funzionano potremmo andarci ogni volta che vogliamo e anche di giorno. Basterà stare attenti a non farci vedere>>

<< Tu sei pazzo! Io dovrei andare lì dentro in mezzo alla polvere e alla sporcizia? Scordatelo >>

<< Ma lo puliremo un po’ per volta, porteremo asciugamani e altre cose del genere. Sarà il nostro nascondiglio. Dai che anche tu sei curiosa di andare a vederlo, me lo hai detto ieri quando ci siamo passati davanti con l’autobus>>

Era vero, era tutto vero. Alice stava bene con Davide ma da tempo si lamentava con lui della mancanza d’intimità.

Non riuscivano a rimanere da soli, c’era sempre qualcuno con loro: amici, fratelli o rispettivi genitori. Doveva ammettere che l’idea del cinema non era una cattiva idea.

<< Ok mi hai convinto ma non lo faremo finché non l’avrò visto e non l’avremo pulito per bene, mi fa schifo solo al pensiero di spogliarmi lì dentro in quelle condizioni>>

la smorfia schifata che fece ridere Davide.

<< Possiamo andarci domani pomeriggio dopo la scuola, giusto per dargli un’occhiata e vedere se funzionano le chiavi>>

<< D’accordo, ma non facciamo tardi o mia madre mi uccide, lo sai>>

L’autobus blu che prendono per tornare a casa, il giorno dopo si ferma alle due del pomeriggio di fronte ai resti di quello che un tempo era il cinema Florida. Già da fuori si può vedere il degrado.

Fortunatamente si trova in un paese piccolo e non ci sono sbandati e senza tetto che provano ad entrarci di notte. Tendono tutti ad evitarlo per via di alcune leggende che girano intorno a quel posto. Solo due ragazzi, in questo momento, si trovano dietro al grande edificio in una via stretta ed isolata. Davanti hanno una piccola porta, usata un tempo dai dipendenti del cinema come uscita secondaria.

<< Sei sicuro che queste chiavi funzionano? Siamo qui già da dieci minuti e mi sono rotta>>

<< Fidati di me, le chiavi sono entrate perfettamente nel lucchetto, ci vuole solo un po’ di tempo per sbloccare gli ingranaggi interni. Sono fermi da anni, chissà quanta pioggia hanno preso. Non vedi quanta ruggine c’è anche sulla catena? >>

<< La vedo purtroppo! >>

Davide alza gli occhi al cielo in segno di stizza. Ama la sua ragazza, ma sa essere una vera rompipalle, viziata figlia di papà quando ci si mette.

Nel frattempo un rumore sordo annuncia che il lucchetto si è aperto. Davide ha un sussulto di gioia, si guarda rapidamente intorno e poi apre la porta.

<< Prego entrate mia principessa>>

Dentro è buio e si senza polvere nell’aria. Davide accende una torcia che ha portato da casa e ne dà una anche ad Alice che lo imita e inizia a guardare intorno. Sono entrati nella sala principale, quella dove proiettavano i film, le sedie sono ancora di legno e stanno marcendo. Ragnatele grandi adornano gli angoli come le case americane ad Halloween.

<< Dove stai andando? Non lasciarmi da sola e aspettami>>

<< Non dirmi che hai paura ? >>

<< No, ma tu non lasciarmi da sola! Perché sali queste scale? Dove portano? >>

<< Dovrebbero portare alla cabina di controllo dove mettevano le famose “Pizze” per proiettare il film. Dovrebbe esserci anche il quadro elettrico. Voglio vedere se ancora funziona qualche luce>>

<<Ma non vedranno le luci accese da fuori? >>

<< No se accendiamo solo quelle della sala. Eccolo qui infatti>>

Davide apre il quadro ed entrambi iniziano a tossire per via della polvere.

Ogni tassello, per loro fortuna, è etichettato. Una parte delle luci posizionate sul soffitto della sala, lungo il perimetro, si accendono illuminando il luogo che un tempo ospitava ragazzi come loro. I rispettivi genitori si sono dati molti baci proprio seduti su quelle sedie.

Nel buio, durante la proiezione, le loro mani hanno continuato a manifestare affetto e amore.

La stessa cosa che sono venuti a fare loro, ma questo non lo ammetteranno mai ai loro figli e anzi li punirebbero se sapessero dove si trovano ora.

<< Scendiamo di nuovo? Vediamo come sono messe le sedie ?>>

<< Sì così mi siedo un po’ questa cartella mi sta distruggendo la schiena >>

scendono di nuovo per le scale e scelgono la fila di sedie che sono messe meglio.

Davide tira fuori dal suo zaino due pacchetti di patatine e due lattine.

Dopo aver fermato i morsi della fame con uno spuntino, i due ragazzi iniziano ad ascoltare le voglie che i loro corpi e i loro sentimenti gli stanno suggerendo.

Si trovano seduti verso il centro della sala, le mani iniziano a scoprire parti del corpo dell’altro e le lingue fanno altrettanto.

Alice sta pensando che forse l’idea di Davide non è male.

Sono giorni ormai che sente il desiderio crescergli sempre più forte e pensa che Davide sia quello giusto, lo ama sempre di più e per lui non sarebbe neanche la prima volta. Sa come farlo senza fargli del male, ormai è arrivato il momento giusto.

Ma non lì però, la prima volta vuole farlo in un letto.

Sarà difficile trovare una delle loro case libere, ma non tutto è perduto.

Qualche giorno fa, passando con l’autobus per andare a casa, ha visto che c’è una piccola pensione che affitta le camere. Il mese prossimo è il loro anniversario, è esattamente un anno che stanno insieme e quale miglior regalo per entrambi se non quello che di farlo per la prima volta.

Dovranno dividersi le spese, lei ha una paghetta settimanale e Davide ogni tanto lavora come cameriere in un locale gestito dallo zio. Ora però possono divertirsi un po’, ci sono molte cose che si possono fare senza andare troppo avanti.

Ed è proprio quello che sta facendo Davide, piegandosi in ginocchio davanti alla sua ragazza e con la faccia tra le sue gambe, quando un rumore sordo ed una luce improvvisa rompe la magia del momento.

Dallo schermo, in parte rovinato, parte un film come se la sala fosse ancora in funzione ed aperta al pubblico.

<< Bravo! Hai scelto proprio un bel momento per fare il cretino e far partire un film. Ora, oltre che spaventata, mi sono anche stufata e ti scordi tutto. Portami via mi sono stancata>>

Alice cerca di alzarsi e rivestirsi tra gli sguardi increduli di Davide che non sa spiegarsi come sia possibile che la proiezione di un film parta da sola.

<< Amore non centro nulla devi credermi, non ho toccato niente in sala proiezione >> una parte di Alice gli crede ma è troppo spaventata per dargli retta, meglio credere che sia tutto un suo scherzo e andare via di lì. Intanto il film prosegue e manco a farlo apposta è un film dell’orrore. Un mostro insegue in una boscaglia buia una ragazza della stessa età di Alice.

<< Ci siamo solo io e te in questa sala, chi altro avrebbe potuto far partire questo stupido film? Comunque non mi interessa. Fallo smettere e portami via, voglio andare a casa>>

Davide si alza e corre al piano di sopra a spegnere quell’affare, è ancora incredulo ma in questo momento non vuole trovare una spiegazione, vuole tornare a fare quello che stava facendo prima. Forse è la volta buona che lo fanno.

Alice, perduta ormai l’eccitazione del momento, finisce di rivestirsi e aspetta in piedi Davide.

Anche a lei gli dispiace di aver interrotto il divertimento, ma si è presa un bello spavento e quegli stupidi scherzi non gli sono mai piaciuti, deve smetterla di farli. È sovrappensiero quando vede qualcosa cadere dalla finestrella che si affaccia nella sala. Proviene dalla camera dove Davide è andato a fermare la riproduzione, il film nel frattempo non si è fermato.

Alice vede qualcosa rotolare quasi vicino a lei, all’inizio non riconosce cose sia, ma un secondo dopo la vede bene e caccia un urlo disumano.

Quella che rotola è la testa mozzata di Davide. Alice in preda al panico corre verso le porte d’uscita ma sono tutte sprangate, il protagonista del film che ancora viene trasmesso, esce improvvisamente dal grande schermo e con una lentezza nella camminata, raggiunge Alice che nel frattempo corre nella sala e grida in cerca d’aiuto.

Il pazzo la raggiunge mentre Alice, come una volpe impaurita ed impietrita in mezzo alla strada, si rifugia in un angolo accucciata e piangente. Aspetta che il suo triste e crudele destino compia il suo ultimo atto.

Le grida si rompono sotto i colpi dell’ascia impugnata dal pazzo. Il sangue di Alice scorre in quella che un tempo era una grande sala d’intrattenimento.

Nessuno ha mai detto ai due ragazzi la vera storia del cinema Florida e dei segreti che si celavano dietro la simpatia e la gentilezza del proprietario. Giuseppe Mori era un pazzo sanguinario ed ogni volta che nel suo cinema si trasmetteva un cartone animato, lui rapiva un bambino o un ragazzo per poi seviziarlo ed ucciderlo nella sua casa di campagna.

Quando venne scoperto dalla gente di paese, la polizia non fece in tempo a fermare la folla che lo uccise nella sua casa. Il cinema venne abbandonato e quella storia dimenticata o accantonata in qualche modo, come si fa con la polvere sotto il tappeto.

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