Un ragazzo (Edoardo Bombardelli, in arte Nodo) un giorno, tramite Instagram , mi scrive per inviarmi il suo materiale. Voce leggera e dolce mi conquistano subito. Dopo essere andata un po’ più in fondo ai testi scopro che la poetica che accompagna quelle note vocali é altrettanto interessante, e la purezza con cui si presenta questo progetto vale la pena condividerla. Decido perciò di inserirlo nella lista degli artisti intervistati quest’anno, con la speranza di fare un pochino più di luce a questo giovane talento affacciatosi appena al mondo musicale. La mia speranza é sempre quella, far scoprire nuovi personaggi musicali parlandovi di loro, del messaggio che vogliono trasmettere e delle esperienze che li hanno portati a maturare la loro arte.
Musica, teatro e scrittura
innanzitutto volevo chiederti, che cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla musica?
L’amicizia in un certo senso. Alla fine non é nata tutta da me questa idea e quindi é stata una cerchia di amici che attraverso una passione in comune, il Musical, fatto in maniera amatoriale. Mi hanno dato una sorta di spinta in più ed anche consapevolezza in più a livello artistico. Io vengo dal teatro, per cui in un certo senso la musica é entrata in gioco in quella fase lì. Nel momento in cui io cercavo di capire le mie potenzialità a livello artistico, la musica é stata veramente un valore aggiunto. Non é all’origine di tutto, ma é un po’ frutto di appunto questi legami. Ciò che mi ha spinto veramente a fare musica é stata la scrittura, la quale é venuta ancora prima del teatro. Non ho mai composto, però ho sempre scritto e questa cosa mi ha facilitato molto come approccio
Oltre ai testi musicali scrivi altro?
Al momento mi sto dedicando come scrittura esclusivamente ai testi e però vengo da una piccola avventura editoriale avuta con la poesia, che é stata il mio primo trampolino di lancio. Poi attraverso vari concorsi sono approdato alla prosa, anche per sperimentare. Ci sono due pubblicazioni tutt’ora disponibili, la prima riguarda la raccolta di poesie, la seconda é un racconto fantasy, che mi sono goduto finché volevo e potevo. Fino a quando avevano della linfa dentro diciamo. Poi io sono convintissimo che l’arte ha bisogno di una evoluzione e di una ricerca continua della forma ideale e della forma perfetta. Non é per forza il discorso dello sperimentare me é proprio capire quale é la forma giusta
Formazione
Il tuo percorso di formazione quindi quale é stato?
Eh sono partito dal giornalino della scuola alle superiori, dove tra l’altro ho avuto i miei primi no (chi non li ha avuti) che mi hanno fatto molto bene. Più che altro sono cominciati e finiti lì. La scuola devo dire é stato un bel “banco” di prova. Poi dopo, non so perché, mi sono sentito più libero di fare tanto altro. La scuola mi dava non tanto i paletti, però non era neanche una agorà aperta di idee diciamo. Faceva parte della crescita. Io da lì poi ho riscoperto il teatro, perché è stata una di quelle cose che mi ha seguito sempre perché mi é stata negata per via dello sport. Io ho iniziato a farlo da bambino e poi mi hanno obbligato a fare nuoto perché ero sovrappeso ed avevo più bisogno di quello che di altro.
Immagina il trauma che può avere una cosa del genere. Trauma che allora non sentii ma ne vedo i postumi adesso, perché sono contento di aver conquistato quella cosa, che é mia e sempre lo sarà, sarebbe tornata comunque fuori. Il mio percorso é fondamentale questo, poi la scrittura é un po’ anche quella una canna che viene piegata un po’ dai venti, alcuni favorevoli, altri no.
Non sempre c’é bisogno di ispirazione, non sempre essa é effettivamente quello che conta (interessante). É stata un po’ la zona di comfort, e la musica l’ha fatto diventare invece qualcos’altro. La musica oltre ad essere quel di più è proprio il motore della crescita vera e propria. É quella cosa che mi fa dire “no, non basta questo”, oppure “sei soddisfatto di questo? No puoi fare meglio”
Idoli
Allora te lo devo chiedere, quale é il tuo musical preferito?
Hair, perché é veramente l’inno alla libertà, io ho quella dalla mia. Hair veramente rappresenta tutto, anche nella sua attualità, perché stiamo tornando a vivere momenti a livello non solo di conflitti e di crisi ma di tutto. Stiamo ritornando ad avere la nostra libertà in serio pericolo e non ce ne rendiamo conto. Abbiamo bisogno di questa libertà ma bisogna anche saperla coltivare e a capire quale é la mia e quale é la tua. Secondo me la musica nel suo linguaggio universale continuerà ad essere il mezzo più potente per esprimere questa libertà.
Oggi é anche fin troppo democratica la musica. Io ovviamente ringrazio questa cosa, perché non facendo musica da tanto tempo, con me é stata anche troppo democratica inizialmente. Tranquillamente farei passare avanti gente che sono dei prodigi e delle promesse. Non direi mai questo di me, io quello su cui gioco é la mia libertà. Laddove essa si esprime, e la musica mi sta dando questo privilegio, bene allora io continuo a fare questo, perché la musica mi fa suonare bene quella determinata cosa. Quando la mia libertà é messa in secondo piano allora iniziano ad esserci un po’ di problemi
Se mi dovessi invece dire il tuo più grande idolo della musica invece chi sarebbe?
Beh ci sta, lui unisce ballo, musica e tanto altro
Devo dire di sì. Sarà banale ma é così. Poi non l’ho mai provato ad imitare, nemmeno da bambino. Io lo dico senza vergognarmene, anche perché non penso ci sia niente di cui vergognarsi quando si é ancora nell’innocenza più totale, io imitavo le veline di striscia la notizia. Ma era ovvio perché quando stavo male e quando stavo bene era terapeutico anche per il piccolo dente che non voleva cascare. Io avevo modelli veramente veramente bassi. Poi dopo ovviamente le cose sono cambiate
Libertà
E il ballo rientra nelle tue espressioni di libertà o non lo hai ancora mai affrontato?
L’ho sempre affrontato in un certo senso sempre per vie familiare. Mia madre ha fatto teatro amatoriale ed ha fatto concorsi di ballo. Per cui mi ci ha catapultato in un certo senso lei in questo mondo qua. Però non ho mai fatto corsi né altro. Una cosa che sto notando oggi é che ho molta più coordinazione nel ballo e nel canto applicato e coreografato. Ed é il motivo per cui continuo a fare musical. Lì ci sono delle tempistiche, 3/4 4/4, che mi vengono molto più naturali ballando piuttosto che cantando. E questo comunque dice tanto. Perché puoi avere veramente consapevolezza del tuo corpo come mezzo, che é quello che ho in questo momento, ma non consapevolezza del tuo corpo come strumento, cosa che invece il canto e la musica richiedono.
Vale lo stesso discorso per i musicisti, chitarristi, batteristi, ecc… puoi fare le acrobazie che vuoi, ma se non lo sai suonare quello strumento, dove vai? Il ballo in un certo senso é legato sempre ad un lato tuo intimo di espressione e di altre cose, però ha sempre qualcosa di corale, si può fare in due, in gruppo,ecc… . Passano in secondo piano questi tecnicismi, puoi recuperare sempre in corner, puoi nascondere. Con il canto e la musica puoi nascondere fino ad un certo punto ecco
Futuri progetti
Nella creazione e nella produzione hai fatto tutto da solo o sei stato aiutato?
No sono sempre stato aiutato da un compositore/produttore che é il membro di questa compagnia amatoriale musical. Con me é alla sua prima e vera produzione in toto. É già stato coinvolto in altre collaborazioni ma con me é alla sua prima produzione totale. Per le nuove produzioni ho intenzione di mantenere sempre lui, però anche per un discorso futuro, promozionale, di ufficio stampa ecc siamo alla ricerca anche di altre figure da inserire nel nostro team, perché anche quello si deve evolvere. Andare di pari passo con quelle che sono le mie esigenze e quelle dei nuovi progetti
Amore
Per ora sembra che tutte le tue canzoni parlino d’amore, c’é qualcos’altro di cui vorresti anche parlare in futuro o pensi che questo sarà il tema su cui ti concentrerai di più?
Mi viene da dire banalmente che forse quando troverò l’amore smetterò di cantarlo
Oh no…
Eh ma immagino proprio di sì. Se ti dicessi che scrivo meglio quando soffro ed altri stereotipi ti mentirei. Io ho la fortuna di vivere in un posto paradisiaco, in aperta campagna, dove scrivo, cammino, mi sfogo ecc… . Se dicessi che soffro le persone con grosse sofferenze, quali malattie, mi urlerebbero contro giustamente. Io ho sempre scritto in situazioni di felicità e mi sono sempre domandato se ne avessi meno o mi mettessi nei panni di quella persona. Parlo di amore che però non deve essere per forza mio. A volte parlo di quell’amore che se provassi effettivamente ne uscirei devastato. Non perderei nemmeno tempo a scrivere musica, mi metterei un cartello in testa e griderei aiuto. Certe volte mi viene da essere quasi estremo con le metafore, le quali sono dolci, delicate, studiate,… però sono immagini di un amore che reclama attenzione, una considerazione.
In queato momento un’altra cosa al di fuori dell’amore potrebbe essere il lavoro, però diventerei impegnato. Ma lo dico per automatismo, é sbagliato anche dire quello che ho appena detto. Potrebbe essere un modo per filtrare quello che voglio veramente dire. Poi alla fine l’amore é veramente la base, un cardine senza il quale una porta o una finestra difficilmente riesce a stare.
Io prego veramente di scrivere di altro perché adesso sta cambiando la mia scrittura e le mie produzioni, però l’amore é lì, ha lo stampino che passa da una lettera ad un’altra. Chi lo sa
Ma quindi anche se non é l’amore che hai provato tu, ci credi che comunque quella cosa lì esiste?
No sisi esiste, eccome se ci credo
Emozioni
Se potessi scegliere un colore con cui vorresti descrivere le emozioni che vorresti che i tuoi ascoltatori provassero, quale sarebbe?
In questo momento é il giallo. Uno perché sto morendo di caldo (l’abbiamo fatta a luglio l’intervista) ahahah. No, il giallo perché é molto vicino al bianco, che non dico perché non sono una persona che vede in bianco e nero. Il giallo é veramente il compromesso, non sta bene con tutto. Però mi fa dire che é tutto possibile. Non é tutto bello, non é tutto solare, quelle classiche aggettivazioni che usavamo alle medie e che inflazionavamo a tutta randa perché ci piaceva dire che eravamo solari. No, il giallo che dico io é più vicino al bianco, é neutrale, é un colore che si guarda intorno, che ha bisogno di armonia. Trasmette ma al contempo non lo fa. É un colore non facile, non va sottovalutato.
Lo dico perché molto spesso anche io riduco le cose al bianco/nero, e lo faccio quando non ragiono e vado solo di reazioni. Per me i colori non sono solo emozioni. Un mondo come quello di oggi governato dalle immagini e dai colori lo dimostra, sono alla fine la cosa più artificiale che esista. Noi stessi abbiamo deciso di vedere il Sole giallo, la ciliegia rossa, e in un certo senso abbiamo dato nome a quelle cose. Quello che mi piace tanto é liberare da questi miti le cose.
Ciò che non é artificiale, tipo la natura, mi piace molto. Così come gli artisti che lo stanno recuperando molto questo legame. Vedere un Blanco degli inizi che ti chiama nel bosco selvaggio é una cosa fighissima, perché va veramente aldilà dell’artificio. Il vero messaggio é da ricercare in tutto quello che non é artificiale. Lì il protagonista é tutto quello che non é governato dall’uomo. Il giallo si mantiene neutro, anche noi uomini dovremmo ogni tanto ritornare ad essere neutrali e resettare per ragionare ed emozionarci meglio e di usare le emozioni meglio
Ispirazioni
Se non é l’ispirazione ciò di cui necessiti per scrivere, che cos’è che ti spinge?
Allora é difficile rispondere a questa domanda senza fare nomi e cognomi, però é una persona. Per me non é necessaria l’ispirazione intesa come figurativa o letterale ma nel mio caso é inevitabile una musa ispiratrice, la quale però ha vari vestiti. Magari prima era solo un amico con cui uscivi a bere che poi ha iniziato ad essere qualcosa di più importante. Non per forza il migliore amico ma é quella persona su cui sai di poter contare e che ti sa riservare sorprese. Io sono una persona che si annoia molto presto di tutto, si sorprende poco, però quando succede può nascere qualcosa di molto interessante, e lo sto vedendo adesso con la musica
E questa persona sa che sono dedicate…
Ehhh se lo sa! Con questa persona ho rischiato di mandare tutto all’aria. Eravamo coinvolti tutti e due ma non nello stesso modo. Ho provato ad aprirmi, ho fatto bene, non me ne pento, però ho avuto la conferma che volevo avere: io senza quella persona farei altro, sarei altro. Non é che la mia vita finisce senza di lei, non é una cosa morbosa, però posso dire che sarei altro. 5 come P é anche un ringraziamento a questa persona, una dedica che faccio: io sono questo con te, sarei altro senza di te
Pensi che in futuro potresti avere altre Muse ispiratrici?
Spererei davvero, se no Addio ahahah
5P
Ci dici quali sono i sensi legati ad ogni canzone?
Dolce Vita – gusto
Coma – vista
Vampiro – olfatto
Vorrei – udito
Amasi – il tatto
Preferita
Hai detto che quest’ultima é la tua preferita, come mai?
É vero che ho detto che é la mia preferita. Per me é un po’ la Miserable della situazione, quella Colette che vuole urlare la sua unicità e la sua bellezza ma non viene ascoltata. La registrazione in studio di questa canzone in un certo senso é quello che mi ha fatto dire: ” Mmhh okay ma non é il 100% delle altre, e invece arriverà un momento in cui sarà il 100%”. Quel momento é stato poi quando l’ho eseguita in un live session pubblicato nella mia pagina Instagram. É un motivo quindi strettamente legato alla musica ed all’ascolto che faccio io di un pezzo e di quello che fa l’ascoltatore.
Un altro motivo é che é la più vecchia. Ha deciso poi di conseguenza la nascita delle altre. Io mi sono rifiutato di adeguarmi nel mio primo progetto all’uscita convenzionale del singolo con video e quattro tracce a seguire, che é la convenzione perché semplicemente per me erano cinque cose diverse. Io sono abituato ad approcciarmi all’arte in maniera cauta e delicata e quando vedo che ci sono più prospettive da cui vedere una determinata cosa preferisco. E in più andava di pari passo con il concept che sviluppava cinque temi diversi. Anche se poi la trama rimane la stessa, l’amore che torna declinato in vari modi. Però volevo avere cinque vie differenti. Anche se alla fine non é proprio così, anzi diciamo che mi sono inventato una sesta via, la quale ho poi deciso sarebbe stato il continuo.
Con questo dico che oltre a sperare di trovare un altro motivo per cui scrivere che non sia l’amore, spero anche di uscire un po’ da questa scorza molto teatrale del concept. Secondo me ti costringe in un certo senso a sacrificare la parte più pura di composizione, che invece deve arrivare alla gente e ti fa perdere molto in altro. Io mi sono speso molto nella grafica, nell’immagine, ecc… e sono cose che mi porto dietro perché sono effettivamente importanti. Però la via maestra é quella di cercare l’essenziale, di arrivare al nocciolo. E questo lo posso capire se il pubblico mi ascolta, se quello che sto dando bene o male (a chi piace) se vogliono altro. Che poi é quello che effettivamente voglio anche io, che sono parte del pubblico e vengo dall’altra parte essendo spesso spettatore
Sveglia!!
Forse questa é più una mia interpretazione, correggimi se sbaglio. Amati é un invito ad apprezzarsi e a riconoscersi il proprio valore?
Nel suo significato letterale sì, é quell’imperativo lì, quasi una cosa della serie “Sveglia che é l’ora di…!!” . Poi tu puoi dare il valore che vuoi a quel verbo. Ma può essere anche il classico libera dal defibrillatore, sveglia perché sei in una sorta di coma, e ci si collega appunto all’altra inevitabilmente. É l’imperativa del sì okay scialla, tornando al 2015, ma oggi c’é anche questo che é veramente sveglia!. Io mi guardo intorno e pensavo che Vampiri e Zombie facessero parte di una letteratura notturna ed invece li vedo vagare in giro di giorno e la cosa mi preoccupa. Pensare con cui mi confido o un perfetto sconosciuto non faccia attenzione mi strana un po’. Devi sempre stare all’erta perché non puoi mai fidarti, e fa sentire me uno sconosciuto. Come se ogni giorno ci si dovesse sentire all’altezza di.
Per me é importante accettarsi, senza farlo non andiamo da nessuna parte. Ma al contempo non sono di certo io a dire accettati perché io tutt’oggi non mi accetto per determinate cose, ma piuttosto ti dico sveglia. Perché il vero nemico che abbiamo tutti non é la non accettazione, non é il bullismo, la guerra o tutto quello di cui più grosso puoi immaginare.
É la cosa più piccola, é il tempo. Lui é veramente l’unico nemico. Svegliati purtroppo non tornava con la metrica ahah, amati invece tornava bene. Però il messaggio subliminale é quello. Magari quello che hai oggi non lo avevi ieri, e lo dico anche nel ritornello, e questo ci fa pensare alle cose materiali, non solo ai sentimenti. Non facciamoci controllare dal tempo, però tempo morte e tasse sono le uniche cose sicure. Se riesci a farti amico il tempo sei felice, il tempo fa la felicità, i soldi boh
Insicurezza
Tu hai una grande insicurezza nei confronti di qualche cosa?
Eh l’amore ahah, si ritorna sempre lì
E nei tuoi confronti?
Io sono una persona disinibita, andrei tranquillamente in pigiama per le strade senza essere a Londra. Quello che mi rende insicuro oltre l’amore anche l’amicizia. Io ho avuto amicizie che mi hanno fatto scoprire molte cose belle. Purtroppo dall’altra parte ho avuto anche molte amicizie interessate. A me piace conoscere gente nuova, ma quando lo faccio l’insicurezza che mi viene e che mi si legge anche in faccia (d’altronde fa l’attore), é quella che inizio a bloccarmi quando sento aspettativa.
É una cosa che succede anche al lavoro, mi piace avere il controllo di quella cosa, se statica mi rende sicuro. Poi sono disposto a cambiare lavoro anche domani, però sapere di avere l’aspettativa di qualcuno mi rende insicuro. Preferisco precedere quella aspettativa, e questo lo sto passando soprattutto in questo momento. Quando si crea l’aspettativa devo essere in buonissima compagnia, se non lo sono é probabile che determinate cose iniziano a scricchiolare. E si nota, viene fuori un lato di me catastrofico, fragile e sensibile. Mi fa pensare, però allo stesso tempo me lo lascio scivolare. L’unica cosa é che avrei paura di rovinare tutto quello che c’é di bello, che ho costruito con quella persone.
É diventata una seduta psicologica alla fine, fammi poi sapere la parcella
Amicizia interessata
L’amicizia totalmente disinteressata esiste per te?
É brutta la risposta che ti sto per dare. Io sono convinto che esista, come sono convinto che esista l’amore per tutta una vita, però é legato tanto alla fiducia. Lo scopo che io voglio dare all’arte é proprio quello di fidarmi più degli altri. Per citare Florence de Machine, che sono una delle mie band preferite: “l’amore lo dai abbastanza ad uno sconosciuto”. E questo ti permette veramente di semplificare le cose. Quando sai che stai dando amore ad uno sconosciuto non hai paura, la metti da parte.
In questo caso é legato alla relazione tra l’artista ed il pubblico, ma in realtà é un qualcosa che sperimentiamo di continuo, se ce ne rendiamo conto. Ed oggi in un mondo sempre più interconnesso, non ci domandiamo più quando si incrociano più vie cosa ci si può aspettare, quanto mi possa fidare, ecc…. Invece a me ha significato molto, proprio perché vengo da amicizie molto molto interessate. Però sono fiducioso, così come per l’amore. E sono anche fiducioso che un giorno non avrò neanche più paura dell’aspettativa. Ecco di questo tema potrei parlare in futuro, di fiducia, é un tema interessante
Utilizzi molti sottofondi sonori nella produzione delle tue canzoni, presi dalla realtà
Vero, della serie la segreteria in fondo ad amati. Sono molto casuali, sono la cosa meno studiata fra tutto. L’inizio e la fine, e questo lo dico a nome del compositore e dell’autore, a me come scrittore metterebbero ansia. Loro invece é come una boccata d’aria, e possono permettersi tutto. Se io se mettessi la suoneria telefonica in fondo ad un libro uno si farebbe due domande. Invece la musica é molto liberatoria in questo senso, puoi permetterti anche questo tipo di cazzeggio. Io vengo invece da un qualcosa di molto più rigoroso, dato anche dal canto in sé come scuola melodica. Però mi piace, invidio le persone che sono così spontanee e naturali e che trovano lampi di genio
Mare
Però sono legati alla canzoni, ad esempio in Vorrei…
Beh sì certo, però Vorrei però prima di tutto é il mare, per cui lì é effettivamente funzionale. Quella canzone nasce da un’idea di un viaggio, di una scappatoia, un qualcosa che solo un elemento ricorrente dall’inizio alla fine ti può essere l’idea. Può essere insistente, pesante sentire quella cosa quanto ti pare, ma era necessario. Al di là dell’arrangiamento, delle note,ecc… é un suono a tutti gli effetti. Non lo chiamerei un tumore, anzi, é pure perfettamente accordato e riconoscibile
É vero che alla fine non sai nuotare o é solo una metafora?
É solo una metafora, e lo so fare anche perfettamente dopo tutti quegli anni di nuoto. Però é anche un richiamo ad una situazione di disagio. Perché a me il nuoto non me lo hanno fatto passare bene (come molti bambini)
Arte
A che età hai ripreso il mondo dell’arte e del teatro?
Molto tardi, dopo le superiori praticamente. Io ho avuto questa pausa anche perché ero assorbito dallo studio, ho abbandonato all’inizio delle medie. Poi fortunatamente step by step é ripartito tutto
Beh magari é servito per far crescere l’amore verso l’arte…
Si quello sicuramente, immagino.
Il nome nodo che significato ha?
É legato strettamente al palco. Il nodo é la sensazione di nodo alla gola che ti DEVI sentire prima di andare in scena, qualsiasi cosa tu vada a fare. Quell’indice di sana ansia che ti fa poi spiccare effettivamente il volo. É la staffetta ansia-adrenalina che poi ti manda alle stelle
Palchi
Temi che possa capitare di frenarti completamente su un palco?
Mi é successo, quando non avevo ansia!! I flop che ho fatto li ho fatti perché non avevo quell’ansia lì. Crescendo me la sono quasi indotta. Quando sento calma piatta, mi chiedo che sta succedendo
Ultima domanda: dopo il lancio di questo Ep, 5P, come intendi procedere?
Intanto ho in previsione di riiniziare i live. Ho avuto qualche intoppo tra MUSICISTI che si sono rotti e ritardi, per cui farò una programmazione invernale. Nel mentre spero di aver inciso l’altra cinquina, molto probabile. Il numero é puramente casuale, é una cosa molto istintiva, però é un po’ come la tombola, vado di cinquina in cinquina. Questa seconda spero per gennaio prossimo in modo che sia il cambio annuale a questo progetto. Di sicuro non si tratterà di un concept EP, questo lo posso assicurare.
Da ottobre in poi la gente mi può venire a sentire a Firenze e in provincia.
Edoardo vi aspetta allora!
(La redazione lo consiglia agli amanti del genere Mengoni)
https://www.facebook.com/edoardo.bombardelli.3
Bianca Cela