Otto tracce che mescolano fra loro pop e ricerca poetica per Beca, cantautore dai contorni rock che sembra prestarsi alla canzone leggera, attraverso una versatilità espressiva che gli permette di mantenersi in equilibrio sul fragile tappeto di “Conchiglie” che il suo album offre all’ascoltatore: un viaggio attraverso la testa di uno dei nuovi nomi emergenti che più ci hanno convinto nell’ultima tornata di release.
Avevamo già annusato il talento di Beca attraverso lo spiraglio offerto da “Aurora” e “Caffé”, gli ultimi singoli estratti dal disco prima della pubblicazione di “Conchiglie” per La Rue Music Records; già il titolo ci proietta sullo sfondo marino di una tracklist che scorre come l’acqua, lasciando allo stesso tempo tracce sulla sabbia ben più durevoli di una mareggiata: dalla prima all’utlima canzone si avverte la passione di Beca per un certo folk autorale che ricorda Graziani (“Ricordo”), ma anche le frontiere più contemporanee dei Måneskin o dei GVDF, senza perdere di vista il piglio intimo e confessionale del cantautorato moderno.
Sembra che l’amore rimanga il filo di Arianna che collega tutte le tracce, nel segno di una ricerca di un posto da chiamare casa, e di una compagnia con cui “rimasticare la vita” senza farsi più male, magari godendosi l’aurora in riva al mare dei nostri problemi oppure dividendo un caffè decisivo per riaggiustare la giornata.
Le doti vocali di Beca aiutano il disco a diventare fin da subito un buon viatico ad una riflessione personale che procede al ritmo della hit, impegnando il cervello facendolo allo stesso tempo cantare a squarciagola canzoni che fanno bene al cuore, ma anche alla testa e allo stomaco.